IMMAGINA
Scuole del 21° secolo: idee e pratiche visionarie
[stextbox id=”grey” mleft=”5″ mright=”5″ image=”null”][/stextbox]
Portiamo dentro il calore dello straripante salone di San Domenico dove per due giorni relatori italiani e stranieri hanno disegnato i possibili scenari del cambiamento in un clima di coinvolgente partecipazione.
Molti hanno osservato che i politici per primi dovrebbero seguire questi eventi, per allargare la loro visione della scuola, troppo spesso relegata a riduttive e passatiste impostazioni, incapaci di scorgere le priorità e i percorsi per soddisfarle.
Le tre sessioni del seminario sono state costruite in modo da collegare in un circolo virtuoso, ricerche e approfondimenti sui diversi aspetti dell’apprendimento e casi di scuole che in altri Paesi stanno praticando nuove organizzazioni degli studi, nuovi curricoli e nuove metodologie. Si tratta di scuole la cui popolazione scolastica è in grande misura svantaggiata, perché è in quelle scuole che si può misurare davvero l’innovazione e il miglioramento.
Ci auguriamo di poter pubblicare in tempi ragionevolmente brevi gli atti del seminario. Intanto una breve sintesi delle tre sessioni.
PRIMA SESSIONE
Immagina, crea, apprendi
La prima sessione è stata coordinata dal Presidente dell’Indire, Giovanni Biondi.
La sessione è stata aperta dai saluti della Presidente della Fondazione per la Scuola, Annamaria Poggi.
La prima relazione è stata svolta da Alfonso Molina, direttore della Fondazione Mondo digitale, che ci ha introdotto nell’affascinante Phyrtual, un ambiente fisico-virtuale per l’innovazione e l’educazione per la vita, una palestra per l’apprendimento esperienziale e la pratica dell’innovazione in tutte le sue espressioni: innovazione tecnologica, sociale, civica e personale. E’ un luogo di incontro tra vecchie e nuove professioni dove si parla il linguaggio della fabbricazione (tradizionale e digitale), della sperimentazione e della creatività per stimolare la crescita professionale, l’auto imprenditorialità ed esercitare le competenze del 21° secolo.
La seconda relazione di Alison Critchley, Amministratore delle RSA Academies, è stata introdotta in modo vivace e piacevole dal prologo di Marco e Andasavia che hanno illustrato Opening Minds, l’innovativo curricolo per competenze ideato dalla RSA inglese.
Alison Critchley ha presentato l’organizzazione degli studi di 5 scuole RSA nel distretto di Birmingham che applicano il curricolo Opening Minds. Come le altre scuole presentate al seminario, anche queste hanno l’enorme pregio di rivolgersi a ragazzi di condizioni socio-economiche deprivate e di riuscire a condurli a buoni livelli di apprendimento e ad amare la scuola. La relazione si è focalizzata sullo sviluppo di 5 aree di competenza: 1.cittadinanza, 2.capacità di apprendere, 3.gestione delle informazioni, 4.capacità di relazione, 5.gestione delle situazioni. Rispetto alla scuola tradizionale inglese questi 5 istituti, che lavorano in rete, pongono enfasi sui progetti piuttosto che sulle materie, sulla personalizzazione e l’apprendimento legato al mondo reale, riducono la frammentazione, e sono gestiti da un minor numero di insegnanti.
Ha concluso la sessione l’interessante illustrazione delle migliori esperienze europee da parte di Marc Durando, Direttore di European Schoolnet, la rete di 30 Ministeri europei dell’istruzione, con base a Bruxelles, che ha l’obiettivo di proporre e sostenere innovazioni nell’insegnamento/ apprendimento a favore di Ministeri dell’istruzione, scuole, insegnanti, ricercatori e imprese partner. Durando si è soffermato in particolare su iTEC, la più grande iniziativa in Europa sul progetto di apprendimento e insegnamento per la classe del futuro, che unisce un’appropriata pedagogia ad un uso coerente della tecnologia e si salda con l’impostazione di Future Classroom Lab.
La relazione di Durando è stata preceduta da una bella presentazione di Marco e Andasavia sulle Avanguardie Educative in Italia, il movimento sostenuto dall’INDIRE che vuole portare a sistema le esperienze più innovative di trasformazione della scuola; una sorta di “galleria delle idee” dove sono raccolte le piu’ significative esperienze delle nostre scuole.
SECONDA SESSIONE
Le chiavi per apprendere
La seconda sessione, coordinata da Norberto Bottani, il notissimo analista dei sistemi educativi, ha trattato dell’apporto che le neuroscienze e la psicologia forniscono allo sviluppo di strategie per apprendere.
Ha introdotto la sessione il monologo di Marco e Andasavia sulla creatività e i modi per alimentarla nella scuola.
La prima relazione è stata svolta da Lucia Mason, Ordinario di Psicologia dell’educazione all’Università di Padova. In un avvincente susseguirsi di enunciazioni teoriche e prove empiriche, Lucia Mason ci ha portato a scoprire il ruolo delle caratteristiche individuali nei processi di apprendimento e a comprendere come la messa in atto di strategie efficaci sia legata ad una triplice alleanza tra aspetti cognitivi, metacognitivi e motivazionali-emotivi. Il suo grande merito è stato quello di rendere accessibili a tutti concetti non familiari e di far comprendere e condividere il fatto che il risultato scolastico è frutto dell’interazione, complessa e affascinante, tra funzionamento cognitivo ed emotivo-sociale, e che questa interazione è cruciale per la progettazione degli ambienti di apprendimento a scuola.
Marco e Andasavia ci hanno poi portato a scoprire il Big Picture Learning, un movimento nato negli Stati Uniti per dare risposte all’istruzione dei ragazzi piu’ disagiati e contrastare il numero enorme di drop out e NEET presenti anche negli Stati Uniti. I risultati ottenuti sono sorprendenti: piu’ del 90% degli studenti che seguono scuole Big Picture si diploma, contro il 69.5% della media degli Stati Uniti. Si tratta di scuole secondarie di primo e secondo grado di piccole dimensioni , di norma non piu’ di 140 studenti per plesso scolastico. Le scuole sono divise in piccole advisory di 15 studenti ciascuna. L’ advisory e’ molto di piu’ e molto diversa rispetto alla nostra classe, e’ come una seconda casa o una seconda famiglia. L’advisory, cioè la classe, è seguita da un advisor che, cosa inconcepibile per noi italiani, è l’unico responsabile del gruppo classe e l’unico coordinatore del piano educativo personalizzato di ogni studente. Non ci sono altri insegnanti. E’ vero però che c’è enorme collaborazione fra gli advisor. Due volte al giorno gli studenti si incontrano nell’advisory, al di fuori del lavoro indipendente personalizzato di ciascuno di loro. Il motto del Big Picture è: uno studente alla volta! Ciascuno è seguito con enorme cura anche al di fuori della scuola e con un contatto diretto e costante con la famiglia, che viene pienamente coinvolta nel piano educativo. Un altro aspetto fondamentale del Big Picture è il LIT Learning Through Internship, imparare attraverso il tirocinio nel mondo reale del lavoro. il tirocinio si svolge sotto la guida di un esperto, il mentore.
La scuola scelta per raccontare la pratica realizzazione del Big Picture Learning è stata l’olandese Prakticon, che doveva essere illustrata dal preside aggiunto Eelco Hogendijk, che è anche presidente del Big Picture olandese. Purtroppo Hogendijk, è stato impedito a raggiungerci da una febbre altissima. Ha comunque brillantemente presentato la relazione, che Eelco aveva preparato, Chiara Jorioz, che fa parte dell’Associazione Big Picture italiana. Jorioz, coadiuvata da Riccardo Bna, ha approfondito la visione del Big Picture Learning e ha descritto Prakticon, una scuola particolare, frequentata da ragazzi con alcune difficoltà intellettive, che sta raggiungendo ottimi risultati.
Ha concluso la sessione Davide Antognazza, che ha integrato i temi trattati da Lucia Mason.
Nella sua relazione è stato ribadito come razionalità e vissuto emotivo agiscano insieme ed in equilibrio.
L’apprendimento avviene in un contesto emotivo – non necessariamente basato sulla piacevolezza dei contenuti da imparare – ma strettamente legato alla capacità di scegliere e a quella di gestire le proprie emozioni.
TERZA SESSIONE
Curricoli del 21° secolo: cosa conservare, cosa cambiare
La terza ed ultima sessione, coordinata da Mario Giacomo Dutto, Presidente IPRASE di Trento.
Ha affrontato il tema dei curricoli, colpevolmente passato in second’ordine negli ultimi anni.
Ha aperto la sessione la video-relazione di Luigi Berlinguer, purtroppo impedito a raggiungerci da una brutta influenza.
E’ stato, il suo, un appassionato appello a dare piena cittadinanza all’arte nella scuola. Espellerla, come oggi avviene, è una scelta di classe. Tutti devono poter godere del bello!
Ha quindi svolto la sua bellissima relazione Roger-François Gauthier, Che cosa dovrebbe insegnare la scuola. Note per una rivoluzione dei curricoli. Gauthier è persona estremamente qualificata a parlare di curricoli, perché non è solo ispettore a Parigi, ma è membro della Commissione ministeriale francese per la riforma dei programmi scolastici . Ha affermato che in Francia si è dovuti passare dall’idea di innovazione a quella di “rifondazione”, più politica e più radicale. L’idea di rifondazione rimette in discussione: 1. la posizione dello Stato, 2. l’organizzazione scolastica, 3. lo statuto dei “saperi scolastici”, 4. La definizione dell’alunno, 5. la definizione del professore
In conclusione, ha affermato Gauthier, ciò implica: 1. il passaggio da uno Stato che si spossessa della scuola a uno Stato neo-educatore che restituisce la scuola ai cittadini, 2. Il passaggio da una scuola che parla di valori a una scuola che pratica i valori, 3. La trasformazione di saperi che “vanno da sé” a saperi responsabili, 4. l’assunzione dell’allievo come persona in tutta la sua individualità, molto più complessa del suo essere allievo, e infine 5. il passaggio da professori esecutori a intellettuali consapevoli.
Marco e Andasavia hanno poi introdotto la straordinaria scuola olandese Nikè, dove la creatività si respira in ogni angolo. E’ un istituto professionale che ha rivoluzionato i modi di apprendere insieme agli ambienti di apprendimento. E’ la scuola della libertà: né libri di testo, né lavagne, né compiti a casa, né discipline. Il preside di NIKE’ è un pittore, che crede nell’ispirazione e nella creatività ed è convinto che per alimentarle la scuola debba investire nell’arte, nella scienza, nello sport e nella filosofia, ma non solo. La scuola deve essere, anche fisicamente, un ambiente che ispira, un ambiente positivo di apprendimento, PLE, Positive Learning Environment.
Jan Fasen e Guido van Dijk, l’uno direttore e l’altro insegnante di Nike, hanno illustrato in dettaglio la filosofia che sottende l’organizzazione della loro scuola e di alcune altre scuole collegate. E’ la concezione dell’ Agora, della scuola come piazza. In Agora l’apprendimento comincia dall’interesse dell’allievo, da un programma di ricerca, scelto dall’allievo. Gli insegnanti sono come sherpa, che garantiscono che i ragazzi raggiungano la cima della montagna non perché conoscano la via ma perché hanno familiarità con i segreti e la variabilità della montagna. Il curricolo è il mondo che viene esaminato da 5 prospettive: mondo scientifico, mondo spirituale, mondo artistico, mondo socio-etico, mondo-società. In Agora le discipline si mescolano in significative ricerche che gli studenti fanno sulla base di una domanda che essi stessi pongono . L’apprendimento in Agora ha luogo in un contesto sociale e l’educazione degli allievi ha un solo obiettivo: che siano personalmente capaci di percorrere autonomamente la loro strada nella società e di collegarsi agli altri. Il curricolo è rigorosamente personalizzato.
Enzo Zecchi, responsabile scientifico di Lepida Scuola, ha svolto l’ultima relazione dal titolo Una didattica per problemi, progetti e competenze.
Relazione molto applaudita e seguita perché ha dato spunti concreti per reimpostare contenuti e didattica attraverso il PBL: Problem/Project Based Learning, che apre finestre di intervento anche nella situazione data.
Ha concluso il seminario Alessandra Cenerini, presidente di ADI, che raccogliendo tutte le sollecitazioni, ha con successo riproposto un tema caro all’ADI: il varo di una legge, o di uno specifico articolo all’interno del prossimo disegno di legge, che dia alle scuole, che lo vorranno, l’autonomia di rifondare l’attuale organizzazione dei curricoli, dei tempi e dei modi di fare scuola. Ciò comporta anche la possibilità per le scuole o reti di scuole di non essere vincolate alle attuali rigidità dell’organico, di poter assumere gli insegnanti sulla base del progetto di istituto, di attribuire ai docenti un orario onnicomprensivo di 30 ore settimanali, di avere libertà di gestione del budget e di ridefinizione di una leadership intermedia. Posizioni che vengono rigettate dai sindacati e che invece hanno avuto dai numerosissimi partecipanti al seminario un lungo applauso di approvazione. Indice che la classe docente e dirigente è più avanti dei sindacati che la rappresentano, ma anche dei Governi che definiscono i cambiamenti o semplicemente consolidano il passato.
INFINE….. UN CONVEGNO 2.0
Infine ci piace ricordare che è stato un convegno all’insegna dell’innovazione 2.0. E’ stato possibile, infatti, seguire i lavori anche in Rete attraverso il canale Twitter con l’hastag #ADImmagina
I partecipanti in sala hanno “cinguettato” aprendo così la splendida Biblioteca di San Domenico ad una dimensione virtuale per condividere e documentare in tempo reale l’evento.
è stata l’occasione per sperimentare un nuovo modo di esserci, di partecipazione collettiva implementata e amplificata dall’utilizzo delle tecnologie.
Tutti i Twitter sono stati raccolti al seguente link: http://tgb.io/ADImmagina/211997 “