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Non è facile raccontare le emozioni, la calda atmosfera di globalismo educativo che per due giorni abbiamo respirato nel grande salone di San Domenico. E insieme quel sentimento forte di comunanza con i colleghi di Paesi lontani, solo a tratti turbato, per contrasto, dalla distanza fra il nostro e i loro sistemi d’istruzione.
Ancora una volta in tantissimi da tutta Italia, dalle isole al Trentino Alto Adige, abbiamo insieme vissuto due giornate intense, ricche di spunti, di sollecitazioni, con la rinata voglia di trovare il bandolo del cambiamento, di convincerci che anche la nostra scuola può farcela.
Non è solo questione di soldi, ci ha detto con la sua stupenda relazione Andreas Schleicher, è soprattutto questione di allocazione delle risorse, di idee, di mete alte che ci si prefigge di raggiungere, di valorizzazione degli insegnanti, di convinzione che tutti i ragazzini, nell’era digitale, possono apprendere.
Faremo il possibile perché in tempi brevi siano pubblicati gli atti del seminario, sia per dare la possibilità a chi era presente di rielaborare quanto ha personalmente vissuto sia per consentire a chi non c’era di avere un’idea dei contenuti del seminario.
Ed ora un brevissimo resoconto delle tre sessioni
PRIMA SESSIONE
Modelli di scuole del 21° secolo
Dopo i saluti del Direttore dell’USR Emilia Romagna, Stefano Versari, con un intervento pertinente e originale, la sessione, coordinata da Alessandra Cenerini presidente nazionale ADi, è entrata nel vivo dei modelli innovativi di scuola.
Ha aperto la sessione la scuola Ngee Ann di Singapore, introdotta in modo vivace, ma estremamente documentato, dal prologo di Marco e Andasavia che hanno descritto questa piccolissima isola ( un territorio che è la metà di Roma) che è la 4^ potenza finanziaria mondiale e che occupa il 2° posto nella classifica PISA 2012, al di sopra della Finlandia.
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La relazione è stata tenuta da Jacqueline e Jasmine, rispettivamentre vicepreside e insegnante principiante della scuola secondaria Ngee Ann di Singapore, un istituto insignito di moltissimi riconoscimenti per l’uso avanzato della tecnologia digitale e fregiato del titolo di Future School.
Abbiamo visto i tantissimi usi della tecnologia digitale in tutte le discipline, comprese l’educazione artistica e musicale, ma abbiamo anche percepito come si ottiene la disciplina degli studenti e il senso di appartenenza alla propria scuola.
E’ seguita la relazione sulle studio school inglesi, introdotte dal prologo di Marco e Andasavia che hanno fornito una utilissima descrizione dei vari modelli di gestione delle scuole pubbliche inglesi, tra cui le Academies a cui si ispira il modello degli Istituti a Statuto Speciale proposto dall’Associazione Docenti Italiani.
David Nicoll, direttore generale della Studio Schools Trust, ha descritto questo recentissimo modello di scuola fondata sull’imparare facendo e ispirato alle botteghe rinascimentali, da cui molto la nostra scuola potrebbe attingere.
Ha concluso la sessione la presentazione della tedesca Hanse Schule di Lubecca, un Istituto tecnico professionale a carattere commerciale, preceduta dal prologo di Marco e Andasavia che hanno chiarito le caratteristiche del sistema duale tedesco, che è uno dei fattori dei loro alti livelli di occupazione giovanile.
Jens Oberbeck, insegnante della Hanse Schule, ha descritto il funzionamento del suo Istituto e insieme gli elementi fondanti dell’istruzione tecnica e professionale tedesca, con particolare riferimento al sistema duale o apprendistato, che rappresenta la modalità di formazione in assoluto più diffusa fra gli adolescenti tedeschi. Un canale tutt’altro che chiuso che può portare all’Università.
SECONDA SESSIONE
L’impatto della nuvola su spazi e modi di apprendere
La seconda sessione, coordinata da Giovanni Biondi, Presidente dell’INDIRE, è stata divisa in due parti:
- la prima sull’architettura scolastica nell’era digitale,
- la seconda sullo stato della rivoluzione digitale nella scuola nel secondo decennio del 21° secolo.
La parte sull’architettura scolastica è stata introdotta dal prologo di Marco e Andasavia che ha descritto con eloquenti slides lo stato dell’edilizia scolastica in Italia.
L’architetto austriaco Christian Khuen, dell’Università di Tecnologia di Vienna, ha illustrato le caratteristiche dell’architettura scolastica in era digitale, che sono così sintetizzabili:
- Flessibilità
- Inclusione
- Core ( nucleo centrale)
- Cluster ( sistema di centri indipendenti che funzionano come un sistema unico)
- Reti di apprendimento
E per ciascuna di esse ha portato esempi di realizzazioni in diversi Paesi europei e non solo.
Chiara Filios, dello studio Normalearchitettura di Milano, ha dimostrato come si possano rinnovare scuole tradizionali, anche con investimenti contenuti, ristrutturando e recuperando spazi, rendendoli più flessibili e adatti ad una didattica innovativa e alle esigenze di alunni e insegnanti. A tale fine ha mostrato significativi esempi di ristrutturazioni già da loro eseguite.
Marco e Andasavia hanno concluso questa prima parte con un appello a fare delle scuole luoghi puliti, gioiosi, verdi,con spazi in cui stare oltre alle lezioni, perché il successo scolastico si realizza anche nella qualità della vita a scuola.
La seconda parte è stata introdotta dal prologo di Marco e Andasavia che hanno fatto il punto sullo stato dello sviluppo del digitale nella scuola italiana, che, secondo l’indagine OCSE 2013, è purtroppo indietro di 15 anni rispetto ad altri Paesi europei, tra cui l’Inghilterra.
Ha quindi svolto una lezione magistrale Frances Pedrò dell’UNESCO, che ha delineato prima i cambiamenti “fantascientifici” che si verificheranno a velocità esponenziale nell’insegnamento/apprendimento, poi, indossando i panni del “tecnoscettico”, ha messo in guardia dagli errori in cui è facile incorrere in questo processo così accelerato.
E’ seguito l’intervento di Valentina Gabusi, della Divisione Media Digitali di Zanichelli, che ha, in modo incisivo, analizzato l’evoluzione dell’editoria scolastica nell’era digitale fino all’ingresso dell’e-book.
Gabusi ha concluso l’intervento affermando che la nuova produzione richiede un duplice impegno da parte degli editori, da un lato il costante confronto con gli insegnanti per meglio cogliere le loro esigenze, dall’altro il sostegno alla loro formazione per favorire la generalizzazione degli strumenti digitali. Dai loro dati risulta infatti che solo il 2% dei codici di attivazione presenti nei libri sono stati avviati.
Hanno concluso la sessione Marco e Andasavia spiegando in maniera convincente, anche attraverso l’utilizzo di un video, la nuova metodologia della flipped classroom, o insegnamento capovolto, introdotta in Italia dall’Associazione Docenti Italiani e che è oggetto di un progetto europeo, FLI/SPA, promosso dall’ADi stessa.
La flipped classroom si fonda sulla tecnologia digitale ed è una metodologia importantissima per la personalizzazione dell’insegnamento. Nella presentazione sono state indicate 10 motivazioni a sostegno dell’”insegnamento capovolto”.
TERZA SESSIONE
Sistemi scolastici tra terra e nuvola
La terza ed ultima sessione, coordinata da Norberto Bottani, ha affrontato i cambiamenti di sistema in questo secondo decennio del 21° secolo.
La sessione è stata come sempre introdotta dal prologo di Marco e Andasavia, che hanno descritto i fattori che tuttora tengono ingessato il sistema scolastico italiano: dalla mancata decentralizzazione ad un’autonomia di carta, dalla condizione docente a curricoli enciclopedici e privi di opzionalità.
E’ seguita l’applauditissima lezione magistrale di Andreas Schleicher, Vice Direttore Generale dell’istruzione all’OCSE e Consigliere particolare per l’educazione del Segretario Generale dell’OCSE. A lui è assegnata anche la supervisione strategica delle indagini internazionali PISA, lPIAAC, TALIS e INES.
Schleicher, utilizzando un’enorme banca dati, ha dimostrato quali sono i fattori più significativi che caratterizzano i sistemi scolastici che hanno i migliori risultati in PISA. Ciò che sempre stupisce gli Italiani è sentire che non è la quantità delle risorse che ha il maggiore impatto sui risultati, bensì la loro allocazione. All’interno di questa è per esempio molto più significativa la valorizzazione della condizione degli insegnanti rispetto all’abbassamento del numero di alunni per classe.
E’ seguita la relazione di Jerzy Wiśniewski, consulente del Dipartimento strategico del Ministero dell’istruzione polacco, di cui è stato precedentemente responsabile. Wiśniewski ha illustrato le ragioni dell’enorme balzo in avanti dei risultati polacchi in PISA, nonostante la crisi che attanaglia anche quel Paese. Ha indicato i tratti salienti delle due riforme, del 1999 e del 2008, che si sono succedute dopo l’avvento del regime democratico in Polonia. Riforme che hanno interessato la struttura del sistema, lo sviluppo dell’autonomia scolastica e la condizione degli insegnanti.
Il seminario si è concluso con l’importante proposta che l’ADi da tempo va facendo: la creazione di Istituti a Statuto Speciale, che hanno molte analogie con le inglesi Academies, lanciate da Tony Blair nel 2000. Lo Statuto speciale serve a dare ad alcuni Istituti scolastici un’autonomia autentica, che ADI vede finalizzata, in questo momento storico, soprattutto al rilancio dell’istruzione professionale, la vera emergenza nel nostro Paese, e allo sviluppo di licei quadriennali con interventi radicali sui curricoli.
La proposta è stata commentata da Andrea Ichino, autore di una proposta che ha diverse analogie con quella dell’ADi, e da Rosario Drago che ha in particolare messo in evidenza le modifiche radicali che dovrebbero accompagnare l’attivazione di Licei di 4 anni.