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OCSE-CELE conferenza internazionale: IMMAGINIAMO!

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IMMAGINIAMO! Conferenza OCSE-CELE a Vienna sull’architettura scolastica
Per 3 giorni, dal 20 al 22 settembre 2010, un meeting internazionale ha esplorato visioni radicali per l’architettura delle scuole coerenti con i nuovi modi di apprendere.

 Esploriamo visioni radicali per le scuole di domani …
Come fare per realizzarle

 Vienna, 20-22 settembre 2010

L’OCSE CELE  (Centre for Effective Learning Environments, Centro per un efficace ambiente d’apprendimento) ha organizzato a Vienna un incontro internazionale di tre giorni, 20-22 settembre 2010, dal titolo IMAGINE! Exploring Radical Visions for Tomorrow´s Schools… and How to Make Them Work

La conferenza è stata imperniata sul problema dell’organizzazione degli spazi scolastici, trattato alla luce delle indicazioni emerse in questi ultimi decenni dalle indagini sulle modalità più efficaci di apprendimento, sull’equità dei sistemi scolastici, sulle ripercussioni su insegnamento/apprendimento delle nuove tecnologie digitali e sull’andamento della spesa pubblica per l’istruzione.

All’incontro ha partecipato un centinaio di persone, tra cui architetti, urbanisti, sociologi, dirigenti scolastici, pedagogisti. Quasi assenti invece i responsabili delle politiche scolastiche, cioè  coloro che decidono. In realtà, l’incontro non era destinato a chi decide gli indirizzi delle politiche scolastiche e gli investimenti nel settore dell’istruzione, ma ai futurologi  che riflettono sulle trasformazioni dei sistemi scolastici, dell’insegnamento, delle modalità di apprendimento e che si interessano all’evoluzione delle strategie di sviluppo dei sistemi scolastici e alla messa a punto di politiche coerenti con i nuovi modelli strategici.

La conferenza è stata articolata con un’alternanza di    relazioni plenarie e lavori in gruppo.   partecipanti hanno potuto ripartirsi tra  dieci gruppi di lavoro imperniati su tematiche ritenute centrali per lo sviluppo futuro dei sistemi educativi:

  • scuole senza classi;
  • edifici scolastici ecologici;
  • micro-ambienti scolastici, flessibilità base del rendimento;
  • adattabilità degli edifici scolastici, costruzioni in prospettiva dei cambiamenti;
  • connessioni con le comunità locali;
  • progettazione di spazi fruibili da  gruppi
  • eterogenei , a geometria variabile, e modificabili per diverse attività scolastiche;
  • la scuola fuori dalle pareti scolastiche: gli spazi esterni come ambienti d’apprendimento;
  • scuole sicure;
  • modalità di finanziamento e rendimento degli edifici scolastici;
  • la scuola virtuale e le nuove tecnologie.

Tutte le relazioni, talune delle quali molto stimolanti, si troveranno in rete a partire dal 29 settembre sul sito della conferenza (www.gbl.tuwien.ac.at/imagine2010/ ). Qui si riprendono alcuni punti essenziali emersi dalle discussioni.

In futuro non si potranno più costruire edifici scolastici come si è fatto in passato. Occorre tenere conto della gamma di evidenze prodotte dalla ricerca scientifica sugli apprendimenti, che ribaltano i criteri di un’organizzazione scolastica secolare divenuta obsoleta.

   Il concetto di classe sembra definitivamente tramontato e con esso quello di aula scolastica. Nelle scuole di domani non esisteranno più aule chiuse né corridoi. Gli spazi sono polivalenti, non ci sono angoli morti, i gruppi di discenti si compongono e scompongono a seconda degli interessi e delle competenze.

  • Gli spazi scolastici sono costosi per cui nessun metro quadrato va sprecato. Ogni superficie deve avere una valenza educativa.  
  • Le procedure per concepire nuovi spazi scolastici sono complesse e implicano la cooperazione di tutte le parti in causa, lunghe discussioni, esperienze pilota in grandezza naturale. Le decisioni devono essere collettive e coinvolgere non solo autorità e architetti ma anche presidi, insegnanti, studenti, enti locali, esperti dell’educazione. La progettazione, la sperimentazione, la messa a punto dei progetti devono andare di pari passo.
  • Le mega-scuole con 1000-2000 studenti sono destinate a scomparire, sono ingovernabili. Le scuole di  domani saranno a dimensione ridotta, di 250-300 allievi l’una. Si possono però ipotizzare piccole scuole riunite in un vasto complesso scolastico.
  • Le nuove tecnologie dell’informazione della comunicazione la fanno da padrone, per cui gli spazi scolastici dovranno essere strutturati  in funzione delle nuove tecnologie, e devono essere tali da consentire agli studenti, al personale scolastico, e a tutti gli utenti dell’edificio scolastico, l’accesso  continuato 24 ore su 24 alla rete mondiale di informazione.
  • Queste modalità di funzionamento e di organizzazione degli spazi scolastici implicano necessariamente una trasformazione radicale della professione docente che, come è stata fin qui concepita, è al capolinea.  Si pone l’esigenza di una molteplicità di figure/funzioni, quali  specialisti dei media,  coach personali degli allievi,  coach generali di gruppi di allievi e di insegnanti, esperti delle discipline e delle metodologie, documentalisti, eccetera.
  • Gli edifici scolastici esistenti dovranno essere non solo restaurati ma anche trasformati e adattati alle nuove esigenze e secondo i nuovi criteri di “spazi aperti”, “scuole senza classi”. Ciò è fattibile. C’è incertezza sui costi di questa operazione comparati ai costi di costruzione completamente nuove. Si tratta di due opzioni in concorrenza, ma l’esperienza di recupero di vecchi edifici scolastici ha indubbiamente un valore simbolico ed estetico rilevante.

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