L’ “IFE“, Institut Français de l’Éducation, ha pubblicato a novembre 2018 un dossier dal titolo “Une école à corps perdu ?”, in cui analizza come è vissuto e trattato il corpo a scuola.
Esiste un grande dualismo fra il posto che il corpo occupa nelle nostre società occidentali, dove è oggetto costante di ammirazione, valorizzazione e ostentazione, e il posto che occupa nella scuola, dove la sua materialità è del tutto trascurata e svilita. Le ricerche educative ignorano la correlazione tra corpo e mente e la questione della materialità del corpo nei contesti scolastici. Il corpo è assente dalle preoccupazioni scolastiche e didattiche.
Ma l’alunno come percepisce il proprio corpo a scuola? Lo studente si sente accolto nella sua globalità ? Nelle interviste fatte a numerosi adolescenti, i ragazzi usano spesso il termine di “corpo zombi”, con il quale indicano un corpo passivo, presente e assente allo stesso tempo o non abitato. Ma non può essere così, i corpi degli studenti e degli insegnanti sono inseparabile dalle persone che incarnano e gli spiriti non camminano da soli nel cortile della scuola o nella sala insegnanti.
Questa mancanza di domande sul ruolo del corpo a scuola mette in evidenza il paradosso del dualismo fra esistenza “carnale” e coscienza “disincarnata”, e induce ad affrontare il problema dell’accoglienza scolastica degli studenti in modo globale.
Il Dossier n. 126 dell’IFE, Une école à corps perdu ?, si interroga per l’appunto sulla questione del corpo a scuola, soprattutto durante il periodo adolescenziale, e si chiede se sia ancora legittima la tensione che a scuola oppone le rappresentazioni del corpo a quelle della mente. In filigrana appaiono anche le relazioni tra clima scolastico, benessere a scuola e usi sociali del corpo.
In download: Une école à corps perdu ?