ABSTRACT 1^ SESSIONE
venerdì 23 mattina 8.30-12.40
C’ERA UNA VOLTA L’INSEGNANTE…
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Le due principali ragioni dello stato di crisi della scuola
La scuola è un’istituzione perennemente in stato di crisi per molteplici ragioni. Da un lato, per il suo essere esposta in prima linea ai mutamenti e problemi sociali che investono la collettività, alla quale è profondamente intrecciata. Dall’altro, per la costante mediazione che la scuola deve esercitare proprio tra innovazione e tradizione.
La scuola deve poi affrontare il dilemma relativo alla sua duplice funzione di promozione e selezione sociale.
Cinque processi che confliggono con il tradizionale ruolo delle istituzioni educative
A queste tensioni strutturali si sommano però nella contemporaneità i riflessi di mutamenti più profondi, che la società sta affrontando e che confliggono proprio con il posizionamento delle istituzioni educative. Si possono identificare almeno cinque processi in atto e strettamente legati al ruolo della scuola nella società:
- la pervasività della logica di mercato e di performatività, che è arrivata a toccare le stesse istituzioni scolastiche;
- l’allungamento dei percorsi di istruzione e la conseguente inflazione delle credenziali educative;
- la digitalizzazione massiva nella produzione e fruizione di conoscenza;
- le molteplici fonti di pluralismo valoriale e identitario nella società post-ideologica e post-moderna;
- il parallelo crollo di fiducia nelle istituzioni, comprese proprio quelle deputate alla produzione di conoscenza.
Sono quindi molte le ragioni per cui, oggi più che mai, è in discussione il senso della scuola tradizionalmente inteso.
Gli insegnanti al centro del labirinto
Gli insegnanti si trovano al centro di questo labirinto: sono infatti loro a dover trovare quotidianamente precari equilibri di compromesso tra le molte istanze in gioco, proprio mentre i loro modelli di ruolo professionale sono profondamente messi in discussione.
Si argomenta che, per riformare la scuola, è necessario focalizzare l’attenzione proprio sugli insegnanti, unica leva potente di cambiamento. Si sostiene che serve immaginare percorsi e strumenti che valorizzino le soluzioni alle molte sfide indicate che giorno per giorno gli insegnanti incontrano, promuovendo bottom-up i percorsi di senso del fare scuola già esistenti.
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La Bussola per l’apprendimento dell’OCSE è un quadro che fornisce un’ampia visione dei tipi di competenze di cui gli studenti hanno bisogno per crescere. Quando abbracciamo la visione dell’apprendimento così descritta, non possiamo evitare la sfida di chiarire che cosa si chiede agli insegnanti di fare e chi si chiede loro di essere. Se a ciò si aggiunge il rapido cambiamento dell’ambiente sociale e culturale in cui operano le scuole, la necessità di ridefinire il lavoro degli insegnanti è evidente.
Il Forum globale dell’OCSE sul futuro dell’istruzione e delle competenze 2030 ha discusso di cosa significhi tutto questo per l’identità professionale degli insegnanti e in questa relazione verranno illustrati gli elementi principali che stanno emergendo dalle discussioni al Forum globale.
La Bussola dell’Apprendimento contiene molti elementi che sono rilevanti per riflettere sul ruolo degli insegnanti sia come discenti loro stessi che come professionisti che promuovono l’apprendimento degli studenti. Anche se questa presentazione riconoscerà una serie di competenze fondamentali richieste agli insegnanti, si concentrerà in particolare sul modo in cui questi ultimi possono essere aiutati ad acquisire il tipo di competenze trasformative necessarie per preparare i giovani a vivere e realizzarsi in un futuro imprevedibile.
Adottando un approccio eco-sistemico, si prenderà in considerazione la molteplicità di fattori che influiscono sulle identità professionali degli insegnanti e la multidimensionalità del compito di insegnare.
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Tutti ci ricordiamo un insegnante che ha avuto un grande impatto su di noi. Magari per le parole sagge che ci ha detto, gli incoraggiamenti che ci ha dato o semplicemente un atto di gentilezza inaspettato, vissuto in un momento della nostra storia. In ogni caso, quel momento ha lasciato un’impronta e un’eredità nella vita di molti, dove l’apprendimento nella sua forma più genuina ha avuto luogo.
Gli insegnanti hanno un’ampia e profonda conoscenza di come i giovani si sentono e di cosa li motiva. Le loro conoscenze, acquisite parlando, insegnando e ascoltando i loro studenti, osservandoli e guidandoli, possono essere uno strumento prezioso per capire i giovani nelle loro classi, ma anche per aiutare i genitori a cogliere il potenziale dei loro figli e aiutarli a eccellere.
Ma questo vale in entrambi i sensi. I migliori insegnanti sono plasmati anche dai loro studenti e imparano molto sulla loro stessa pratica didattica, sulla vita e sulle esperienze dei giovani a cui insegnano. Queste sono le lezioni più importanti della vita.
In questa presentazione, Andria presenterà le esperienze raccolte dagli educatori di tutto il mondo, le storie dei giovani che hanno fatto la differenza per loro a livello professionale e personale. Inoltre, Andria ci racconterà il suo percorso di lavoro all’interno della sua comunità scolastica, che l’ha portata a ricevere il Global Teacher Prize, e le lezioni apprese insegnando per 20 anni in classi diverse di quartieri poveri.
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L’intervento, dopo un breve esame dei termini principali di un discorso sulla narrazione (in particolare le differenze fra storia, racconto e narrazione), mira a evidenziare come narrare sia un’attività ordinaria, nota a tutti e da tutti praticata; essa è tuttavia diversa a seconda dei mezzi utilizzati e, soprattutto, delle situazioni, dei contesti e delle relazioni entro cui si situa.
Particolare rilievo nelle professioni educative hanno narrazioni parzialmente autobiografiche che aiutino a valorizzare, a prendere atto e a rendere conto ad altri della propria esperienza.
Nella parte finale il discorso si arricchirà di alcune osservazioni sulle meta-narrazioni: anche queste sono pratica comune, ma sono molte istruttive specie nell’ambito di processi educativi.
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Un breve assaggio del potere della scrittura autobiografica. Attraverso frammenti di memoria, tra ricordi e sensazioni, interpretazioni e invenzioni, affideremo i pensieri alla parola scritta.
Si scriverà di sé, ma soprattutto per sé, per ascoltarsi e imparare ad ascoltare e per vivere meglio il momento presente.
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