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CELEBRARE IL 17 MARZO CON SPIRITO RINNOVATO

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L’ADi, nell’accogliere l’invito del MIUR di ricordare il 17 marzo “Festa civile nazionale nella ricorrenza della proclamazione del Regno d’Italia”, propone modalità diverse di celebrazione. Da un lato intende contrastare l’idea che unità nazionale significhi statalismo, dall’altra evidenzia come la finalità assegnata alla scuola al momento della nascita dello Stato nazionale sia entrata definitivamente in crisi.

Classe del 1861[stextbox id=”info” image=”null”]Il comunicato del MIUR[/stextbox]

Il MIUR ci ha ricordato che il 17 Marzo è ”Festa civile nazionale in occasione della ricorrenza della proclamazione del Regno d’Italia”,  e che dobbiamo ”ricordare e promuovere i valori di cittadinanza e riaffermare e consolidare l’identità nazionale attraverso la memoria civica, le celebrazioni anche nelle scuole.”

Infine ci ricorda che questa  ricorrenza è stata istituita come festività civile, il 23 novembre del 2012 con la legge n. 222.

[stextbox id=”info” image=”null”]Non confondere l’unità nazionale con lo statalismo e ricordare il dibattito risorgimentale[/stextbox]

Il federalismo repubblicano - C. CattaneoIn questa ricorrenza a noi preme sottolineare la tendenza, molto spiccata nel mondo della scuola, secondo cui quando si parla di unità nazionale si intende  stato centralistico, assimilando tout court  il concetto di  Nazione a quello di statalismo.

Ed è singolare come in occasione delle celebrazioni dell’unità d’Italia non si ricordi mai il dibattito che pervase il Risorgimento, quando l’ipotesi di stato federale rimase per lungo tempo dominante rispetto a quella di Stato unitario centralistico.

Un dibattito che sarebbe quanto mai opportuno riprendere, ripercorrendo questi 150 anni di storia,  dal Risorgimento fino alla riforma del Titolo V,  cercando di capire perché la scuola continui a rimanere imbrigliata in un soffocante statalismo.

[stextbox id=”info” image=”null”]“Il video dell’Introduzione alla 1^ sessione del seminario Il tallone di Achille, Statalismo malattia infantile dell’istruzione in Italia.[/stextbox]

Statalismo malattia infantile dell’istruzione in ItaliaA questo fine intendiamo fornire alcuni spunti molto “leggeri” , proponendovi il video dell’Introduzione alla 1^ sessione del seminario internazionale Il tallone di Achille, che ha trattato il tema della  decentralizzazione e dell’autonomia scolastica.

Il titolo dell’Introduzione è  “Statalismo malattia infantile dell’istruzione in Italia. Ma non fu un morbillo…”
(titolo mutuato dal noto aforisma di Einstein «Il nazionalismo è una malattia infantile. È il morbillo dell’umanità.»).

L’introduzione è stata letta da 2 insegnanti attori, Cristina Bignardi e Marco Marconi

[stextbox id=”info” image=”null”]Crisi delle finalità della scuola nata con gli stati nazionali[/stextbox]

GlobalizzazioneInfine ci sia consentito di dire che la riaffermazione oggi delle finalità che alla scuola  furono assegnate al momento della costruzione dello Stato unitario è a nostro avviso sbagliata, ma soprattutto fuori dal tempo.

In questo secolo siamo passati con una rapidità sorprendente da una modernità solida, definita e vincolata da legami nazionali, territoriali, solidi e duraturi a una modernità fatta di legami mutevoli che racchiude in sé gli effetti della globalizzazione, del nomadismo, delle reti virtuali, una modernità caratterizzata dalla multiculturalità e dalla complessità, dove la nozione di complessità respinge il mito del monoculturalismo .

Questo passaggio ha implicazioni profonde sulla scuola.

1) Sono definitivamente entrate in crisi le finalità della scuola nata con gli stati nazionali: la costruzione dell’identità nazionale, il governo della popolazione attraverso il disciplinamento dei comportamenti di massa, l’inculcare condotte e valori solidi e duraturi.

2) L’identità culturale non è più raggiungibile attraverso un modello statico di cultura; si costruisce nel confronto spesso conflittuale con le altre culture. E’ il risultato di ibridazioni, cambiamenti e rielaborazioni dei propri paradigmi culturali.

Di questo la scuola dovrebbe parlare e trarre le conseguenze.

[stextbox id=”info” image=”null”]L’Inno alla Gioia, l’Inno dell’Unione Europea[/stextbox]

l’Inno alla Gioia - BeethovenE allora lasciateci allargare appena un po’ l’orizzonte, e, senza nulla togliere all’inno di Mameli, fateci celebrare l’unità d’Italia con l’Inno alla Gioia, l’Inno dell’Unione europea, così bello e così poco praticato.

Abbiamo scelto un video molto efficace, in cui l’Inno è suonato e cantato in una piazza con un crescendo di partecipazione, molto coinvolgente.

Viva l’Italia delle Regioni e gli Stati Uniti d’Europa!

 

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