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La risoluzione Santerini per il migliore utilizzo delle nuove assunzioni

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La risoluzione Santerini per il migliore utilizzo delle nuove assunzioni
Approderà in breve in VII Commissione della Camera à la risoluzione Santerini. E’ una proposta seria volta a regolare e utilizzare al meglio la prossima “valanga” di immissioni in ruolo. Punti caratterizzanti: una forte attenzione alla dispersione, un uso rigoroso dell’anno di prova con possibilità di recessione del contratto, immissione di esterni nei comitati di valutazione, ruolo delle scuole nella scelta dei docenti, forte accento alla formazione in servizio

image002Pubblichiamo integralmente la risoluzione dell’On. Milena Santerini, deputato del gruppo “Per l’Italia-Centro Democratico” (gruppo che nel 2013 si staccò da Scelta Civica), che approderà fra breve in 7^ commissione della Camera.

Ci sono molti punti della risoluzione che condividiamo nel merito, insieme approviamo anche il metodo, non una delle solite risoluzioni o proposte che assomigliano a dei vasi di Pandora, dove si stipa di tutto e tutto rimane irrisolto. In questa risoluzione c’è un solo chiaro ed importante obiettivo: di regolare, controllare e utilizzare al meglio la prossima “valanga” di immissioni in ruolo dei precari

La prima fondamentale indicazione è l’utilizzo del potenziamento dell’organico per combattere la dispersione scolastica, che va rilevata dal RAV , Rapporto di Autovalutazione delle scuole, e nei confronti della quale vanno predisposte specifiche misure.

La seconda importante novità è che le scuole, rilevate le proprie esigenze, definite le competenze professionali di cui hanno bisogno possono esprimere gradimenti in ordine alle competenze dei docenti. Sarebbe una rivoluzione, non i docenti che scelgono le scuole, ma le scuole che scelgono i docenti, o comunque il tentativo di collegare le due esigenze. Importante come sempre sarà stabilire come.

La terza fondamentale innovazione è l’assunzione dell’anno di prova, non come pura formalità come è ora, ma come strumento importante non solo per formare ma anche per valutare seriamente con la reale possibilità di rinvio o recessione del contratto. Perché la valutazione assuma un carattere più rigoroso ed obiettivo si propone di modificare il Comitato di valutazione introducendo esterni.

Infine un forte richiamo alla formazione in servizio,per la quale si propone un maggiore collegamento scuole-università, ma purtroppo anche l’On. Santerini si dimentica dell’importanza a questo fine delle Associazioni professionali

RISOLUZIONE SANTERINI  IN VII COMMISSIONE DELLA CAMERA

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La VII Commissione,

premesso che:

  • le Linee Guida per «La Buona scuola» prevedono la stabilizzazione di circa 148 mila docenti, mediante la loro immissione in ruolo, nell’intento di avviare a soluzione l’annosa situazione del precariato;
  • il Governo, per rispondere ai bisogni reali delle scuole, con tale stabilizzazione, così come chiaramente affermato nel testo de «La Buona Scuola», intende anche ampliare l’offerta formativa e migliorarne la qualità, fornendo al piano di assunzioni una specifica caratterizzazione qualitativa;
  • nella legge di stabilità 2015 è stato istituito un fondo per la realizzazione del piano della «Buona Scuola» con particolare riferimento non solo al piano straordinario di assunzione dei docenti ma anche alla formazione dei docenti e dirigenti scolastici;
  • la distribuzione di tale personale deve essere effettuata conseguentemente in base a criteri funzionali agli obiettivi di qualità del servizio scolastico e alle necessità delle singole scuole, affinché possano raggiungere gli esiti di efficacia formativa da loro stesse individuati, ponendo particolare attenzione alle aree a rischio di disagio minorile e a forte processo migratorio;
  • uno degli scopi più importanti da conseguire con il razionale impiego di tali risorse umane deve essere costituito dalla prevenzione e dal contrasto della dispersione scolastica a sostegno del successo formativo, al fine di contribuire credibilmente alla riduzione della dispersione dal 17,6 per cento attuale al 10 per cento) entro il 2020, così come richiesto nel Documento conclusivo dell’Indagine conoscitiva sulle strategie per contrastare la dispersione scolastica, approvato dalla Commissione «Cultura, Scienza e Istruzione» della Camera e tenendo conto delle indicazioni della Commissione Europea che ha posto il fenomeno della dispersione scolastica tra i cinque obiettivi della strategia Europa 2020;
  • il rapporto di autovalutazione previsto dalla direttiva 8 settembre 2014, n. 11, ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 28 marzo 2013, n. 80, dispone che le singole scuole analizzino i dati sugli alunni per quanto riguarda evasione, ripetenze, abbandoni e si rende, pertanto, necessario richiedere alle scuole di determinare gli obiettivi che intendano perseguire in questo campo;
  • la continuità didattica, una delle condizioni per qualificare l’offerta formativa, da molti anni viene gravemente compromessa dalla irregolarità dello svolgimento delle lezioni nei primi mesi dell’anno scolastico a causa di assegnazioni tardive del personale; occorre quindi assicurare il diritto prioritario alla continuità didattica degli alunni senza penalizzare il regolare accesso al posto di lavoro del personale docente, normalizzando lo svolgimento dell’attività didattica fin dall’inizio delle lezioni,

impegna il Governo:

  • ad utilizzare al meglio i 148 mila docenti da stabilizzare, dopo aver proceduto alla copertura dei posti vacanti e disponibili, disponendo che il nuovo organico non sia aggiuntivo bensì costituisca a tutti effetti espansione dell’organico e, per questo, sia stabile e fisso, correlato all’attuazione dell’offerta formativa delle istituzioni scolastiche o loro reti;
  • ad operare per una complessiva revisione delle attuali classi di concorso finalizzata, in particolare, a garantire un ottimale utilizzo delle competenze professionali dell’organico superando le attuali rigidità;
  • a considerare la stabilizzazione come una misura necessaria ma non sufficiente per una strategia volta a dotare le scuole di risorse professionali competenti e motivate e a potenziare gli interventi di sviluppo professionale;
  • ad assicurare che prioritariamente l’organico funzionale delle scuole consenta, oltre alla piena copertura delle supplenze, l’attuazione degli obiettivi di prevenzione e contrasto della dispersione scolastica e dell’integrazione, attraverso progetti stabili almeno di durata biennale;
  • ad assegnare alle aree a elevata complessità, da ridefinire ciclicamente tenendo anche conto dei risultati di apprendimento quali risultano dalle prove standardizzate INVALSI, una quota parte delle complessive risorse destinate all’organico funzionale d’istituto;
  • a considerare gli effettivi bisogni rappresentati dalle scuole in relazione agli obiettivi da raggiungere individuati nel piano dell’offerta formativa, prevedendo che, all’interno della provincia di riferimento, si realizzi il più possibile una corrispondenza tra le competenze professionali dei docenti e le specifiche esigenze formative delle scuole, consentendo a queste di esprimere gradimenti in ordine alle competenze stesse;
  • a modificare i tempi delle procedure preparatorie dell’anno scolastico nella gestione del personale docente (mobilità,nomine in ruolo, conferimento supplenze annue/temporanee fino al termine delle attività) prevedendo come obiettivo finale di conferire prima dell’estate le supplenze annue e fino al termine delle attività, per permettere il regolare avvio dell’anno scolastico;
  • a sostenere in particolare, nella distribuzione delle risorse, il segmento dell’istruzione tecnica e dell’istruzione e formazione professionale;
  • a formare e qualificare i docenti assunti nelle competenze richieste dalla qualità dell’insegnamento, in particolare nella lingua straniera e nell’informatica, nonché nei compiti di prevenzione del disagio, rinnovamento delle metodologie didattiche, orientamento, sviluppo delle competenze, integrazione interculturale e interventi tempestivi per affrontare le difficoltà di apprendimento, anche attraverso l’utilizzo sistematico dei Dipartimenti e delle Facoltà universitarie;
  • ad accompagnare la formazione in ingresso del personale docente immesso in ruolo con una decisa innovazione dell’anno di prova, nel corso del quale accertare il possesso delle competenze di base dei docenti assunti, rilevandone crediti e debiti formativi in base ai quali prevedere la formazione ed eventuali possibilità di rinvio o recessione del contratto; ed a rivedere altresì la composizione del Comitato di valutazione prevedendo, oltre al dirigente e ai docenti, anche figure esterne (quali docenti universitari e/o dirigenti tecnici);
  • ad attivare un sistema di formazione continua in servizio degli insegnanti che coinvolga in modo strutturale scuola e università, per assicurare una cooperazione tra innovazione educativa, sperimentazione scolastica e ricerca universitaria;
  • a perseguire, sia nella formazione iniziale, sia in quella continua, piena integrazione tra i saperi disciplinari, i metodi di insegnamento, le didattiche e le competenze pedagogiche;
  • ad accertare e monitorare da parte delle scuole il raggiungimento degli obiettivi di riduzione della dispersione dichiarati nel rapporto di autovalutazione delle scuole, che dovranno compilare entro il luglio 2015, prevedendo un’apposita attenzione al miglioramento, della scuola anche in collaborazione con l’Invalsi ed, a tale scopo, a completare le anagrafi scolastiche con il concorso delle regioni, indispensabile per la prevenzione degli abbandoni e della dispersione;
  • a prevedere di affrontare, nell’ambito di tale riorganizzazione dell’organico scolastico, la revisione dell’insegnamento di Cittadinanza e Costituzione, al fine di valorizzare l’acquisizione delle competenze sociali e civiche anche attraverso nuove modalità di valutazione degli studenti e autovalutazione delle scuole, l’individuazione di figure di coordinamento e una revisione curricolare e del tempo-scuola coerenti con la pratica effettiva del vivere a scuola da cittadini;
  • a riferire ai competenti organi parlamentari decorso un anno sullo stato e sull’esito della predetta stabilizzazione

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