L’atto di indirizzo per il rinnovo contrattuale del triennio 2019-2021 per il personale del comparto dell’Istruzione e della Ricerca
Il Ministro per la Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, ha firmato l’atto di indirizzo per il rinnovo contrattuale del triennio 2019-2021 per il personale del comparto dell’Istruzione e della Ricerca (10 maggio 2022). L’atto definisce gli indirizzi relativi al rinnovo contrattuale per il triennio 2019-2021 per il personale non dirigente di cui all’articolo 5 del CCNQ del 3 agosto 2021 con riferimento ai comparti dell’Istruzione, delle Ricerca, dell’ Università e dell’Alta formazione artistica e musicale (AFAM). Su tale documento si basano le trattative tra il Ministero dell’Istruzione e i sindacati partite il 17 maggio.
Nella parte generale si dichiara, tra l’altro che “si provvederà a disciplinare un sistema strutturato di formazione per tutto il personale; a valorizzare il personale, anche attraverso forme di incentivazione alla formazione e all’impegno nelle attività di sostegno all’autonomia scolastica; a rivedere i sistemi di classificazione professionale individuando soluzioni innovative orientate all’adeguamento dei processi lavorativi e alla valorizzazione delle professionalità necessarie per lo svolgimento delle attività di ricerca, formazione, gestione e trasferimento, in un mutato contesto sempre meno ingessato, ma più dinamico, qualificato e internazionale. Valuterà l’ARAN in tale rivisitazione le modalità ritenute più idonee per la valorizzazione di posizioni e ruoli non dirigenziali per i quali siano richiesti più elevati livelli di autonomia e responsabilità gestionale e/o più elevate competenze professionali o specialistiche…
Le dichiarazioni di principio vengono decisamente ridimensionate nelle singole sezioni (Sezione Scuola, Sezione Università e Aziende ospedaliere universitarie, Sezione enti di ricerca, Sezione AFAM).
Con riferimento alla Scuola si dichiara che la formazione continua è un diritto e un dovere del personale scolastico che si esplica all’interno dell’orario di servizio e che si potranno prevedere ore di formazione obbligatoria, fuori dall’orario di lezione e, soprattutto, senza risorse aggiuntive. Si apre uno spiraglio al “riconoscimento delle competenze maturate nell’ambito degli sviluppi di valorizzazione professionale”. Ma, sulla valorizzazione professionale dei docenti il documento rimane comunque nella vaghezza di affermazioni generiche. Ci si sofferma solo sulla rivisitazione delle funzioni di sostegno dell’autonomia scolastica a cui si attribuisce valenza strategica, specificando peraltro che “gli incarichi connessi alle predette funzioni non dovranno comportare l’esonero dall’insegnamento e ulteriori oneri.”
Si rimane dunque ben lontani dalla posizione di ADi che propone una visione completamente diversa della professione docente e che da tempo auspica “una leadership diffusa, ecosistemica, che si costruisce differenziando la carriera docente e prevedendo lo sviluppo di più percorsi, dentro e fuori la scuola, con proprio stato giuridico e livelli retributivi.”