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Francia: rapporto dell’Haut Conseil de l’Education sulla scuola media unica e risposta del ministro

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L’Alto Consiglio dell’Educazione (HCE) ha messo sotto accusa il collège,la scuola media unica di 4 anni, varata nel 1975. Ma il ministro non intende riformarla.

[stextbox id=”grey” image=”null”]IL RAPPORTO[/stextbox]

Atteso da mesi, il Rapporto dell’Alto Consiglio dell’Educazione (Haut Conseil de l’Education, HCE) uscito alla fine di settembre, mette sotto accusa il collège, ossia la scuola media unica di 4 anni, varata con la legge del 1975.

“E’ ora che il nostro Paese prenda coscienza che c’è bisogno di innalzare significativamente il livello medio degli apprendimenti degli alunni, se si vuole rispondere alle sfide mondiali. Questo obiettivo costituisce per la scolarità obbligatoria del XXI secolo un traguardo ambizioso esattamente come lo fu  nel XX secolo  l’istruzione gratuita e obbligatoria”

In  44 pagine i saggi dell’HCE espongono le carenze della scuola media unica francese, il collège, e dimostrano come, perché e a causa di chi queste carenze  non vengano colmate, quindi indicano  le misure necessarie perché venga realmente data applicazione allo zoccolo comune, (ossia le competenze chiave), varato nel 2006.

Una scuola con risultati mediocri

Risultati degli allievi mediocri, differenze dovute a fattori sociali non colmate, malessere degli insegnanti,  crescenti problemi di convivenza scolastica”.

Le considerazioni dell’HCE sono preoccupate e preoccupanti. Vengono anche denunciate “pesanti disparità fra le scuole, che a volte giungono alla costituzione di vere e proprie scuole-ghetto. In certe scuole medie non è più l’eterogeneità che crea problemi, bensì l’omogeneità sociale o etnica della popolazione scolastica”.

Le responsabilità

Se si è arrivati a questo punto, è perché tutti i responsabili, ai diversi livelli, hanno in realtà rifiutato l’idea dello zoccolo comune, ossia di una base comune di competenze chiave per tutti gli allievi.

La scuola media è stata penalizzata finanziariamente  rispetto al liceo.

L’amministrazione centrale ha fatto resistenza passiva.

Gli ispettori non hanno sollecitato l’interdisciplinarità nei programmi.

Passare dalla scuola media unica alla “scuola dello zoccolo comune”

Nella misura in cui zoccolo comune e scolarità obbligatoria sono intrinsecamente collegati, la scuola primaria e la scuola media sono logicamente votate a costituire un insieme comune: “la scuola dello zoccolo comune”, della durata di 9 anni.
La recente creazione, in seno alla Direzione generale dell’insegnamento scolastico (Direction générale de l’enseignement scolaire (DGESCO), di “una sezione dello zoccolo comune, della personalizzazione dei percorsi scolastici e dell’orientamento”, che raggruppa quindi la scuola primaria e la scuola media, costituisce un segnale della volontà politica  di fare della realizzazione dello zoccolo comune una priorità.

Abolizione progressiva delle ripetenze

Nel  2003 quasi il 40% degli alunni francesi di 15 anni (età in cui si conclude la scuola media di 4 anni, il collège) erano in ritardo di almeno un anno, rispetto a una percentuale inferiore al 5%  degli alunni inglesi , finlandesi, coreani o neozelandesi.

La scuola media deve pertanto avere come missione la riduzione progressiva delle ripetenze, considerate peraltro l’inutilità e l’inefficacia delle stesse, come da tempo acclarato.

Pilotare con fermezza la realizzazione dello zoccolo comune

L’HCE chiede che i rappresentanti delle istituzioni a tutti i livelli, in particolare il corpo ispettivo, facciano un discorso chiaro e coerente sullo zoccolo comune. Occorre che i programmi siano modificati  in base alle esigenze dello zoccolo comune, e su questo deve vigilare il ministero.

E’ necessario che la legge finanziaria unifichi i finanziamenti dell’ “insegnamento scolastico dello zoccolo comune”, oggi scisso fra scuola primaria e secondaria

La formazione degli insegnanti

 

Una delle condizioni essenziali della riuscita della “scuola dello zoccolo comune” è la formazione degli insegnanti.
Oltre ad una formazione disciplinare di alto livello, i docenti devono essere preparati a utilizzare le pratiche più efficaci per insegnare in classi eterogenee e conoscere a fondo la psicologia dell’età evolutiva.

 

Approcci pedagogici diversificati

L’acquisizione da parte di tutti gli allievi delle competenze comuni dello zoccolo non è in contraddizione  con la pluralità dei percorsi per raggiungerle.

La scuola media deve preparare ai tre diversi percorsi, i licei generali, i licei tecnici e i licei professionali,  mentre oggi la scuola media unica è fondamentalmente orientata alla preparazione degli alunni per il liceo generale e privilegia i saperi astratti.

Viene dato troppo poco spazio alle attività pratiche e all’approccio induttivo. Per questo l’Alto Consiglio ritiene che “tutte le forme d’intelligenza, ivi comprese le abilità manuali debbano essere coltivate. La cultura manuale e tecnologica dovrebbe essere appresa da tutti gli allievi, perché permette di valorizzare diverse attitudini, alcune delle quali indispensabili alla vita di tutti i giorni”.

Più autonomia alle scuole

Le scuole medie devono godere di maggiore libertà nell’impiego dei finanziamenti  e contestualmente devono mettere in essere una diversa organizzazione dei tempi e degli spazi scolastici.

Viene portata  ad esempio la sperimentazione del collège Clisthène nel distretto di Bordeaux. Lì il tempo pedagogico è stato ripensato e organizzato attorno a tre distinte aree, ciascuna delle quali occupa un terzo del tempo degli allievi. Sono: l’area delle discipline, l’area interdisciplinare, l’area dedicata ai laboratori.

Sono stati costituiti gruppi di tutorato ciascuno dei quali raccoglie circa 12 allievi distribuiti fra le 4 classi della scuola media, gli allievi più grandi fanno da tutori ai più piccoli e ciascun gruppo è seguito da un insegnante. Le mattine sono riservate all’insegnamento delle discipline (francese, matematica ecc..), fondato sulle competenze, mentre i progetti           interdisciplinari e i laboratori sono organizzati al pomeriggio.

[stextbox id=”grey” image=”null”]LA RISPOSTA DEL MINISTRO[/stextbox]

Luc Chatel, ministro dell’istruzione, mentre ha dichiarato il proprio impegno nei confronti  dell’ apprendimento personalizzato in lettura, scrittura e calcolo, e di un migliore orientamento, ha respinto l’idea di fare una grande riforma della scuola media unica (collège) di qui al 2012.

[stextbox id=”grey” image=”null”]E IN ITALIA?[/stextbox]

Se passiamo all’Italia,  la situazione non è molto diversa.

E’ vero che si è fatto un solo ciclo, ma le due scuole, primaria e secondaria di 1° grado, rimangono profondamente divise.

Le competenze chiave, “strattonate” nel susseguirsi delle Indicazioni, sono tutt’altro che penetrate  nel comune sentire degli insegnanti e nel loro fare scuola.

La scuola media, come ebbe a scrivere François Dubet per il collège francese, rimane “intimamente” un piccolo ginnasio.

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A.Cenerini, T. Pedrizzi, Francia: conoscenze e competenze essenziali, settembre 2006[/stextbox]

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