WASHINGTON 10 marzo 2009
Il 10 marzo nel suo primo grande discorso sulla scuola, Obama ha riproposto l’istruzione fra le tre grandi priorità del Paese (le altre due sono lo sviluppo energetico e il servizio sanitario).
Obama ha affermato che gli Stati Uniti devono migliorare drasticamente il rendimento scolastico degli allievi per riconquistare i primi posti a livello internazionale.
“Il futuro appartiene alla nazione che educa meglio i suoi citttadini“, ha detto. “Noi abbiamo tutto quello che occorre per essere quel tipo di nazione, eppure nonostante le risorse che non hanno paragone in nessun’altra parte, abbiamo lasciato scadere le nostre classi, degradare le nostre scuole, abbassare la qualità dei nostri insegnanti, e lasciare che altre nazioni ci superassero”.
Il presidente Barack Obama ha chiesto poi di legare la retribuzione degli insegnanti ai risultati degli studenti e di ampliare le charter schools, idee che hanno provocato l’ostilità dei sindacati degli insegnanti, che costituiscono un’importante parte del partito Democratico. Obama ha riconosciuto l’esistenza di contrasti, e ha detto: “Troppi sostenitori del mio partito hanno resistito all’idea di ricompensare l’eccellenza nell’insegnamento con incentivi economici, anche se sappiamo che può produrre vantaggi per le classi“.
I sindacati, pur con opinioni non coincidenti con quelle del Presidente, mantengono un atteggiamento complessivamente favorevole nei suoi confronti, riconoscendo che intende dare loro un ruolo che Bush aveva negato.
“Abbiamo finalmente un Presidente che mette al primo posto l’istruzione” , ha dichiarato il presidente dell’AFT (American Federation of Teachers) che conta 1.400.000 iscritti, “e che intende dare voce agli insegnanti, cosa che è completamente mancata negli ultimi 8 anni”.
E il presidente della NEA (National Education Association), che conta 3.200.000 iscritti, ha dal conto suo detto: “il presidente Obama dice che vuole operare con gli insegnanti non sugli insegnanti. E’ una cosa bellissima che rispetti il ruolo professionale dei docenti”.
Oltre che sul merit pay ci sono contrasti anche sulle charter schools, scuole finanziate con fondi pubblici, ma che operano in modo autonomo e indipendente, libere dai legami a cui sono assoggettate le altre scuole pubbliche. Molti insegnanti sono preoccupati che queste scuole assorbano fondi e talenti dalle scuole pubbliche tradizionali. Comunque Obama ha ribadito che porre dei limiti alle charter schools “non è un bene né per i nostri figli, né per la nostra economia nè per il nostro paese“. E ha aggiunto che molte delle innovazioni nel campo dell’istruzione oggi avvengono proprio nelle charter schools.
Obama ha quindi insistito che occorre superare il gap nell’apprendimento dei bambini ispanici e afroamericani.
Ha poi suggerito di adottare un orario e un calendario scolastico più lunghi, per aiutare i giovani americani a diventare competitivi nel mondo. “I bambini della Corea del Sud stanno a scuola un mese di più che in USA, dove il calendario scolastico è ancora quello dei tempo in cui molte persone praticavano l’agricoltura e i bambini erano utili nei campi”, ha detto Obama. “So che l’idea di trascorrere più ore e più mesi a scuola non è tremendamente popolare, certo non lo è con Malia e Sasha”, ha aggiunto fra le risate del pubblico, “ma le sfide del nuovo secolo chiedono di passare più tempo a scuola“.
Complessivamente Obama vuole cambiamenti ad ogni livello, dalla scuola dell’infanzia al college. E sta mettendo particolare enfasi sia sulla questione dei drop out sia sull’esigenza di adottare standard più alti e rigorosi.
Alcune delle sue promesse stanno già realizzandosi. Le scuole pubbliche avranno per i prossimi due anni una quantità di soldi mai vista prima, il doppio del bilancio assegnato dall’amministrazione Bush. Per avere questi soldi Obama e il ministro dell’istruzione Arne Duncan insistono sul fatto che gli stati dovranno dimostrare che stanno facendo buoni progressi riguardo alla qualità degli insegnanti e agli apprendimenti degli studenti
Ci chiediamo:
“Quando avremo in Italia un governo che ponga l’istruzione fra le priorità del Paese?”
Discorso di Obama sull’Istruzione:
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