a cura di Alessandra Cenerini
L’annuncio del Ministro e il nuovo articolo nella legge di riforma
Il ministro dell’istruzione francese N. Vallaud Belkacem, insieme al ministro della famiglia Laurence Rossignol ha annunciato il 4 aprile u.s. che sono state create 1100 sezioni per 25.000 bambini di 2 anni.
Per il ministro questa scolarizzazione precoce facilita l’integrazione, soprattutto perché la scelta è stata quella di creare i posti nei quartieri più disagiati.
Occorre ricordare che l’articolo L113-1del Codice dell’educazione modificato dalla Legge di riforma del 2013, Loi d’orientation et de programmation pour la refondation de l’école de la République, ha stabilito che ”nelle scuole d’infanzia i bambini possano essere accolti a partire dall’età di 2 anni” e che tale accoglienza debba essere organizzata “prioritariamente nelle scuole situate in contesti socialmente deprivati”. Secondo il ministro molte famiglie sono però restii a mandare i bambini alla scuola dell’infanzia (école maternelle ) prima dei tre anni, per questo i due ministeri hanno annunciato che si stanno impegnando in un lavoro culturale e sociale per convincere queste famiglie a usufruire di questa opportunità, che è gratuita.
Sul sito del ministero francese tutte le indicazioni
Il piano di mobilitazione
Il piano straordinario di mobilitazione per promuovere la scuola dell’infanzia a 2 anni prevede varie azioni:
- fare conoscere al CAF (Caisses d’Allocations Familiales, Cassa delle Prestazioni Familiari) le zone dove verranno offerte le “sezioni per i piccolissimi” (Très Petite Section, TPS), dopodiché la CAF invierà una lettera ai genitori (nelle diverse lingue) per proporre il posto a scuola;
- definire condizioni particolari per le sezioni dei 2 anni, prevedendo un accesso variabile a seconda di quando i bambini compiono gli anni;
- realizzare un adattamento dei locali e dei materiali;
- rendere flessibile l’orario d’ingresso e di uscita in accordo con i genitori;
- dare garanzie sulla preparazione delle insegnanti.
L’obiettivo è di scolarizzare il 30% dei bambini con meno di 3 anni nelle Zone a rischio (REP Réseau d’éducation prioritaire) e il 50% nelle Zone a rischio di particolare gravità (REP+ Réseau d’éducation prioritaire renforcé)
Oggi raggiunge solo il 19%.
Alcuni dati
E’ importante ricordare che l’apertura della scuola dell’infanzia ai bambini di 2 anni non avviene con la riforma del 2013, anzi, in passato era molto più sviluppata. Il dibattito sulla scolarizzazione a 2 anni comincia in Francia negli anni Ottanta. Nel 1995 i bambini di 2 anni che frequentavano la scuola dell’infanzia erano il 35,5%. Dall’inizio del nuovo secolo c’è stata una progressiva regressione. Sotto i dati forniti dal Ministero francese:
- Dal 2001 al 2012: il tasso di scolarizzazione dei bambini di 2 anni è passato dal 35% all’11%, in termini assoluti da 259.700 bambini a 91.100 (-168.600)
- 2012: in questo anno la scolarizzazione dei bambini di 2 anni ha toccato il livello più basso in 15 anni
- Dal 2012 al 2015 ( presidenza del socialista François Hollande, ndr) sono state aperte più di 1100 sezioni per i bambini di 2 anni, per complessivi 25.000 posti
- Nel 2015: 93.600 bambini di 2 anni frequentano la scuola dell’infanzia, di cui l’80% nel settore pubblico. La media per sezione dei bambini di 2 anni è 6, quasi sempre però sono collocati in sezioni eterogenee per età, con i bambini di 3 anni. Solo l’11% dei bambini di 2 anni sono in sezioni omogenee per età.
Non è tutto oro quello che luccica
I toni “trionfalistici” della ministra sono stati smorzati da varie prese di posizione. Se è vero che dal 2001 al 2012 il tasso di scolarizzazione dei bambini di 2 anni è passato dal 35% all’11% a causa dei tagli operati dai governi di centrodestra, è anche vero che dal 2012 il governo socialista non ha mostrato di aver fatto grandi sforzi, c’erano 91.000 bambini scolarizzati con meno di 3 anni nel 2012 e nel 2015 risultano essere 93.600, secondo i dati ministeriali. Quindi i 25.000 posti creati sono evidentemente serviti a scolarizzare i bambini più grandi.
Finora pare che l’organizzazione maggioritaria della scuola dell’infanzia per i bambini di 2 anni sia questa: 4 o 5 bambini con meno di 3 anni sono mescolati in sezioni con altri 20 bambini di 3 anni. La ministra interrogata sulla questione ha assicurato che per i piccolissimi ci saranno condizioni particolari, ma non ritiene che sia un problema se vengono mescolati con bambini di 3 anni.
Alcune voci autorevoli si sono levate contro la scolarizzazione precoce e alcune associazioni di insegnanti hanno lamentato sia la mancanza di una specifica formazione per l’educazione e cura dei bambini di 2 anni sia il fatto che finora il numero di bambini per sezione è stato troppo elevato.
I nidi in Francia
In Francia i nidi (crèches ) dai 2 mesi ai 3 anni sono di tre tipologie, tutte a pagamento ( in base al reddito e con
detrazione dalle imposte), mentre se i bambini di 2 anni si iscrivono alla scuola dell’infanzia la frequenza è assolutamente gratuita.
Le tre tipologie sono così sintetizzabili:
- La crèche collective , il nido collettivo, una struttura che contiene di norma fino a 60 bambini. I genitori che lavorano possono usufruire di questi nidi dal lunedi al venerdi (sabato escluso) dalle 7:30 alle 18:30. I nidi possono essere pubblici ( di norma gestiti dai Comuni) o privati.
- La crèche familiale , il nido familiare. Un’educatrice può accogliere nella propria casa fino a 3-4 bambini. Il sostegno a questa organizzazione può essere pubblico ( il Comune) o privato
- La crèche parentale , sono nidi privati organizzati e gestiti dai genitori
In Italia le sezioni primavera e la delega 0-6
Le sezioni primavera sono state istituite in Italia con L. 296/2006 ( Finanziaria 2007) dal governo Prodi e ministro dell’istruzione Giuseppe Fioroni. Il comma 630 dell’art.1 della L.296/06 recita:” Per fare fronte alla crescente domanda di servizi educativi per i bambini al di sotto dei tre anni, sono attivati, previo accordo in sede di Conferenza unificata Stato Regioni, progetti tesi all’ampliamento dell’offerta formativa rivolta a bambini dai 24 ai 36 mesi di età.(..) I nuovi servizi possono articolarsi secondo diverse tipologie, con priorità per quelle modalità che si qualificano come sezioni sperimentali aggregate alla scuola dell’infanzia, per favorire un’effettiva continuità del percorso formativo lungo l’asse cronologico 0- 6 anni di età.”
Va subito chiarito che le sezioni primavera non sono mai state considerate scuola. L’accordo Stato Regioni del 2007 parla di contributo delle famiglie, quindi non gratuite come la scuola, e per quanto riguarda il personale si richiede “personale qualificato”, ma non sono necessari gli stessi titoli degli insegnanti della scuola dell’infanzia. I contributi dello Stato, infine, si sono dimostrati insufficienti a fare fronte a questa sperimentazione.
Per questo insieme di motivi, le sezioni primavera hanno avuto poco sviluppo nella scuola statale, poco nei Comuni che gestivano i nidi, e si sono diffuse soprattutto nel privato.
La delega 0-6 nella L.107/2015 non cita le sezioni primavera. Noi crediamo invece che occorra porre l’obiettivo di istituzionalizzarle, perché, nell’economia complessiva della riforma 0-6, la fascia d’età 2-3 anni ha sicuramente la precedenza rispetto al periodo 3 mesi-2 anni, ed è di più facile generalizzazione, potendosi aggregare alla scuola dell’infanzia, in particolare laddove non sono diffusi i nidi e ci si riferisce in particolare alle Regioni del mezzogiorno e isole.
In questo senso vale la pena di guardare alla vicina Francia, prevedendo, con norma, la possibilità dell’iscrizione a 2 anni alla scuola dell’infanzia in specifiche sezioni, che abbiano adeguate caratteristiche, ossia:
- siano a misura delle esigenze dei bambini di 2 anni, scongiurino pertanto qualsiasi ipotesi di scolarizzazione precoce,
- siano seguite da un qualificato coordinamento pedagogico,
- utilizzino insegnanti abilitate e adeguatamente formate,
- si dotino di strumentazioni e ambienti specifici per quell’età,
- abbiano un numero ridotto di bambini per sezione,
- siano gratuite in quanto scuola.
In conclusione a noi pare che sia quanto mai opportuna l’introduzione nella prossima delega di una norma simile a quella inserita nella legge francese, che recita “ Nelle scuole dell’infanzia possono essere accolti bambini di 2 anni compiuti, in situazioni educative e pedagogiche adatte alla loro età, rispettose del loro sviluppo motorio, sensoriale e cognitivo, definite dal ministero dell’istruzione. Questa accoglienza si fonda sul dialogo con le famiglie ed è organizzata prioritariamente nelle scuole situate in contesti socialmente deprivati. In queste sezioni e in queste scuole i bambini di meno di 3 anni sono accolti compatibilmente con il numero complessivo dell’iscrizioni.”
L’ultima frase pone una riserva di tipo economico ( non manca mai!), ma almeno non è come il nostro onnipresente “senza oneri aggiuntivi”!