La scuola e la cultura della comunità
Da parecchio tempo Norberto Bottani denuncia, per averne avuto conoscenza diretta, il fallimento di programmi come Education for all dell’UNESCO e altri programmi di alfabetizzazione universale sostenuti dalla Banca Mondiale, che pretendono di esportare nei paesi poveri del quarto mondo il modello di istruzione tradizionale dei paesi ricchi industrializzati, senza tenere conto delle culture locali.
Forme di istruzione che nelle giovanissime generazioni vengono ormai travolti da internet, ma che in molti paesi si scontrano ancora con le tradizioni locali.
Un esempio ci viene fornito da una notizia del primo marzo 2011 tratta dal sito allAfrica.com
Nel Burkina Faso, il paese con la più bassa alfabetizzazione al mondo, è stata chiusa una classe di scuola primaria, con circa 80 alunni dalla prima alla terza, per questioni di stregoneria. Il direttore della scuola e maestro della classe ha dichiarato che ogni volta che entra a scuola si sente male. E’ il secondo direttore della scuola, il primo si è suicidato nel 2008, un anno dopo l’inaugurazione dell’edificio.
Sono stati fatti esorcismi per scacciare la stregoneria, ma niente da fare.
Dopo varie ricerche si è scoperto che la scuola è stata costruita su un luogo sacro e i saggi non sono stati consultati prima della costruzione.
E’ stata allora stabilita la necessità di un rito particolare che costa circa 300 euro. Al momento ne sono stati raccolti solo la metà. Finchè non si raggiunge l’intera somma, la classe con i suoi ottanta alunni rimane chiusa.
Conclude amaramente Bottani, che ha riportato sul suo sito la notizia:
“Mentre gli stregoni deliberano, i professori di pedagogia dell’università di Ouagadougou, la capitale del Burkina Faso, tengono lezioni sulla nuova pedagogia e il Ministro dell’educazione partecipa a conferenze internazionali all’ UNESCO o al BIE, la scuola di Benté resta chiusa. Quel che succede ai bambini nessuno lo sa. Tra poco sarà inviata una squadra di sociologi ad indagare”