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Se ne è andata Emma Castelnuovo, la prof. della matematica “amica”

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Il 13 aprile 2014, a più di 100 anni, Emma Castelnuovo se ne è andata nel sonno. A dicembre aveva ricevuto il premio Nesi «per aver dedicato la sua vita e la sua intelligenza alla teoria e alla pratica dell’insegnamento attivo della matematica”. All’interno un ricordo della sua vita e del suo insegnamento, con un breve video in cui racconta la sua straordinaria esperienza in Nigeria.

Emma Castelnuovo
Emma Castelnuovo

Il 13 aprile 2014, a più di 100 anni, Emma Castelnuovo se ne è andata nel sonno.

A dicembre aveva ricevuto il premio Nesi «per aver dedicato la sua vita e la sua intelligenza alla teoria e alla pratica dell’insegnamento attivo della matematica come componente imprescindibile della formazione culturale del cittadino consapevole».

Emma Castelnuovo è stata prima di tutto una straordinaria insegnante.

Dopo la laurea in matematica nel 1936 con una tesi sulla geometria algebrica, nell’agosto del 1938 vinse la cattedra di insegnante di scuola media. Di religione ebraica, alcuni giorni dopo fu sospesa dal servizio a causa delle leggi razziali. Dal 1939 al 1943 insegnò in una  scuola ebraica.

Fu reintegrata in servizio solo dopo la guerra, e da allora ha sempre insegnato presso la scuola media Torquato Tasso di Roma fino al 1979, anno del suo pensionamento.

Quando noi insegnanti pensiamo ai grandi che hanno lasciato traccia del loro lavoro, a scienziati, a persone che hanno rivoluzionato i modi di intendere e di impostare la cultura, difficilmente li collochiamo nella scuola  e ancor più difficilmente riusciamo a immaginare che nella scuola abbiano speso tutta la loro vita. E’ triste constatarlo, ma il prestigio sociale della professione docente in Italia è così basso che noi stessi abbiamo perso considerazione e stima del lavoro che facciamo.

Eppure nella scuola, nella nostra scuola, abbiamo avuto esempi splendidi di intelligenze e di rivoluzionarie realizzazioni.

Emma Castelnuovo ne è un esempio stupendo.

Emma ha rivoluzionato il modo di insegnare la matematica, ha indicato un approccio del tutto innovativo per fare apprendere ai ragazzini la geometria euclidea.

Nel 1944 fondò l’Istituto romano di cultura matematica e riunì per anni, ogni sabato pomeriggio, i suoi colleghi per indurli a un ripensamento dei programmi e dei metodi di insegnamento della matematica.  Fu allora che cominciò a delineare il suo ”metodo attivo” per l’apprendimento della geometria intuitiva.

Nel 1948, La Nuova Italia pubblicò il suo volume ”Geometria intuitiva”. Nella prefazione alla prima edizione si legge: «È necessario animare la naturale e istintiva curiosità che hanno i ragazzi, dagli undici ai quattordici anni, accompagnandoli nella scoperta delle verità matematiche, trasmettendo l’idea di averlo fatto per se stessi».

A quel testo seguirono la ”Didattica della matematica” e  ”La matematica nella realtà”.

Una delle caratteristiche  più note del suo modo di insegnare sono le esposizioni di matematica,  in cui venivano esposti cartelloni e “apparecchi matematici” creati dai suoi allievi durante le lezioni.

Utilizzò questo metodo anche durante la sua esperienza in Nigeria, dove fu mandata dall’UNESCO, nel 1978 e nel 1980, per insegnare in una classe corrispondente alla terza media italiana. Al termine della sua esperienza in quel Paese produsse un’esposizione con i lavori di quei ragazzi, raccontata dagli stessi ragazzi.

Vogliamo ricordarla con un frammento del suo racconto di quell’esperienza straordinaria

VIDEO

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