un maestro, un innovatore democratico
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Lo ricordiamo
con le parole scritte sul sito a lui dedicato Casa delle arti e del gioco
“La vita di Mario Lodi ha interpretato culturalmente la ricostruzione dell’Italia post-guerra, ne ha segnato i momenti più alti di riflessione sulla pedagogia e il mondo della scuola e dei bambini attraverso un impegno concreto e quotidiano.
E’ proprio nel contatto quotidiano con i bambini, con la loro osservazione partecipe che Mario Lodi ridisegna il valore della scuola, ne cambia aspetti e metodologia.
Si deve a questa esperienza e alle successive elaborazioni se anche in Italia si fa strada la consapevolezza che il bambino è portatore di una vera e propria cultura che una società civile deve saper accogliere e rispettare.”
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e con un breve brano tratto da “Mario Lodi: un maestro dai mille sguardi” di Franco Frabboni, che indica alcuni degli ideali educativi di cui si è nutrita l’opera di Mario Lodi
Prima scia d’acqua. Il diritto di tutti allo studio: mai più un’istruzione classista e discriminatoria.
Seconda scia d’acqua. Il diritto all’inclusione e all’integrazione dei disabili nelle classi di tutti: mai più un’istituzione pubblica che esclude e separa.
Terza scia d’acqua. Una conoscenza nutrita di pensiero e di azione: mai più un pensiero signorsì e coccodè blindato nel banco.
Quarta scia d’acqua. Una lingua italiana viva e saporita: mai più imbalsamata e cimiteriale.
Quinta scia d’acqua. L’integrazione tra materie umanistiche e materie scientifiche: mai più l’egemonia delle prime sulle seconde.
Sesta scia d’acqua. Una Scuola dei laboratori: mai piu prigioniera nelle sezioni o nelle classi.
Settima scia d’acqua. L’incontro con i saperi interdisciplinari, a canne d’organo: mai più una liturgia monodisciplinare dotata di una sola tonalità cognitiva.
Ottava scia d’acqua. Il lavoro di gruppo e il cooperative learning: mai più un allievo ammanettato nel banco in situazione di immobilità, solitudine e silenzio.
Nona scia d’acqua. La partecipazione-gestione dei genitori alla vita della Scuola: mai più un insegnante che riceve mamma e papà sull’uscio dell’aula per bisbigliare il rendimento cognitivo della figlia o del figlio.
Decima scia d’acqua. L’incontro con l’ambiente-città e con l’ambiente natura quali libri di lettura di saperi caldi diretti, visibili, freschi di giornata: mai più conoscenze indirette, invisibili, assiomatiche lontane dal mondo quotidiano degli alunni.
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e infine, la sua delusione nell’intervista rilasciata a Repubblica per i suoi 90 anni.
“E dopo oltre mezzo secolo, maestro Lodi, qual è il bilancio? Lo sguardo azzurro si fa distante, come a difendersi da una realtà che non gli piace:
L’Italia è un disegno incompiuto. Non è nato il popolo che volevamo rieducare, così come non è nata la nuova scuola che avevamo in mente. Se mi volto indietro, se penso al nostro lavoro di quei decenni, mi sembra tutto vanificato. Oggi è prevalsa la scuola tradizionale, un modello competitivo che somministra nozioni e dà la linea.
Non vogliamo teste piene, le vogliamo ben fatte: era lo slogan degli insegnanti democratici. Un’altra favola bella che se n’ è andata”.