LA PROPOSTA: ROMPERE VECCHI SCHEMI E
DARE PIU’ AUTONOMIA ALLE SCUOLE, ANCHE PER LE ASSUNZIONI
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BASTA ANNUNCI DI RIFORME, RENZI ABBIA IL CORAGGIO DI BLAIR
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di Alessandra Cenerini [1]
[stextbox id=”info” image=”null”]La scuola è stanca. Basta annunci di riforme.
Chiediamo una moratoria, convinti che ci sarà rinascita solo scegliendo di investire sulle energie oggi disponibili a seppellire vecchi miti, artatamente mantenuti in vita per preservare lo status quo. Uno status quo da decenni inerte di fronte all’espulsione di migliaia e migliaia di ragazzi e alla mortificazione di tanti talenti. Uno spreco enorme di risorse umane e sociali.
Occorre coraggio e determinazione ed assegnare, come fece il primo Blair, completa autonomia a un certo numero di istituti scolastici che dimostrino nei fatti che è possibile spezzare le regole dell’organizzazione centralistica della scuola: l’insegnante solitario, che fa lezione in una classe di 25/30 alunni della stessa età, dentro un’aula organizzata con cattedra e banchi allineati, secondo un orario cadenzato da campanelle a scandire un sapere scisso in singole discipline, con poca o nessuna libertà concessa agli studenti nell’organizzazione dei loro studi. Un insegnamento bollato dall’unicità della funzione docente, della quale sono corollario l’uniformità dell’orario di servizio e della retribuzione, nonché la valutazione del merito per anzianità.
Rompere questi schemi è difficile, ma necessario e indispensabile. Come?
L’ADI da tempo propone la creazione di istituti scolastici a “statuto speciale”, a somiglianza delle academies lanciate da Blair nel 2000. A tali Istituti vanno garantiti avanzati livelli di autonomia:
- la facoltà di assumere il personale, tra cui esperti, e di retribuirlo con il solo vincolo del livello stipendiale minimo,
- un orario di servizio onnicomprensivo per una media di 30 ore settimanali da attribuire al nucleo professionale portante degli insegnanti,
- la possibilità di assumere figure di leadership intermedia con incarico professionale full time,
- una forte autonomia rispetto al curricolo nazionale, ivi compresi orario e calendario scolastico,
- un budget complessivo senza vincoli di destinazione e riferito a costi standard,
- l’autonoma gestione degli interventi di architettura educativa, supportata da adeguati trasferimenti di risorse,
- un Consiglio di Istituto inteso come Consiglio di Amministrazione, con possibilità di avere sostenitori del mondo imprenditoriale e dell’università.
Permangono ovviamente alcuni vincoli, quali:
- la valutazione esterna attraverso le prove INVALSI e gli ispettori,
- gli esami nazionali,
- l’esclusione di qualsiasi selezione/discriminazione nell’accoglienza degli alunni.
L’iniziativa assume senso pieno se rivolta in primo luogo a istituti frequentati da una popolazione scolastica svantaggiata, con la finalità di superare il tasso drammatico di ripetenze ed abbandoni. Si tratta innanzitutto degli istituti professionali, che , come avvenuto a Trento, vanno liberati dalla riforma attuata dal ministro Fioroni, che li ha omologati agli istituti tecnici, togliendo loro la possibilità di impartire autonomamente le qualifiche triennali e i diplomi quadriennali. Occorrerà convertire alcune specializzazioni nell’alveo degli istituti tecnici, ma soprattutto assegnare alla grande maggioranza di queste scuole i curricoli dell’istruzione e formazione professionale regionale in regime di sussidiarietà, secondo l’attuale modello complementare. Ci confortano i dati Isfol che segnalano i risultati più che soddisfacenti dell’IeFP rispetto agli IPS.
C’è poi un secondo terreno fertile di intervento, lanciato dal ministro Carrozza, che va ripreso: i licei quadriennali. Ridurre il tempo standard (in anni scolastici) del curricolo obbliga a rileggere i modelli liceali attuali abbandonando l’illusione dei cambiamenti senza vera innovazione.
Infine, non sono esclusi a priori nemmeno gli istituti comprensivi che intendano costruire un ciclo unico, superando le storture della vecchia “scuola media”.
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[1] Presidente nazionale ADI, Associazione Docenti Italiani