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Ricognizione di “buone pratiche” fondate sul raccordo tra didattica disciplinare e competenze socio emotive

di Mimma Bruno

di

Sul rapporto tra didattica disciplinare e approccio socio-emotivo

ADI sta sviluppando il piano del secondo anno di accreditamento Erasmus Plus per una sempre più incisiva internazionalizzazione delle proprie attività: nel rinviare agli articoli già pubblicati l’anno scorso in proposito, si ritiene opportuno ricordare l’urgenza di una riqualificazione del profilo professionale dell’insegnante, in cui la formazione iniziale e continua svolge un ruolo essenziale,  soltanto se acquisita mediante iniziative di qualità elevata e se innervata da valore aggiunto europeo (a partire dalla Raccomandazione di agosto 2020 sulla creazione dello “Spazio europeo dell’istruzione entro il 2025”, seguita da numerosi ulteriori  documenti, così come segnalato nei preziosi interventi sul nostro sito da parte di Lucia Veneruso).

Nel mentre proseguono le attività di studio, ricerca e confronto sulle aree tematiche della Giftdness, del Lesson Study e della internazionalizzazione dei percorsi formazione iniziale e continua degli insegnanti, si è ritenuto di portare l’attenzione anche sul tema “SEL (Social and Emotional Learning)”.

Stato dell’arte:

  1. Il Casel (Collaborative for academic, social  emotional learning) University of Illinois – Chicago https://casel.org/fundamentals-of-sel/how-does-sel-support-your-priorities/sel-and-mental-health/ è attualmente l’organizzazione più importante e più attiva sul versante delle abilità socio emotive. C’è un breve articolo anche di ADI in proposito.
  2. Per quanto riguarda il SEL in Europa, da articoli e documentazione di vario genere – tra questi i dati del Progetto ROMEHS1 “Promozione della salute mentale nelle scuole” (Erasmus+ Key Action 3 cofinanziato dall’Unione Europea Commissione, conclusosi nel 2022)  –  sembra di cogliere un impegno nell’integrare l’educazione sociale ed emotiva nel curricolo, sulla base della considerazione  che l’educazione sociale ed emotiva va considerata una componente fondamentale dei programmi di studio in tutta l’UE. Lo sviluppo interconnesso di abilità cognitive, sociali ed emotive dovrebbe iniziare durante la prima infanzia e continuare per tutta la vita.

E tuttavia l’impressione – che costituisce comunque il punto di partenza del nostro lavoro di approfondimento su SEL – è che finora questo abbia riguardato prevalentemente la scuola di base e non abbia toccato il “core” del problema del rapporto tra didattica disciplinare e approccio socio-emotivo.

La discutibile scissione tra disciplinarismo e pedagogia costituisce infatti  un serio rischio:  quello per cui si escluda che l’insegnamento di una disciplina possa incentrarsi sulla dimensione relazionale e la sensibilità  pedagogica.

Partendo dal riconoscimento delle responsabilità dell’ambiente scolastico nel processo di crescita dell’adolescente e dello specifico ruolo educativo inteso come empowerment, si propone di rimodulare e, ove fosse necessario, rifondare l’attività didattica sul modello pedagogico integrato.

Tale modello si basa sulla centralità dello studente e sulle peculiarità biologiche, psicologiche e relazionali dell’adolescenza. Lo spostamento di asse dall’insegnante agli adolescenti intende ricomporre la scissione mente-corpo, emozione-cognizione, non di rado accompagnata a una dichiarata svalutazione di tutto ciò che è corporeo; in secondo luogo, intende recuperare all’interesse dei docenti la dimensione motivazionale allo studio e alle relazioni che risiede nelle emozioni seguendo, pertanto, una direzione opposta a quella che i modelli culturali e la consuetudine didattica nel nostro contesto scolastico seguono, e cioè dal basso verso l’alto: dal corpo alla mente come se l’esperienza intellettuale dovesse necessariamente soffocare tutte le sensazioni corporee, le uniche che forniscono informazioni sul “dove si è”.

Consequenziale alla valorizzazione della corporeità è la dimensione della relazione e dell’intersoggettività che  nel gruppo vede il secondo cardine del modello integrato.

L’appartenenza al gruppo, infatti, l’accettazione, e l’approvazione sono della massima importanza per lo sviluppo dell’individuo; rendono possibile l’aumento  dell’autostima e la soddisfazione dei bisogni di dipendenza dei membri ma in modi che incoraggiano la responsabilità e l’autonomia, poiché ogni membro contribuisce al benessere del gruppo e interiorizza l’atmosfera di un gruppo coesivo.

Il terzo cardine del modello pedagogico integrato, che può essere considerato la sfida della presente ricerca, è costituito dalla stretta interconnessione tra quelle che sinteticamente possiamo definire SEL skills e i contenuti disciplinari.

E’ pertanto nostra intenzione avviare una ricognizione di “buone pratiche” di attività di insegnamento/apprendimento fondate su tale raccordo  (didattica disciplinare e SEL) e promuovere, mediante Erasmus, un serio confronto tra esperienze a livello europeo, collegando queste esperienze anche ad iniziative di ricerca e di dialogo con la comunità scientifica.

Riteniamo, infine, che un Paese come l’Italia, che riconosce al proprio patrimonio culturale una funzione fondativa della formazione del cittadino, possa contribuire in modo decisivo a tale  sfida, per smontare l’antitesi perversa tra “pedagogia e rigore nell’insegnamento-apprendimento delle discipline” .

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