UNA SCUOLA APERTA ALL’ESTERNO E IL SUO ECOSISTEMA
IMPRENDITORIALITA’360

a cura di Tiziana Pedrizzi

INTRODUZIONE

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Riprendiamo questo testo dell’OCSE del 2015, Una scuola aperta all’esterno e il suo ecosistema. Imprenditorialità360, perchè ben chiarisce un concetto, ora molto in uso, quello di ecosistema di apprendimento, qui connesso all’acquisizione di una competenza particolarmente importante, l’imprenditorialità, presente nella Raccomandazione UE sulle competenze chiave del 2006 e rilanciata e approfondita nella successiva Raccomandazione del 2018. Questa competenza ha poi avuto un proprio framework, Entrecomp, e successivi documenti applicativi.

Si parte dalla constatazione che l’Educazione all’imprenditorialità è un settore in rapida ascesa. Nell’Unione Europea questo dato si rispecchia, a partire dal 2008, nella quantità di offerte, con sostegno pubblico, sia nella educazione terziaria che nelle scuole primarie e secondarie ed in una moltitudine di iniziative con supporto governativo per costruire la competenza imprenditorialità attraverso nuove modalità creative di insegnare e apprendere. La Commissione Europea richiede dal 2012 per tutti i giovani di “beneficiare di almeno un’esperienza pratica di imprenditorialità prima di lasciare l’istruzione obbligatoria”.

L’OCSE parla di “ecosistema di educazione all’imprenditorialità” per indicare un ambiente di apprendimento che la stimoli, indipendentemente dal tipo di scuola, dalle materie insegnate e dall’ età degli allievi.

Ora perchè guardiamo agli ecosistemi per sviluppare una scuola aperta all’esterno?

 In ecologia un ecosistema è una comunità sistemica di organismi viventi che interagiscono con gli elementi non viventi del loro ambiente, legati fra loro da cicli di nutrizione e flussi di energia. Possono essere di ogni dimensione, ma generalmente comprendono spazi limitati e specifici.

Nel mondo dell’educazione, gli ecosistemi possono essere definiti come l’insieme della popolazione dentro la scuola (insegnanti, presidi, studenti, altro personale), della popolazione fuori della scuola (imprenditori, associazioni, istituzioni, genitori, famiglie, amici e privati) e di tutti gli elementi non viventi intesi come strutture e strumenti a disposizione (edifici, aule, locali esterni, apparecchi, risorse informatiche, etc.). Tutti questi “attori” sono connessi attraverso reti e insieme formano una meta-popolazione che vive nello stesso ambiente. In una scuola che sviluppa l’imprenditorialità, l’ambiente è caratterizzato da un contesto condiviso di imprenditorialità.

È opportuno fare un breve cenno alle radici scientifiche degli ecosistemi e della loro importanza per capire il funzionamento di un ambiente complesso e permettere poi di applicare queste riflessioni a un contesto di vita reale.

ECOSISTEMI E PARALLELISMI CON L’EDUCAZIONE ALL’IMPRENDITORIALITA’

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Di cosa si parla quando si parla di ecosistemi?

La nozione di ecosistema fu per la prima volta definita nel 1930 dal botanico britannico Arthur Roy Clapham, che si occupò delle interrelazioni fra gli organismi viventi e il loro ambiente, all’interno dell’ecosistema stesso. Con Morin e Hulot questo concetto divenne il paradigma della complessità, delle interazioni fra le componenti viventi e non viventi.  Questa nuova dimensione del termine si presta ad essere utilizzata anche in altri campi e fra gli altri in quello dell’educazione e nello specifico dell’educazione all’imprenditorialità.

Isenberg nel 2011 fu il primo ad utilizzare la nozione di ecosistema a proposito di imprenditorialità. Regele and Neck nel 2012 hanno suggerito che l’educazione all’imprenditorialità può essere considerata un suo sottosistema. In un altro contesto il sociologo americano Clark nel 2001 aveva guardato alla capacità di alcune università americane di costruire uno spirito imprenditoriale al loro interno. Egli vi si riferiva come università imprenditive, che si distinguono per la loro capacità di connettersi alla loro comunità (specialmente ad attori del settore privato) e a negoziare con successo la loro posizione nelle reti. Le università imprenditive sono state analizzate in numerosi studi di caso, che hanno mostrato che ci sono tanti modelli quante sono le università stesse. Questa situazione è rappresentativa di tutti i livelli dell’educazione e rispecchia la complessità dell’ambiente educativo oggi.

Verso un approccio dinamico

Gli ecosistemi sono situati in contesti complessi. I loro attori interagiscono in un’area geografica particolare e i loro comportamenti sono influenzati da un insieme di fattori sociali politici e culturali che progressivamente costruiscono l’ecosistema di un’organizzazione, in questo caso di una scuola.

 Pe capire gli elementi costitutivi di una scuola imprenditiva, abbiamo bisogno di capire il suo ambiente attraverso l’inventario degli elementi che lo costituiscono e delle loro relazioni e interazioni.

Un’ impostazione è stata data da Arthur Tansley, principale punto di riferimento dei biologi, perché ha introdotto una prospettiva sistemica non solo con la descrizione delle singole componenti di un ecosistema ma anche delle sue dinamiche e interazioni. Quel lavoro è stato sviluppato ulteriormente nel 1942 da   Lindeman che ha introdotto l’idea di ecosistema come organizzazione funzionale, che si coordina e sviluppa evolvendosi nel tempo sulla base dei flussi di energia che lo attraversano.

 Applicando l’approccio dinamico al contesto educativo, possiamo dire che non è sufficiente essere consapevoli del numero delle sue componenti viventi e di quelle fisiche, ma che è anche essenziale guardare alle loro reciproche dinamiche. Una scuola insomma dovrebbe guardare al perché e al come le relazioni vengono create, per esempio fra insegnanti e studenti (cooperazione contro autorità), fra studenti ed esterni (visite aziendali, testimonianze, ambiente di apprendimento ampio) o a come il materiale di studio, le infrastrutture digitali e i supporti vengono usati (uso di IT, creazione di prototipi). Oggi il concetto di ecosistema è usato in numerosi campi professionali accademici e scientifici, ma spesso viene dato per scontato e la sua potenziale ricchezza rimane sottoutilizzata.

UN MODELLO DI ECOSISTEMA EDUCATIVO IMPRENDITIVO

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Le metafore vengono usate per il loro potere simbolico di semplificare e schematizzare le riflessioni su di un tema. Tuttavia, esse debbono essere distinte dai campi reali a cui si applicano, per evitare falsi parallelismi e false aspettative.

Importante è dunque non applicare un approccio biologico (ad esempio utilizzare la teoria dell’evoluzione di Darwin per esplorare l’evoluzione della imprenditorialità), ma usarlo come metafora per produrre un modello applicabile che funzioni come quadro di riferimento senza identificazioni astratte.

Le premesse teoriche sopra ricordate permettono di costruire un modello per esplorare gli ambienti educativi strutturato in cinque dimensioni:

  1. framework,
  2. connessioni e reti,
  3. spazi di apprendimento,
  4. cultura,
  5. pedagogia.

Ciascuna dimensione è connessa a specifici attori e strumenti che devono essere interconnessi, per poter mettere a fuoco ciò che serve ai bisogni specifici.

 Com’è una scuola aperta all’esterno? Cinque domande da porsi

Ogni ecosistema è differente poiché coinvolge differenti attori in differenti contesti.

Riflettendo su cinque domande si può costruire un’immagine concettuale dell’ecosistema della propria scuola e dei suoi rapporti con l’ambiente.

 Di seguito le 5 domande:

  1. Qual è il modello di apprendimento? Qui il riferimento è a informazioni relative al curriculo, come, quanti e quali programmi, i loro obiettivi di apprendimento e le modalità di valutazione.
  1. Quali reti e connessioni sono incoraggiate? Qui il riferimento è a come gli attori e i diversi elementi a disposizione sono connessi all’interno della scuola e a come essa crea connessioni con gli attori esterni.
  1. Che tipo di cultura imprenditoriale è prodotta da tale ecosistema? La cultura imprenditoriale è basata su valori, simboli e linguaggi condivisi, con un’influenza reciproca con l’ecosistema stesso.
  1. Quali soluzioni pedagogiche sono privilegiate per stimolare l’apprendimento? Qui il riferimento è agli stimolatori e agli inibitori degli apprendimenti e alle soluzioni pedagogiche preferite.
  1. In quale tipo di spazio di apprendimento è collocata l’istruzione? Qui il riferimento è agli spazi fisici e virtuali disponibili, alla loro progettazione e alle eventuali barriere di accesso.

Le motivazioni sono cruciali

L’intero ecosistema dell’educazione all’imprenditorialità è stimolato e guidato dalla motivazione dei suoi attori, sia intrinseca che estrinseca.

Motivazione intrinseca: es. un insegnante con interessi personali nel campo dell’arte che voglia aprire un corso di arte e imprenditorialità con artisti locali si sentirà motivato intrinsecamente e beneficerà del piacere di lavorare assecondando la sua passione.

Motivazione estrinseca. La motivazione estrinseca è il risultato di azioni costruite da altri soggetti o da condizioni di contorno cui l’individuo si attiene. Per esempio, se il Consiglio d’Istituto ha creato un premio per pedagogie innovative relative all’imprenditorialità, partecipare al processo di realizzazione del premio diventa un riconoscimento sociale per tutti i membri della comunità educativa locale, per insegnanti e scuole premiate, per studenti e famiglie, per il Consiglio d’Istituto e per tutti gli altri stakeholders.

La motivazione intrinseca e quella estrinseca si influenzano reciprocamente. Il riconoscimento sociale dovuto a un premio può incitare gli insegnanti a creare più iniziative imprenditoriali. Le motivazioni intrinseche degli insegnanti e le iniziative eccezionali che ne risultano possono creare motivazioni intrinseche nei colleghi o in altre scuole o in organizzazioni pubbliche che si sentono indotte a sviluppare attività simili. La questione fondamentale è chiedersi quali sono i benefici e le conseguenze per i differenti attori del sistema e di quale natura sono questi benefici.

Per comprendere le parti che costituiscono l’ecosistema dell’educazione all’imprenditorialità di una scuola è necessario analizzare le motivazioni dei suoi attori. La motivazione è degli educatori che possono passarla agli allievi e poiché la motivazione è basata sui benefici percepiti, una scuola ha bisogno di analizzare in primo luogo i benefici desiderati e percepiti dagli insegnanti. Questi possono essere di natura monetaria, ma possono anche essere relativi a valori sociali, filosofici e personali. Una combinazione fra questi è molto frequente. Questo è un punto molto sensibile, poiché può rivelare un’insoddisfazione di base, ma allo stesso tempo può anche accelerare e stimolare la motivazione come forza trainante di un ecosistema efficace. Nel caso di conflitti sottesi una scuola può scegliere di lavorare con un mediatore o un consulente per l’istruzione al fine di individuare e negoziare soluzioni.

Come realizzare l’esercizio di autoriflessione?

Per ogni parte del modello si può realizzare un esercizio di autoriflessione secondo tre aspetti: Chi, Come, Cosa potrebbe essere cambiato?

  1. CHI fa COSA? In primo luogo, si possono identificare il Chi e/o i Cosa associati con un tema chiave come Chi è attivo? e/o Cosa viene fatto? Non è sufficiente preparare un inventario degli attori e degli elementi esistenti, ma bisogna considerare anche le interazioni che complessivamente possono sostenere o impedire l’educazione all’imprenditorialità.
  2. COME? In secondo luogo, è opportuno considerare domande collegate al Come cercando di identificare i fattori di successo, le opportunità così come ciò che non ha funzionato.
  3. COSA POTREBBE ESSERE CAMBIATO? Infine, è opportuno essere innovativi e pensare a ciò che potrebbe essere cambiato Cosa potrebbe essere fatto? Chi dovrebbe essere attivo? 

ESEMPI DI SCUOLE APERTE ALL’ESTERNO

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 Ora mettiamo in pratica la teoria! Applicheremo il modello di educazione all’imprenditorialità presentato sopra, con le sue 5 dimensioni, ai contesti di scuole europee imprenditive.  L’obiettivo è di illustrare come le 5 diverse dimensioni possono aiutare ad analizzare il proprio ecosistema e ad assumere misure concrete per svilupparlo. Procederemo analizzando ciascuna delle 5 dimensioni (1. framework, 2. connessioni, 3. spazi di apprendimento, 4. cultura imprenditoriale e 5. pedagogia) e suggeriremo per ciascuna soluzioni ed esempi concreti di come può essere una scuola aperta all’esterno.

1. Framework di apprendimento

Ci sono due importanti livelli che definiscono il framework di apprendimento: il livello insegnanteLa scuola facilita nuovi modi di apprendimento per i suoi insegnanti? – e il livello allievoChe obiettivi di apprendimento vengono stabiliti in classe? Su ambedue i livelli gli obiettivi possono essere duplici, cioè le attività possono focalizzarsi sullo sviluppo di un’idea di impresa e di creazione di valore economico e sociale e/o sullo sviluppo di una mentalità imprenditoriale.

a) Progetto ETHAZI di Tknika (Spagna)

image044Un buon esempio di come sviluppare le competenze imprenditoriali degli insegnanti è il Progetto ETHAZI  svolto da Tknika  nella regione Basca. Tknika è un istituto che promuove l’innovazione nell’organizzazione e nell’utilizzo della tecnologia nel settore della Formazione Professionale, introducendovi innovazioni ispirate a quelle già in atto in università, centri di ricerca e aziende. Il progetto ETHAZI prepara gli insegnanti a pedagogie attive e collaborative ed è composto di otto moduli: 1.uso delle nuove tecnologie, 2. tecniche creative, 3. apprendimento collaborativo, 4. simulazioni, 5. studi di caso, 6. analisi, 7. insegnamento basato su problemi, 8. valutazione delle competenze.

 In alcuni casi queste attività non vanno al di là del quadro organizzativo della classe, in altri casi si realizza una connessione di insegnanti e studenti con altri attori interni ed esterni alla classe. Questo approccio riesce a collegare molto bene la scuola con l’ambiente locale e crea una collaborazione intensa che è ciò che caratterizza una scuola aperta all’esterno.

b) “Mini-imprese” (Francia)

image045Il programma francese Mini-impresa“ per le scuole secondarie si fonda sull’approccio “learning- by-doing”, ed è volto a collegare intensamente la scuola con l’ambiente esterno. L’obiettivo è quello di vendere – come team – un prodotto creato da una propria idea. Il processo è tutorato da imprenditori collegati al progetto e mira a sviluppare un ciclo completo “dal produttore al consumatore”. I partecipanti, di età fra i 13 e i 22 anni, vengono incoraggiati a esporre e testare i propri prodotti in ambiente locale e ricevono feedback anche sul valore economico percepito.

Sia che l’attività si realizzi attraverso un progetto o un’iniziativa di start-up, il focus principale è sullo sviluppo di un’autentica personalità imprenditoriale. Queste attività stimolano l’apprendimento cognitivo e metacognitivo. Ciò significa che il soggetto è incoraggiato a riflettere sui propri risultati e impara cosa deve fare per realizzarli. Questa esperienza è particolarmente importante, poiché incoraggia gli studenti e i loro insegnanti a cercare attivamente strumenti al di fuori della scuola.

c) “Scuole in movimento” (Germania)

image046Un esempio straordinario si trova in Germania con la iniziativa nazionale Schule im Aufbruch  Scuole in movimento. Fra le molte innovazioni che Schule im Aufbruch ha portato in centinaia di scuole, si sottolinea la forte attenzione posta sull’interesse ad apprendere. Fra le attività obbligatorie che fanno parte del curricolo c’è un progetto di tre settimane che gli studenti devono autonomamente realizzare fuori della scuola. I giovani sono incoraggiati a definire il proprio progetto e ad assumere tutte le azioni per svilupparlo. Per esempio, uno studente di 13 anni ha realizzato il suo sogno di passare 3 settimane in un allevamento nell’Europa dell’Est. Ha fatto da solo tutti i passi necessari per preparare il suo soggiorno e, con l’autorizzazione del preside, ha potuto attuare il suo progetto.

Ci piace ricordare che l’ideatrice di Schule  im Aufbruch  è Margret Rasfeld , ex preside della scuola di Berlino ESBZ da cui tutto è partito, e che ADi ha avuto relatrice al suo seminario internazionale del 2017, Graffiti. Tracce della scuola che verrà

In sintesi, in una scuola aperta all’esterno i partner sono coinvolti nei vari passaggi dell’istruzione e gli allievi sono supportati nel creare valore basato sui bisogni della società o della comunità locale.

Ecco un esercizio di autoriflessione sulla dimensione Framework per l’educazione all’imprenditorialità. I tre temi chiave sottoindicati vengono considerati per ciascuno dei tre aspetti: Chi? Come?  Cosa?

  Esercizio di autoriflessione sul Framework
Temi chiave Chi Come Cosa potrebbe essere cambiato
I partner sono coinvolti nella progettazione delle attività educative Es. insegnanti, preside, studenti, genitori e partner Es. contatti personali accordo con i partner a livello di scuola Es. i contatti di studenti e genitori potrebbero essere utilizzati di più

 

I partner sono coinvolti nella realizzazione delle attività educative
Gli allievi sono sostenuti nella creazione di valore sulla base dei bisogni della società e/o della comunità locale

2. Network e Connessioni

Questa seconda dimensione definisce una scuola che crea e mantiene relazioni con attori esterni di ogni genere (associazioni, imprenditori, privati, esperti) e a tutti i livelli (con interventi singoli, progetti a lungo termine, coinvolgimento in valutazioni, contratti retribuiti). Se si guarda agli attori coinvolti nell’educazione osserviamo due forme di reti. Per alcune scuole le relazioni e le reti sono create esclusivamente all’interno del mondo scolastico (fra associazioni di scuole, fra esperti disciplinari o fra scuole all’interno della stessa rete). Altre invece hanno creato una rete forte e ampia al di là dei confini organizzativi scolastici, superando i livelli locali, attraverso reti regionali, nazionali e internazionali.

Red Emprendedora” (Spagna)

image047Ci sono situazioni in cui le scuole si sono collegate alle imprese, alle organizzazioni non-profit e alle istituzioni. È il caso della RED Emprendedora  in Spagna che orienta gli allievi dalla scuola primaria all’istruzione professionale. L’iniziativa è stata creata da Valnalon, un’organizzazione pubblica che offre uno spazio fisico e sociale per collegare scuole e attori economico-sociali, con l’obiettivo di facilitare l’occupabilità attraverso lo sviluppo di mentalità, saperi e competenze imprenditoriali.

In particolare, per le scuole che offrono attività educative imprenditoriali, è importante costruire anche contatti istituzionali con organizzazioni locali di supporto all’impresa. I contatti personali possono certamente facilitare, ma non possono sostituire i rapporti istituzionali necessari per condividere risorse e costruire un ecosistema comune. Costruire questi rapporti può essere facilitato da organizzazioni come la sopramenzionata TKNIKA nella Regione Basca.

Gli esempi mostrano che l’educazione in una scuola aperta all’esterno non è limitata ai confini fisici della scuola e che la distinzione fra il dentro e il fuori della scuola quasi sparisce.

Ecco un esercizio di autoriflessione sulla dimensione network e connessioni. I tre temi chiave sottoindicati vengono considerati per ciascuno dei tre aspetti: Chi? Come?  Cosa?

  Esercizio di autoriflessione su Network e Connessioni
Temi chiave Chi Come Cosa potrebbe essere cambiato
Gli insegnanti sono attivamente coinvolti in partnership locali e integrano questo aspetto nel lavoro delle loro classi, gli allievi sono incoraggiati e supportati nel creare importanti relazioni educative fuori della scuola Es. insegnanti, preside, studenti, genitori e partner Es. contatti personali e accordi di partenariato a livello di scuola Es. i contatti di studenti e genitori potrebbero essere utilizzati di più

 

Esistono collaborazioni con una varietà di partner (imprenditori, manager, impiegati, organizzazioni governative e non governative)

3. Spazi di apprendimento

In una scuola gli spazi di apprendimento all’imprenditorialità possono essere collocati su due assi: l’asse orizzontale rappresenta la localizzazione degli spazi di apprendimento che sono, ai loro estremi, o pienamente integrati nella scuola o pienamente esternalizzati, cioè collocati esclusivamente fuori dalle scuole. L’asse verticale rappresenta la gestione degli spazi di apprendimento che possono essere o completamente gestiti e creati dalle scuole/insegnanti o all’altro estremo essere interamente gestiti dagli allievi.

Per ogni scuola, si può trovare la collocazione nel diagramma sopraindicato e la posizione che si desidera raggiungere in relazione ai seguenti temi-chiave:

  • Allievi e insegnanti creano insieme materiali di apprendimento
  • Possibilità per gli allievi di creare e gestire lo spazio
  • Flessibilità e mobili modulari per adattare lo spazio ai bisogni di apprendimento
  • Equilibrio fra spazi di apprendimento esterni e interni alla scuola
  • Spazi di apprendimento collaborativi per facilitare gli scambi.

Vediamo alcuni esempi

a) Knowmads (Paesi Bassi)

image049Knowmads  una scuola imprenditiva “alternativa” ad Amsterdam. La scuola si trova nell’edificio di una precedente scuola primaria a circa 15 minuti dal centro. La strategia di utilizzo di questo spazio è interamente learner-driven, guidata dagli studenti. Il primo gruppo di allievi ha scelto inizialmente la location. Ogni nuovo gruppo di partecipanti ha il compito di ridefinire lo spazio di apprendimento secondo i propri desideri. L’obiettivo è incoraggiare gli studenti a prendere possesso degli spazi di apprendimento e dare loro contestualmente più potere.

Lo spazio di apprendimento a Knowmads è un esempio stimolante di approccio a basso costo, che può essere facilmente applicato dalle scuole di qualsiasi livello. Ha la forma di un largo spazio aperto rettangolare con un’installazione in ogni angolo e alcuni punti modulari di lavoro. Le pareti sono decorate e alcuni oggetti fantasiosi non usuali sono installati qua e là oscillanti dal soffitto. Nella stanza accanto, in un altro open space c’è un incubatore dove giovani imprenditori sviluppano le loro idee di impresa e possono avere scambi e collaborazioni con gli studenti.

Non è obbligatorio che ci siano spazi di apprendimento separati e appositi per l’apprendimento imprenditoriale, può infatti essere organizzato in vari punti e con spazi organizzati interni ed esterni alla scuola.

b) InnoOmnia (Finlandia)

image050A InnoOmnia in Finlandia è enfatizzata la diversità degli ambienti di apprendimento.  Innoomnia è un insieme di scuole secondarie professionali. Vi sono spazi di apprendimento diversi in posti diversi per tenere insieme imprenditori, studenti e insegnanti, eliminando tutte le separazioni fra il mondo della scuola e quello del lavoro. In InnoOmnia ognuno è insieme insegnante e allievo.

Per sviluppare una scuola aperta all’esterno, bisogna che la scuola si apra fisicamente e mentalmente. Simbolicamente le barriere fra individui possono cadere insieme con i muri fisici

Ecco un esercizio di autoriflessione sulla dimensione Spazi di Apprendimento. I tre temi chiave sottoindicati vengono considerati per ciascuno dei tre aspetti: Chi? Come? E Cosa?

  Esercizio di autoriflessione su Spazi di apprendimento
Temi chiave Chi Come Cosa potrebbe essere cambiato
Gli allievi hanno accesso a spazi dedicati ad azioni di apprendimento e a comunità di apprendimento Es. insegnanti, preside, studenti, genitori e partner Es. mobili spostabili, illuminazione flessibile Es. Cosa potrebbe essere cambiato, interrogare gli allievi sui loro bisogni
Gli spazi di apprendimento rinforzano la collaborazione fra le classi e le discipline
Gli spazi di apprendimento possono essere flessibili e adatti ai bisogni educativi
Gli spazi di apprendimento fuori della scuola sono regolarmente usati a fini educativi

4. Cultura

Generalmente le culture sono create e definite a livello di gruppo e mantenute attraverso un certo numero di valori e significati condivisi. Definiamo la cultura imprenditoriale come la capacità delle scuole e degli attori esterni di interagire, creare, condividere e sviluppare un linguaggio comune. Il termine linguaggio viene inteso qui in un senso ampio e riguarda significati, comportamenti e una visione condivisa della società. La cultura imprenditoriale avrà effetto sui modi con cui gli allievi durante e dopo la loro istruzione si connetteranno con il mondo esterno.

Quando l’obiettivo è creare in una scuola una cultura imprenditoriale, è importante considerare gli obiettivi generali di apprendimento e la visione della scuola in modo da individuare le azioni più appropriate e coerenti. Ogni scuola definisce una sua cultura imprenditoriale, focalizzandosi su propri valori e attività. Alcune scuole sviluppano un comportamento imprenditoriale enfatizzando una o alcune delle seguenti caratteristiche:

  • costruzione di una propria visione del mondo e consapevolezza delle proprie personali risorse per trasformare il mondo (per esempio espressione artistica delle idee imprenditoriali)
  • focus sulla creazione di valore sociale e/o societario. I progetti degli allievi saranno orientati verso temi sociali piuttosto che economici (collaborazione con una organizzazione no-profit)
  • promozione di una cultura imprenditoriale, che è definita dall’azione, dall’assunzione di decisioni e dalla performance, generalmente focalizzata su esiti tangibili, come il numero di oggetti venduti, di reti create, di idee realizzate etc.

Ready Unlimited

image051Un buon esempio di come si può creare e diffondere una cultura imprenditoriale è il Ready Unlimited   una organizzazione nel Regno Unito che offre formazione e tirocinio per gli educatori.

Il loro obiettivo è aiutare insegnanti e scuole a stimolare il comportamento imprenditoriale fra i giovani. Ready Unlimited ha un approccio comunitario: tutti i partner importanti a livello di scuola si riuniscono per definire e produrre insieme la strategia da perseguire. “‘Learning Hub” è uno dei loro programmi che aiuta le scuole a mettere in rete i vari attori e i vari elementi dei loro ecosistemi. Lo scopo è fare il miglior uso delle risorse esistenti. Attraverso diverse azioni, innovazioni pedagogiche, filosofie dell’apprendimento, si aiutano gli insegnanti e le scuole a sviluppare gradualmente una cultura imprenditoriale. Per esempio, per innovare l’insegnamento della geografia con gli alunni della scuola secondaria, quando nelle nazioni in via di sviluppo si è parlato di venditori ambulanti, gli allievi hanno creato propri prodotti e hanno organizzato un mercato di strada dove hanno venduto segnalibri, fatto massaggi manuali e offerto altri prodotti e servizi che loro stessi hanno individuato e creato.

Per concludere, la cultura imprenditoriale di una scuola può essere intesa come la capacità delle scuole e degli attori esterni di interagire e di creare, condividere e sviluppare un linguaggio comune che includa significati e comportamenti condivisi e una comune visione della società.

Ecco un esercizio di autoriflessione sulla dimensione Cultura imprenditoriale. I tre temi chiave sottoindicati vengono considerati per ciascuno dei tre aspetti: Chi? Come?  Cosa?

  Esercizio di autoriflessione su Cultura imprenditoriale
Temi chiave Chi Come Cosa potrebbe essere cambiato
La scuola conosce gli attori del suo ambiente, i loro ruoli, le interazioni e il potenziale collaborativo Es. insegnanti, preside, studenti, genitori e partner Es. la chiusura di una fabbrica locale e le sue conseguenze sono discusse in classe Es. chiedere agli allievi di identificare temi di rilevanza sociale che potrebbero essere discussi in classe
La scuola considera la partnership locale come un valido contributo alla educazione
L’educazione si misura con temi di rilevanza locale per la società
Viene offerto supporto agli allievi per le loro attività

5. Soluzioni pedagogiche

Ci focalizzeremo in questa sezione sulle soluzioni pedagogiche che migliorano le scuole aperte all’esterno. In particolare:

  1. metodi esperienziali di apprendimento usati come un ponte fra partner esterni, insegnanti e allievi;
  2. attività che incoraggiano gli allievi ad agire sulla base dei loro interessi, valori e idee individuali;
  3. collaborazione con partner esterni nella definizione dei risultati di apprendimento e degli approcci valutativi
  4. ricompense per un impatto positivo sulla comunità che risulti dalle attività e impegni personali degli allievi.

Osservando le soluzioni pedagogiche delle scuole aperte all’esterno, abbiamo identificato alcuni elementi comuni. Uno importante è l’uso sistematico degli approcci collaborativi. Nel processo di apprendimento viene incoraggiata la collaborazione fra docenti e allievi e, cosa molto importante, gli allievi sono incoraggiati a cercare attivamente informazioni e scambi fuori della classe. Questa attività può andare dalla visita a una azienda fino alla completa integrazione di un attore esterno nel processo di valutazione. Ambedue le attività possono essere di iniziativa dell’insegnante o degli studenti stessi.

Un altro tema ricorrente è l’ancoraggio dell’apprendimento ad una situazione di vita reale cioè ad un rapporto dei partecipanti con la realtà socioeconomica esterna alla classe. Da un punto di vista pedagogico vendere un prodotto fuori dai muri protettivi di un edificio scolastico può essere una esperienza di apprendimento altamente stimolante che può diminuire il timore nei confronti di relazioni sociali o del fallimento nel mondo reale.

Entreprenasium (Paesi Bassi)

enterprQuesta fondazione olandese, Entreprenasiumaiuta le scuole secondarie ad innovare. Una direzione di lavoro consiste nel dimostrare come alcuni approcci pedagogici possono favorire i rapporti con la comunità locale.

L’obiettivo generale di Entreprenasium è quello di centrare l’educazione secondaria sugli studenti, incoraggiandoli a prendere il controllo del proprio curriculum e a negoziare i cambiamenti con i loro professori. I progetti sono decisi dagli studenti e da loro vengono scelti gli attori esterni da coinvolgere. Cosa molto importante, gli studenti sono incoraggiati a interagire con il mondo esterno attraverso un’esperienza autentica di produzione e vendita di propri prodotti. Questo dà loro una maggiore sicurezza e autonomia nell’interazione con il mondo esterno.

E infine abbiamo anche osservato che il successo di scuole aperte all’esterno dipenderà molto dalla leadership. Una strada è attivare una sola leadership, o l’insegnante o il dirigente, che guidi la realizzazione di ogni singola attività del progetto strategico. Si usa questa impostazione per sviluppare nuovi approcci e modalità e stimolare l’apprendimento imprenditoriale. L’altra è la leadership collaborativa. In questo caso tutti i partner interni ed esterni sono impegnati a progettare e realizzare insieme le singole attività.  Le azioni di leadership in una scuola aperta all’esterno vanno oltre i confini della scuola. Esse coinvolgono una varietà di attori e non sempre si conformano ai criteri organizzativi della scuola stessa. In alcuni casi le attività conducono alla costruzione di una scuola nuova o a sviluppare iniziative al di fuori di essa. In altri casi la leadership collaborativa ha come risultato la creazione di un’educazione innovativa all’interno della scuola, dandole un valore aggiunto. Gli approcci collaborativi e l’ancoraggio dell’apprendimento a situazioni autentiche sono caratteristiche chiave comuni alle soluzioni pedagogiche delle scuole aperte all’esterno.

Di seguito un esercizio di autoriflessione sulle soluzioni pedagogiche. I tre temi chiave sottoindicati vengono considerati per ciascuno dei tre aspetti: Chi? Come?  Cosa?

  Esercizio di autoriflessione su Soluzioni pedagogiche
Temi chiave Chi Come Cosa potrebbe essere cambiato
I partner sono coinvolti nella definizione degli esiti formativi e degli approcci alla valutazione Es. insegnanti, preside Es. la partecipazione di uno studente a una rappresentazione teatrale in an elderly ca è discussa e premiata in classe la chiusura di una fabbrica locale e le sue conseguenze sono discusse in classe

 

Es. chiedere agli allievi di parlare delle loro personali attività e impegni e discutere il possibile impatto negativo o positivo
L’apprendimento esperienziale è usato come un ponte fra i partner esterni, gli insegnanti e gli allievi
Gli allievi sono incoraggiati e supportati nell’assunzione di azioni basate sui loro interessi individuali, valori e idee
vengono premiati gli impatti positivi delle attività e degli impegni nei confronti della società e della comunità locale


CONCLUSIONE

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Le scuole sono ambienti viventi che permettono l’interazione fra gli allievi, gli insegnanti e la comunità che li circonda e che la natura di queste interazioni è cruciale per stimolare la creatività, la fiducia e la libertà di evolversi e trasformarsi. L’ambiente deve essere considerato il “terzo insegnante” (dopo i genitori e gli insegnanti) e dovrebbe essere utilizzato per incentivare nuove esperienze, esplorazioni, iniziative e la creatività in particolare per l’apprendimento della imprenditorialità

Agire in un ecosistema richiede di:

  • essere consapevoli della sua esistenza
  • essere consapevoli di tutti gli attori coinvolti dentro e fuori la scuola che possono potenzialmente avere un impatto sulla educazione all’imprenditorialità
  • costruire un progetto collaborativo con e fra tutti questi attori in cui gli insegnanti possano svolgere un ruolo di facilitazione o di accelerazione e infine valutare collettivamente e regolarmente i risultati di queste azioni collaborative, ponendo attenzione sia ai risultati di apprendimento che allo sviluppo nella scuola di una cultura imprenditoriale.

Un ecosistema non può essere creato o sviluppato interamente con un approccio top down: è la interazione fra attori interni ed esterni che costituirà un fattore chiave di successo.

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