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OBAMA: Il biglietto per accedere alla classe media

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Obama: Il biglietto per accedere alla classe media
In un’interessante intervista rilasciata dal Presidente Obama a David Leonhardt per il Magazine del New York Times il 28 aprile 2009, e pubblicata in italiano da La Repubblica il 7-05-09, Obama indica, tra l’altro, come perseguire l’obiettivo strategico di collegare l’istruzione al mondo del lavoro.

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Presidente Obama e David Leonhardt durante l’intervista

Il 7 maggio 2009 La Repubblica  ha pubblicato la traduzione di un’interessante intervista rilasciata a David Leonhardt dal Presidente Obama per il Magazine del New York Times il 28 aprile 2009. Il titolo di Repubblica è  Obama: “Così ripartirà l’America mai più schiavi di Wall Street”, mentre quello del New York Times è After the Great Recession (Dopo la grande recessione).

Ora, tutta la seconda parte dell’intervista, sottotitolata The Ticket to the Middle Class (Il biglietto per accedere alla classe media), è dedicata all’istruzione.

La maggiore preoccupazione espressa da Obama, in questa occasione, è come collegare l’istruzione al mondo del lavoro perché, secondo il Presidente “Questo non andrà soltanto a beneficio dei singoli, ma sarà anche cruciale per l’economia”, perché, aggiunge, “i Paesi che stanno producendo la forza lavoro più istruita, che agevolano le scienze e la matematica, e sanno tradurre quell’istruzione in applicazioni tecnologiche, saranno notevolmente avvantaggiati nell’economia”.

Per raggiungere tale obiettivo Obama propone:

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  1. almeno un anno di addestramento post-liceale per tutti, nei settori in cui si richiede esperienza tecnica
  2. apprendimento fin dal quattordicesimo anno di età delle materie e delle competenze necessarie ad essere competitivi e produttivi in una moderna economia tecnologica.
  3. un incremento nel numero di laureati in matematica e scienze, in particolare in ingegneria.

Guardando all’Italia

Guardando al nostro Paese viene naturale, per noi che su questo fronte ci battiamo da anni, chiedersi: “Quando si affronterà in Italia seriamente l’istruzione tecnica superiore breve non universitaria?” I segnali di quanto si sta facendo non sono promettenti e non avranno esito positivo se contemporaneamente non si metteranno in discussione le lauree brevi triennali. Si veda su questo tema l’intervento di Jacques Mazéran su Gli Istituti Tecnici Superiori

Da La Repubblica 7 maggio 2009


Obama: “Così ripartirà l’America, mai più schiavi di Wall Street”

di DAVID LEONHARDT
(……………………………………………….)

Dopo la Grande Depressione, si vide un balzo nei diplomi liceali: anziché appannaggio dell’élite, divennero la norma, il biglietto per accedere alla classe media. Qual è oggi quel biglietto? Serve davvero la laurea universitaria?

PRESIDENTE:

br9_obama_b“Nei i nostri obiettivi, abbiamo incluso almeno un anno di addestramento post-liceale per tutti. Un corso completo di laurea, con quattro anni di studi, sarebbe chieder troppo. Però a tutti serve un addestramento post-liceale nei settori in cui si richiede esperienza tecnica; se no è difficile ottenere un impiego che permetta di vivere. Questo non andrà soltanto a beneficio dei singoli, ma sarà anche cruciale per l’economia.

La sfida è anche nell’assicurare che i licei siano all’altezza del compito. Glielo spiego raccontandole di mia nonna. Mia nonna non si è mai laureata. Completò il liceo. Però riuscì a diventare vicepresidente di una banca, e questo in parte perché il liceo le aveva impartito un’istruzione rigorosa al punto da permetterle di comunicare e di analizzare le informazioni molto meglio, francamente, di quando sappiano fare oggi molti giovani universitari in questo Paese. Anzi, meglio dei miei ex-studenti alla Facoltà di Legge dell’Università di Chicago”.

Signor presidente, io però ho parlato con universitari che si chiedevano se tanto studio servisse davvero. Sono preoccupati che i loro impieghi verranno esportati in Cina. Lei come risponde?

PRESIDENTE:

“Beh, guardi le statistiche. Il tasso di disoccupazione fra chi ha solo il diploma liceale è almeno tre volte superiore a quello fra i laureati, che hanno più possibilità di trovare un lavoro con un buono stipendio, da classe media. Però, la grande sfida nell’istruzione è assicurare che fin dal quattordicesimo anno di età, si apprendano le materie e le qualità necessari ad essere competitivi e produttivi in un’economia moderna, tecnologica. Voglio vedere in particolare più lauree in matematica e scienza, in ingegneria. L’economia postbubble, “post-bolla”, che sto descrivendo si fonda in parte sul riequilibrio tra fabbriche e produzione di servizi. Nel lungo termine, se si osservano i grandi rivali nell’economia globale – Cina, India, Stati Uniti, Brasile, Corea – i Paesi che stanno producendo la forza lavoro più istruita, che agevolano le scienze e la matematica, e sanno tradurre quell’istruzione in applicazioni tecnologiche, saranno notevolmente avvantaggiati nell’economia”.

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