Il 17 dicembre 2009 la Conferenza unificata Stato Regioni ha dato parere favorevole allo schema di Decreto Ministeriale sul modello di certificazione dei saperi e delle competenze relative all’assolvimento dell’obbligo di istruzione.
Certificazione dei 4 assi culturali con riferimento alle 8 competenze di cittadinanza
Il modello prevede che siano certificate le competenze dei quattro assi culturali definiti nel nuovo obbligo del 2007 varato dal ministro Fioroni (asse dei linguaggi, asse matematico, asse scientifico-tecnologico, asse storico-sociale) “con riferimento alle otto competenze chiave di cittadinanza”
(1. imparare ad imparare; 2. progettare; 3. comunicare; 4. collaborare e partecipare; 5. agire in modo autonomo e responsabile; 6. risolvere problemi; 7. individuare collegamenti e relazioni; 8. acquisire e interpretare l’informazione).
Tre livelli di competenza
La certificazione è prevista su tre livelli:
- livello di base
- livello intermedio
- livello avanzato
In caso di esito negativo viene indicato “livello base non raggiunto”, con relativa motivazione.
MODELLO CERTIFICATIVO
COMPETENZE DI BASE E RELATIVI LIVELLI RAGGIUNTI |
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Asse dei linguaggi | LIVELLI |
lingua italiana
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lingua straniera
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altri linguaggi
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Asse matematico | LIVELLI |
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Asse scientifico – tecnologico | LIVELLI |
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Asse storico – sociale | LIVELLI |
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La contraddizione italiana
E’ evidente che la certificazione dei 4 assi su 3 livelli, che viene consegnata solo a chi ne fa esplicita richiesta, va a sommarsi alla normale valutazione in decimi su tutte le singole discipline.
Non vogliamo qui entrare nel merito delle diatribe che in questo affiancamento tra valutazioni in decimi e certificazioni in tre livelli si determineranno. C’è chi sta prefigurando: 6= livello di base; 7 e 8 = livello intermedio; 9 e 10= livello avanzato. Ma altri già dicono che siccome nella scuola italiana si fa pochissimo uso del 9 e del 10, l’8 rientra a pieno titolo nel livello avanzato.
Il problema è l’anomalia italiana. Negli altri Paesi la certificazione a conclusione dell’obbligo avviene per tutti a seguito di esame, esattamente come è da noi in terza media, ed è l’esito delle prove che determina i successivi passaggi.
Quello che è prevedibile è che di questa certificazione le scuole faranno pochissimo uso, e che sarà prevalentemente, se non esclusivamente, utilizzata nella formazione professionale.
Non buttare via il bambino con l’acqua sporca
Noi vogliamo augurarci che non sia l’ennesima occasione sprecata.
Sappiamo bene che quest’anno le scuole sono ancora alle prese con i vecchi programmi e non sono preparate a una certificazione seria di competenze. E sappiamo anche che questa sorta di schizofrenia fra valutazione in decimi alla fine del biennio e certificazione dell’obbligo rimarrà anche con la riforma del 2° ciclo, ma questo non ci deve indurre a buttare via il bambino con l’acqua sporca.
La valutazione delle competenze è problema che rimane, e con essa la costruzione di prove obiettive e trasparenti per misurarla.
Questo dovrebbe pertanto indurre le scuole ad avviare una discussione approfondita su cosa significhi conseguire risultati in termini di competenze e come valutarli.
Un terreno ancora in larga misura da dissodare e che richiede un’adeguata formazione, ma anche la volontà di ribaltare la tradizionale impostazione pedagogica: assumere l’approdo come punto di partenza.
E’ quella che viene definita programmazione a ritroso (backward design) che ha come finalità la “comprensione profonda” e si sviluppa in 3 fasi:
- identificare i risultati desiderati,
- formulare prove capaci di accertare il raggiungimento dei risultati,
- pianificare le attività di apprendimento.
Che è, a ben guardare, l’esatto opposto di quanto oggi normalmente si fa.
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- Schema di decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca e relativo modello di certificazione dei saperi e delle competenze relative all’assolvimento dell’obbligo di istruzione
- Parere della Conferenza unificata Stato Regioni sul DM relativo al modello di certificazione di fine obbligo
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