Le critiche all'introduzione delle competenze
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Le critiche sono di ordine politico e pedagogico, in particolare:
La sottomissione della scuola alle esigenze del mondo del lavoro e della nuova economia, e dunque una messa in discussione della sua funzione di liberazione degli individui e di costruzione di una cittadinanza forte. Si sottolinea che il termine è rappresentativo di una cultura tipicamente aziendale, legato all'operatività di un mestiere o di una professione, tanto è vero che in Italia, come in Inghilterra e in altri Paesi l'introduzione delle competenze ha preso avvio nella formazione professionale per soddisfare le richieste delle imprese.
La riproposizione del comportamentismo o behaviorismo (8) nonché dell' esasperata programmazione per obiettivi. Si sottolinea come il curricolo per competenze sia un curricolo orietato al "prodotto", con la rigida predeterminazione degli obiettivi e degli esiti, che non terrebbe in nessun conto il processo di apprendimento, l'interazione fra i soggetti. La "competenza" da attributo umano completo sarebbe ridotta a una serie di singole specifiche competenze: una lunga "lista della spesa" di abilità "triviali", frantumate in unità sempre più piccole per poter essere misurate oggettivamente.
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