resoconto a cura di Silvia Faggioli
Il progetto Erasmus Plus KA201-2018-018 coordinato dall’Università danese UCL PROFESSIONSHØJSKOLEN LILLEBÆLT, sta entrando nel suo secondo anno di attività. Il meeting a Porto che si è tenuto a Settembre 2019 ha permesso di definire le prossime scadenze e di scambiarsi buone pratiche e idee innovative in campo didattico. Il presente articolo intende ispirare i docenti di ogni ordine e grado di scuola che abbiano voglia di esplorare e testare percorsi didattici alternativi.
La settimana a Porto è stata organizzata secondo uno schema che prevedeva due giorni di meeting tra quanti stanno coordinando il progetto e tre giorni di formazione per i docenti che parteciperanno al test pilota del gioco “play to lead”. Durante i due giorni di meeting è stata presentata una versione quasi ultimata del gioco e si sono discusse le modalità per valutare l’impatto che il gioco potrà avere sugli studenti. Alla discussione hanno partecipato per l’Italia il Professore associato ADi Marino Bonaiuto dell’Università Sapienza e Silvia Faggioli responsabile dell’aerea strategia ADi progetti europei.
Il gruppo di progetto ha deciso che i prossimi passi saranno i seguenti :
- Entro metà ottobre 2019 ADi preparerà la bozza del questionario a cui saranno sottoposti i ragazzi prima e dopo aver provato il gioco
- La prima bozza di questionario verrà testata su 5 studenti di ogni paese per valutarne la comprensibilità
- Entro fine ottobre 2019 ogni partner fornirà ad ADi i feedbacks sul questionario
- Entro la prima settimana di novembre 2019 la versione finale del questionario verrà inviata a tutti i partners
- A dicembre avrà inizio il test pilota.
La formazione dei docenti ha avuto inizio mercoledì 11 settembre. Su richiesta dei docenti, ADi è disponibile a replicare tale formazione o parte di essa per tutti gli interessati (scrivere a faggiolis@yahoo.com). ADi inoltre incoraggia le scuole interessate a contattarci per testare il gioco che verrà messo a disposizione gratuitamente.
I primi workshops sono serviti a conoscerci. Ci è stato chiesto di girare per la scuola che ci ospitava (Scholè, il cui video di presentazione al seguente indirizzo http://www.schole.pt/uploads/b/100343064-475859732890212925/ashoka_580.mp4) e di raccogliere un oggetto che ci rappresentasse. Ognuno ha successivamente spiegato la motivazione della scelta.
Il workshop successivo ci ha visto lavorare in squadre per costruire un prodotto che descrivesse la nostra visione dei giochi e della scuola. I giochi sono stati rappresentati come un viaggio dove si collabora e dove ogni studente può avere un ruolo diverso da quello che normalmente interpreta. Il viaggio è mentale, ma nonostante ciò è utile per conoscere il mondo concreto che ci circonda. La cooperazione è fondamentale e presuppone tolleranza tra caratteri molto diversi. Per rappresentare tutto questo si è costruita coi lego una carovana dove i singoli ragazzi viaggiano, insieme, su diversi animali che possono rappresentare i diversi ruoli che interpretano, o i diversi caratteri che li rappresentano.
La scuola è stata rappresentata come una scatola chiusa con una torre aperta sul mondo e qui sotto si può vedere il risultato:
La giornata è continuata con la visione del bellissimo documentario “Most likely to succeed”. Il documentario inizia con la citazione di John Dewey e illustra il metodo implementato dalla scuola secondaria di San diego High Tech High.
Al termine della visione si è discusso del ruolo dei giochi a scuola e delle difficoltà che si possono incontrare, dal punto di vista dei docenti, nell’implementare un metodo non tradizionale.
La giornata si è conclusa con due workshops che sono serviti ad aumentare il senso di squadra e di appartenenza al gruppo di progetto.
Siamo stati divisi in due gruppi: uno ha costruito liriche riguardanti l’ apprendimento coi giochi che si adattassero alla musica di “great balls of fire” (https://www.youtube.com/watch?v=7IjgZGhHrYY) . Il secondo gruppo ha inventato, sullo stesso argomento una danza maori o “haka” (https://www.youtube.com/watch?v=Gj7jpnfVi_0). La metodologia dei diversi workshops ci ha dimostrato la capacità che abbiamo di apprendere divertendoci. Le rappresentazioni dei diversi lavori davanti ai colleghi sono state esilaranti!
Il secondo giorno si è interamente concentrato sui giochi: abbiamo osservato i bambini giocare e abbiamo provato noi stessi diversi giochi. La pedagogista della scuola ci ha insegnato cosa possiamo imparare osservando i bambini giocare. Diversi disturbi dell’apprendimento possono essere intercettati anche in età prescolare semplicemente osservando i bambini che giocano.
Il pomeriggio abbiamo testato il gioco in costruzione. Il gioco ha lo scopo di sviluppare le competenze di servant leadership tra i giovani. Scopo del gioco è costruire ponti tra diverse culture e società rispondendo a domande che non presuppongono l’utilizzo di conoscenza, ma lo sviluppo di una strategia di gruppo. La giornata si è conclusa con una discussione riguardante il ruolo del servant leader e la capacità dei giochi di sviluppare servant leaders (https://adiscuola.it/pubblicazioni/servant-leadership/).
L’ultimo giorno abbiamo lavorato in gruppi per individuare diverse modalità per integrare il gioco nei curricola scolastici. Molte idee interessanti sono state proposte. Tutti si sono detti d’accordo sull’importanza di iniziare con un brainstorming che possa fare emergere le idee dei ragazzi sulle qualità che secondo loro dovrebbe avere un leader. Il brainstorming iniziale permetterebbe di valutare se il gioco fa mutare opinione sulle caratteristiche principali di un leader.
Il gioco potrebbe anche essere usato come pretesto per ripassare diversi argomenti di diverse discipline. Ad esempio in chimica potrebbe essere utilizzato nelle classi prime delle scuole superiori per ripassare elementi composti e miscugli, oppure potrebbe essere utilizzato per introdurre diversi argomenti, ad esempio la carbon footprint dei diversi paesi e i cambiamenti climatici. In geografia potrebbe essere utilizzato per incoraggiare discussioni sull’organizzazione delle diverse società e della famiglia in culture diverse, nonché lo studio geografico dei paesi di cui si compone il gioco. Può anche essere di spunto per progetti interdisciplinari quali dibattiti (o debates) riguardanti gli stereotipi con cui si descrivono le culture diverse dalla nostra o la visione che si ha del leader nelle diverse culture. Infine si potrebbero proporre progetti interdisciplinari dove si chiede ai ragazzi di costruire un gioco analogo riguardante il proprio paese, per poi scambiarsi, tra i diversi paesi del progetto, i diversi giochi.
Se l’argomento vi interessa e volete testare il gioco non esitate a contattare ADi!