Nel momento in cui in Italia è più che mai acuto il dibattito sull’orario scolastico (tutto di schieramenti perché non fondato su dati di ricerca), è di grande interesse vedere come evolve questo tema in altri Paesi. Riferiamo qui delle tendenze che stanno imponendosi, non senza contraddizioni, negli Stati Uniti.
L’aumento del tempo scuola dopo A Nation at Risk.
Dopo l’allarme sull’istruzione lanciato dal famoso Rapporto del 1983, A Nation at Risk, di cui si celebra quest’anno il venticinquennale, c’è stata una generalizzata tendenza ad aumentare l’orario nelle scuole americane. Il Rapporto invitava infatti esplicitamente ad aumentare le tradizionali 6 ore giornaliere di un’ora e gli usuali 180 giorni annuali di 20/40 giorni.
Il dibattito sull’efficacia dell’aumento dell’orario giornaliero è tuttora vivace. Ci sono stati vari studi al riguardo, ma non hanno dato risultati chiari. Mentre alcune ricerche hanno provato chiaramente gli effetti negativi di vacanze troppo lunghe specialmente per i bambini più svantaggiati, e quindi l’esigenza di più giorni di scuola, non vi sono altrettante evidenze dell’efficacia dell’aumento dell’orario giornaliero e settimanale delle lezioni. Nonostante ciò la tendenza generalizzata negli USA è di aumentare l’orario.
Va detto comunque che tale aumento, pur configurandosi nella maggioranza dei casi come incremento dell’orario scolastico, è realizzato anche attraverso modalità e attività molto diverse, quali ad esempio:
lasciare tempo ai bambini di fare compiti al computer, in un ambiente comodo e rilassato dalle 2 del pomeriggio,
diluire il curricolo in un numero maggiore di ore fino ad allungare di un anno la scuola secondaria superiore (v. distretto di Boston),
costruire legami più stretti tra scuole ed esperienze esterne (v. Providence, dove è stata costruita una rete di attività non scolastiche che vanno dallo sport al design di moda , alla guida al college ecc..),
L’ orario giornaliero nelle scuole americane
Una agenzia americana di consulenza in istruzione, l’Education Resource Strategies, ha analizzato quante ore gli alunni hanno trascorso a scuola in un anno, prendendo come anno di riferimento il 2006. Va ricordato che ciascuno Stato negli USA ha propri autonomi poteri sull’istruzione. I risultati variano dalle 914 ore di Chicago alle 1274 di Houston. Queste ore rappresentano il tempo complessivo di permanenza a scuola, che comprende anche il pasto, l’intervallo fra le lezioni e simili. Quindi non tutto il tempo scuola è orario di lezione (a una simile conclusione è giunta una ricerca analoga fatta da Eurydice sull’orario della scuola primaria in Europa, pubblicata su questo sito)
Negli ultimi dieci anni, però, si è fatta sempre più strada la convinzione che sia necessario un maggiore orario per le attività curricolari. Questo è avvenuto sotto la spinta del movimento per gli standard, finalizzato a definire ciò che gli studenti dovrebbero sapere, che ha evidenziato il divario nei risultati di apprendimento tra gli studenti di diverse etnie e di diverso background socio-economico, facendo risaltare il preoccupante gap degli alunni dei ceti più deprivati.
Pur in presenza di tendenze diverse, oggi sull’aumento dell’orario scolastico ci sono alcune idee di fondo condivise. Se ne citano tre:
- i bambini hanno bisogno di più tempo per apprendere ciò devono sapere;
- il più tempo deve accordarsi con nuove modalità di apprendimento;
- la scuola non può fare tutto da sola, come è dimostrato dalle varie iniziative in atto.
Orario scolastico: cosa ci dice PISA
[stextbox id=”grey” image=”null”][/stextbox]
I risultati di PISA 2003 sulle competenze dei quindicenni in matematica mostrano che la relazione tra orario e punteggio è complessa e non si può emettere una sentenza univoca.
Infatti i due Paesi che hanno avuto i migliori risultati, Finlandia e Corea, hanno situazioni opposte quanto all’entità dell’orario scolastico:
la Finlandia ha un numero di ore annuali fra i più bassi, 861 ore annue, mentre la Corea fra i più alti, 1079 ore annue.
La trasformazione del calendario scolastico in USA dal XIX secolo ad oggi
Un tempo i bambini americani che vivevano nelle città non avevano tante vacanze come oggi. A metà dell’Ottocento, alcune grandi città tenevano aperte le scuole più di 250 giorni all’anno. LE scuole di New York erano aperte tutto l’anno, con un periodo di vacanza di sole 3 settimane in Agosto.
Fu verso l’inizio del XX secolo che l’anno scolastico nelle città cominciò ad accorciarsi sotto la pressione dei genitori della media borghesia. Nelle zone rurali, invece, il calendario, che nel passato subiva spesso interruzioni perché i figli dovevano aiutare i genitori in campagna, o perché non c’erano fondi sufficienti , cominciò ad allungarsi.
Verso la metà del XX secolo, la maggior parte delle scuole in USA aveva assunto l’attuale calendario che va dalla tarda estate alla tarda primavera, con un consolidato numero di giorni di vacanze estive.
Gli effetti negativi delle lunghe vacanze estive sugli alunni con basso reddito
[stextbox id=”grey” image=”null”][/stextbox]
Il ricercatore Karl Alexander e i suoi colleghi dell’Università John Hopkins hanno disegnato la traiettoria che indica i risultati di più di 700 alunni delle scuole di Baltimora che si sono iscritti in prima elementare nel1982. Lo studio ha dimostrato che il divario negli apprendimenti tra i bambini di famiglie con basso reddito e i loro compagni con reddito medio si amplia nei mesi estivi a causa delle diverse opportunità di apprendimento.
Ricordiamo a questo riguardo che a conclusioni simili è giunto il Rapporto 2008 dell’inglese IPPR (Institute for Public Policy Research) Thursday’s child
DOWNLOAD
- Sintesi del Rapporto 2008 dell’inglese IPPR (Institute for Public Policy Research) Thursday’s child (testo inglese)
LINK
- Il dossier completo di Edweek 25 Anni dopo A Nation at Risk (testi in inglese)
Il Rapporto completo A Nation at Risk 1983 (testo in inglese)
Sugli effetti negativi delle vacanze lunghe, tre articoli sul sito di Norberto Bottani
- Youths bored in schools holidays (Che noia le vacanze)
- Pausa estiva nefasta perché troppo lunga
- Much of Learning Gap Blamed on Summer (Le vacanze estive colpevoli di gran parte delle differenze negli apprendimenti)