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PIAAC: indagine internazionale sulle competenze degli adulti

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L’8/10/13 sono stati diffusi i risultati dell’indagine internazionale PIAAC sulle competenze alfabetiche e matematiche degli adulti (16-65 anni) in 24 Paesi. I risultati dell’Italia sono ancora una volta disastrosi, anche se leggermente migliori rispetto alle precedenti indagini. E’ tempo di interrogarsi sulle reali priorità dell’istruzione in Italia, che non sono certo quelle indicate nell’attuale Decreto Scuola

PIAAC (Programme for the International Assessment of Adult Competencies)L’8 ottobre 2013 sono stati diffusi i risultati dell’indagine internazionale sulla valutazione delle competenze degli adulti PIAAC (Programme for the International Assessment of Adult Competencies).

Svolta nel periodo 2011-2012 e promossa da Ocse,  l’indagine analizza il livello di competenze fondamentali della popolazione tra i 16 e i 65 anni in 24 paesi.

In Italia l’indagine è stata condotta dall’ISFOL, su incarico del Ministero del Lavoro. Le competenze prese in considerazione dal programma riguardano le capacità di base alfabetiche (literacy) e matematiche (numeracy).

I risultati sono ancora una volta drammatici per l’Italia, gli adulti italiani sono ben al di sotto della media degli altri paesi, anche se rispetto alle precedenti indagini Ocse (IALS 1994-98 e ALL 2006-08) tale distanza si è ridotta.

Fa impressione vedere l’Italia all’ultimo posto  nel grafico relativo al punteggio medio di literacy ottenuto nei 24 Paesi partecipanti all’indagine PIAAC

Come sempre il gap è più accentuato al sud e nelle isole.

Gli scarti più elevati si hanno tra i nostri laureati e quelli degli altri paesi. Per quanto abbia poco  o nessun senso operare paragoni decontestualizzati, lascia comunque sconcertati scoprire che le competenze in literacy di un laureato italiano corrispondono a quelle di un diplomato in Giappone ( che si diploma peraltro un anno prima di noi!),

I deficit nelle competenze chiave  vanno di pari passo con l’inattività. E’ il caso dei NEET i giovani di età compresa tra i 16 e i 29 anni che non studiano e non lavorano, un altro drammatico primato italiano.

RemarkNoi riteniamo che questa drammatica situazione sia imputabile a diversi fattori che ancora non sono affrontati in maniera adeguata o sono totalmente trascurati, quali

  1. l’inadeguatezza della riforma della scuola media unica come motore di democratizzazione dell’istruzione, questione che permane irrisolta
  2. il fallimento dell’istruzione professionale e dell’alternanza scuola-lavoro
  3. la colpevole incapacità di fare partire seriamente l’apprendistato e di inserirlo negli ordinamenti
  4. l’assenza di una seria formazione degli adulti. Siamo in presenza di una ridicola equiparazione dei CPIA  (Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti ) alla normale scuola statale, con la stessa rigidità degli organici, stessa organizzazione  ecc, quando avrebbero dovuto essere di tutt’altra natura e da subito affidati agli Enti Locali
  5. infine, ma non per importanza, la formazione dei docenti e la loro organizzazione del lavoro

In questa situazione è davvero triste constatare che le priorità definite nel Decreto Scuola sono ancora lontanissime dalle vere priorità dell’istruzione nel nostro Paese.

Altrettanto inconcepibile è sentire invocare come soluzione dei nostri mali il prolungamento dell’obbligo fino al termine della scuola secondaria superiore. Noi al contrario chiediamo che la scuola secondaria superiore sia di 4 anni e termini alla maggiore età, con un’organizzazione degli studi che veda l’attiva partecipazione dei ragazzi anche a livello di opzionalità, ora negate, e di reale specializzazione nell’ultimo biennio, in coerenza con le scelte operate.

[stextbox id=”info” image=”null”]GPS EDUCATION dell’OCSE[/stextbox]

L’OCSE ha istituito un sito interattivo, GPS Education , che è la fonte per avere dati internazionali comparabili sulle politiche educative, sulle relative pratiche, sulle varie opportunità e i risultati. Accessibile in qualsiasi momento, in tempo reale, l’Education GPS fornisce le ultime informazioni su come i vari paesi operano per sviluppare sistemi educativi di qualità ed equi.

Si possono ottenere istantaneamente le statistiche pubblicate dall’OCSE a livello nazionale o mondiale, e basta un click per ottenere le rappresentazioni grafiche

[stextbox id=”white” image=”null”]GPS EDUCATION dell’OCSE[/stextbox]

[stextbox id=”info” image=”null”]COMUNICATO ISFOL[/stextbox]

Di seguito pubblichiamo il Comunicato dell’ISFOL con alcune tabelle particolarmente significative.


LE COMPETENZE DEGLI ITALIANI AL DI SOTTO DELLA MEDIA OCSE

I DATI DELL’INDAGINE NAZIONALE ISFOL-PIAAC CONFERMANO LA NECESSITÀ DI INVESTIRE ULTERIORMENTE NEL MIGLIORAMENTO DEL CAPITALE UMANO DEL NOSTRO PAESE

Le competenze alfabetiche (literacy) degli adulti italiani risultano ben al di sotto della media dei paesi Ocse. Si tratta di competenze fondamentali per la crescita individuale, la partecipazione economica e l’inclusione sociale. Al tempo stesso emerge una positiva tendenza al miglioramento dei livelli di competenza del segmento femminile. E’ quanto emerge dai primi risultati dell’indagine ISFOL-PIAAC (Programme for the International Assessment of Adult Competencies), svolta nel periodo 2011-2012,  al fine di analizzare il livello di competenze fondamentali della popolazione tra i 16 e i 65 anni. L’indagine, realizzata in 24 paesi, è stata promossa dall’Ocse e realizzata in Italia dall’ISFOL su incarico del Ministero del Lavoro.

Il nostro paese si colloca all’ultimo posto della graduatoria nelle competenze alfabetiche, anche se rispetto alle precedenti indagini Ocse la distanza dagli altri paesi si è ridotta[1]. Inoltre l’Italia risulta penultima nelle competenze matematiche (numeracy), fondamentali per affrontare e gestire problemi di natura matematica nelle diverse situazioni della vita adulta.

[stextbox id=”white” caption=”Confronto punteggio medio di literacy ottenuto nei Paesi partecipanti all’indagine PIAAC”]Confronto punteggio medio di literacy ottenuto nei Paesi partecipanti all’indagine PIAACFonte: elaborazione ISFOL su dati  OCSE/PIAAC 2012[/stextbox]
Le competenze analizzate dall’indagine sono espresse in punteggi da 0 a 500.  Nelle competenze alfabetiche il punteggio medio degli adulti italiani è pari a 250, contro una media Ocse di 273. Nelle competenze matematiche la media italiana è pari a 247 rispetto a 269 di quella Ocse. I punteggi sono riconducibili a 6 diversi livelli di competenze e il livello 3 è considerato il minimo indispensabile per “vivere e lavorare nel XXI secolo”. In riferimento alle competenze alfabetiche il 29,8% degli adulti italiani si colloca al livello 3 o superiore, il 42,3% al livello 2 e il 27,9% non supera il livello 1.
Quanto alle competenze matematiche il 28,9% è al livello 3 o superiore, il 39% a livello 2 e il 31,9% al livello 1 o inferiore.
[stextbox id=”white” caption=”Punteggi medi nelle competenze alfabetiche (literacy) nelle ripartizioni territoriali in relazione alla media Ocse, Spagna, Francia, Germania”]Punteggi medi nelle competenze alfabetiche (literacy) nelle ripartizioni territoriali in relazione alla media Ocse, Spagna, Francia, GermaniaFonte: elaborazione ISFOL su dati OCSE/PIAAC 2012[/stextbox]
Il divario Nord-Sud è stabile per tutti i livelli di istruzione considerati ed è più ampio, in particolare, per i livelli di istruzione universitaria. Rispetto alla media Ocse il deficit del nostro paese è più accentuato per i livelli di istruzione più avanzati.

[stextbox id=”white” caption=”Punteggio medio nelle competenze alfabetiche (LIT) e matematiche (NUM) in Italia e altri paesi Ocse per titolo di studio”]

Livello istruzione ITALIA OCSE differenza
Primaria LIT 235 246 -11
Primaria NUM 229 237 -8
Secondaria LIT 263 272 -9
Secondaria NUM 263 268 -5
Laurea LIT 281 297 -16
Laurea NUM 280 296 -16

Fonte: elaborazione ISFOL su dati OCSE/PIAAC 2012[/stextbox]

Il 40% di chi ha seguito un percorso formativo raggiunge o supera il livello 3 nelle competenze alfabetiche, contro il 20% di chi non lo ha fatto. Per questi ultimi il punteggio medio è pari a 241, a fronte di un punteggio di 268 per chi ha seguito corsi di formazione. A tal riguardo preoccupa il fatto che la partecipazione ad attività di apprendimento formale ed informale per adulti in Italia sia la più bassa tra i paesi Ocse:  il 24% a fronte di una media del 52%.

Abbandonare precocemente gli studi determina un costo in termini di competenze, un investimento mancato per il futuro. Una delle situazioni più preoccupanti rimane quella dei Neet, cioè i giovani di età compresa tra i 16 e i 29 anni che non studiano e non lavorano. In termini di competenze alfabetiche il punteggio medio è pari a 242, cioè 8 punti sotto la media nazionale. Solo il 5% dei Neet raggiunge il livello 3, contro il 25% dei coetanei che lavorano e il 50% di chi studia.

[stextbox id=”white” caption=”Confronto Italia/media Ocse fra punteggi medi Neet/altre condizioni nella fascia di età 16-29 sulla scala delle competenze alfabetiche (literacy)”]Confronto Italia/media Ocse fra punteggi medi  Neet/altre condizioni nella fascia di età 16-29 sulla scala delle competenze alfabetiche (literacy)

Fonte: elaborazione ISFOL su dati OCSE/PIAAC 2012[/stextbox]

Tra gli adulti solo un terzo degli occupati raggiunge il livello 3, con significative differenze a livello territoriale.

[stextbox id=”white” caption=”Percentuale di occupati per livelli di competenze alfabetiche (literacy) e ripartizioni territoriali”]Percentuale di occupati per livelli di competenze alfabetiche (literacy) e ripartizioni territorialiFonte: elaborazione ISFOL su dati OCSE/PIAAC 2012[/stextbox]

Dall’indagine emergono comunque anche una serie di aspetti positivi:

  • si riscontra un processo di contenimento dell’analfabetismo. Diminuisce, rispetto alle precedenti indagini internazionali (IALS e ALL), la percentuale di popolazione che si posiziona nei livelli più bassi di competenza (la quota sotto il livello 1 passa dal 14% a circa il 5,5%), mentre è aumentata al contempo la percentuale di popolazione a livello 2 (dal 34,5% al 42,3%);
  • si riduce la forbice tra giovani e anziani. Il gap tra la fascia dei 16-24enni e la fascia dei 55-64enni passa, per quanto riguarda le competenze alfabetiche, da 63 punti delle precedenti indagini ai 30 di PIAAC; con un miglioramento delle fasce di età più mature;
  • si contrae lo scarto con la media Ocse relativamente alle competenze alfabetiche e si riscontra un miglioramento complessivo rispetto alle altre indagini svolte negli ultimi anni, mentre gran parte degli altri paesi rimane stabile.

I dati mostrano anche una significativa riduzione del divario tra maschi e femmine. Per le donne si rileva, infatti, un recupero di competenze, soprattutto sul versante delle competenze alfabetiche. Inoltre le disoccupate registrano un punteggio più elevato rispetto ai disoccupati maschi (250 contro 234) e lo stesso avviene per le  competenze matematiche (243 contro 227). Ciò conferma l’esistenza di un significativo capitale femminile che meriterebbe di essere maggiormente valorizzato sul piano professionale.

  • [stextbox id=”warning” caption=”Link” image=”null”]

    [/stextbox]

 [1] Si tratta delle indagini IALS sulle competenze degli adulti (1994-98) e ALL sulle competenze alfabetiche funzionali e abilità per la vita (2006-08).

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