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JE SUIS CHARLIE

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JE SUIS CHARLIE. Sintesi dell’editoriale del Café Pédagogique dell’8/01/2015
L’attentato contro Charlie Hebdo rappresenta per la scuola una doppia sfida: quella di superare il dolore e l’emozione a vantaggio della riflessione; quella di non rinchiudere la scuola entro un unanimismo di facciata, ma di avviare una discussione “spregiudicata” sui valori che si vogliono per il proprio Paese e la propria scuola.

(sintesi dell’editoriale del Café Pédagogique dell’8/01/2015)

br-cha1L’attentato contro Charlie Hebdo rappresenta per la scuola una doppia sfida:
– quella di superare il dolore e l’emozione a vantaggio della riflessione;
– quella di non rinchiudere la scuola entro un unanimismo di facciata fondato su pseudo valori, ma di avviare una discussione “ spregiudicata” sui valori che si vogliono per il proprio Paese e la propria scuola.
C’è l’emozione di avere perso uomini che tanto ci hanno dato. Cabu, Wolinski, Charb ci hanno fatto riflettere, facendoci ridere. Ci hanno invitato a cambiare, a divenire meno bestie, a interrogarci. Impossibile dimenticare quello che ci hanno dato. Difficile immaginare il futuro senza di loro. Ci mancheranno.

Ma ciò che ci hanno insegnato è la forza intellettuale della derisione, quella che ci invita a non fermarci all’emozione e agli schemi usati. E’ una forza dissacrante. Su questo terreno Cabu e i suoi collaboratori erano i degni eredi dell’Illuminismo. Dissacrando tutto, rendevano sacra la nostra capacità di riflettere e la nostra volontà di uomini. Ciò di cui abbiamo bisogno in questo momento è la capacità di superare le emozioni.

Oggi dobbiamo riaffermare i nostri valori democratici. Ma essere fedeli a quei valori significa salvaguardare la nostra capacità di discuterne. L’appello all’unità è necessario. Ci consola. Ma non deve impedirci di continuare il lavoro continuo della discussione. L’attentato contro Charlie Hebdo, commesso, come oggi appare, in nome della religione, ha avuto luogo nello stesso giorno in cui il Café pédagogique  pubblicava un articolo su un’opera che si interrogava sulla tradizionale concezione francese di laicità. Dobbiamo osare continuare a interrogarci su tali valori.

( L’opera citata è: Béatrice Mabilon-Bonfils, Geneviève Zoïa, La laïcité au risque de l’Autre, Ed. de l’Aube , La Tour-d’Aigue (Vaucluse), collection Monde en cours , ISBN 978-2-8159-1079-8. Su tale opera il Café, il giorno precedente l’attentato, aveva fatto un’intervista a una delle autrici, Béatrice Mabilon-Bonfils, che aveva messo in discussione il valore della laicità come è stato tradizionalmente concepito in Francia, un’impostazione che oggi impedirebbe una vera integrazione e la “coabitazione” di più culture)

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