AGLI ALBORI DEL SERVIZIO NAZIONALE DI VALUTAZIONE DELL'ISTRUZIONE
Fino agli inizi degli anni 90 in Italia c'era un solo istituto che si occupava di valutazioni sul larga scala del profitto scolastico e delle competenze degli studenti: il CEDE, ovverosia il benemerito Centro Europeo dell'Educazione insediato a Villa Falconieri a Frascati.
Per decenni questo centro è stato diretto dal prof. Aldo Visalberghi che, con un manipolo di specialisti in psicometria, ha coordinato la partecipazione dell'Italia alle principali indagini internazionale dell'IEA, l'Associazione internazionale fondata nel 1962, specializzata nella valutazione dei risultati scolastici.
E' in seno al CEDE che si sono formati gli specialisti italiani di valutazione su larga scala del profitto scolastico, imparando il mestiere, in un certo senso, partecipando ai progetti internazionali di valutazione comparata (vedi Bottani, in " Una pagella per la scuola ", Erikson, 2003, 266-287).
Nonostante l'impegno di Visalberghi e dei suoi collaboratori, questa presenza italiana nelle indagini internazionali di valutazione ha suscitato scarso interesse nella classe politica italiana, nei sindacati e nei media. Non parliamo dei docenti, tenuti più o meno all'oscuro di queste indagini. Le incidenze di questi studi, per altro di eccellente fattura, sulla scuola italiana, sono stati pressoché nulli. Mi esprimo con molta prudenza perché non ho avuto modo di verificare queste impressioni, ma mi sembra di potere affermare che questo apprezzamento non è molto sbagliato. Poche persone estranee alla ristretta cerchia degli iniziati del CEDE sapevano cosa bolliva in pentola e conoscevano i risultati degli studenti italiani nelle prove internazionali che si sono susseguite dal 1964 in poi.
Non c'è dunque da meravigliarsi se agli inizi degli anni 90 la cultura della valutazione di sistema, delle scuole e delle conoscenze degli studenti fosse in Italia molto bassa in tutti gli ambienti che si occupavano, direttamente o indirettamente, di scuola