ALCUNE CONSIDERAZIONI SUI RISULTATI PISA 2018

image004Il 3 dicembre 2019 sono stati resi  noti i risultati della rilevazione PISA 2018, a cui hanno partecipato 79 Paesi tra cui l’Italia.

Tiziana Pedrizzi ha seguito per ADI la presentazione a Roma il  3 dicembre u.s. e ne ha fatto un dettagliato resoconto  sul sito ADi.
C’è un dato che deve fare profondamente riflettere e su cui ha richiamato l’attenzione anche il Direttore generale dell’OCSE Education Andreas Schleicher:  a  distanza di quasi 20 anni dalla prima indagine PISA, complessivamente a livello internazionale non si  registrano miglioramenti, nonostante negli ultimi 10 anni la spesa per l’istruzione sia mediamente aumentata del 15% . La situazione pare stagnare.  Nelle zone testate oltre 10 milioni di quindicenni  non possiedono le più elementari competenze in lettura, quelle cioè che si padroneggiano all’età di 10 anni.

 Ma non è ovunque così, ha sottolineato Andreas Schleicher.
Alcune province cinesi come Shanghai sono al top, continuano a migliorare e il 10% degli studenti più svantaggiati  ha risultati migliori della media degli studenti della zona OCSE. Esistono dunque gli strumenti per intervenire, per quanto complessa sia la natura dell’istruzione.

Pedrizzi, nel suo resoconto ha fatto un’altra importante annotazione:  dopo aver sottolineato   che si conferma il gruppetto di testa delle tigri asiatiche che hanno scalzato da oramai tre edizioni i Paesi europei del Nord,  la notizia è  che nel piccolo gruppo  che ha peggiorato le proprie prestazioni figurano quasi esclusivamente Paesi dell’Occidente sviluppato, quali ad esempio la Finlandia, oltre all’Australia.
E’ questo, afferma Pedrizzi, un importante oggetto di riflessione che prescinde dalle graduatorie assolute.

Per consolazione l’Italia ha peggiorato significativamente solo in Scienze, mentre è al livello della media OCSE in Matematica dove si è mantenuta stabile. Leggermente al di sotto della media OCSE in lettura.
La situazione drammatica per l’Italia  risulta comunque, ancora una volta  nel divario Nord-Sud: gli studenti delle aree del Nord ottengono i risultati migliori (Nord Ovest 498 e Nord Est 501 rispetto alla media OCSE di 487), mentre i loro coetanei delle aree del Sud sono quelli che presentano le maggiori difficoltà (Sud 453 e Sud Isole 439). E’ tempo di prendere atto che nel Sud e Sud Isole non sono più dilazionabili precisi “interventi controllati” da parte dello Stato. Non è solo un problema di risorse economiche.

Pedrizzi sottolinea che una  significativa novità italiana  su cui  riflettere  è il fatto che la Istruzione e Formazione Professionale  regionale  ha ottenuto risultati migliori  dell’Istruzione Professionale  statale.

Sono 12 anni che come ADi denunciamo le gravi conseguenze dell’omologazione dell’istruzione professionale all’istruzione tecnica per evitarne la regionalizzazione (2007 ad opera di un governo di centrosinistra), e insieme stigmatizziamo la mancanza della formazione professionale regionale al Sud. Occorrono il coraggio e la determinazione di  convertire gli Istituti professionali statali in istituti che impartiscono la formazione professionale con le qualifiche triennali e i diplomi quadriennali, rinnovando profondamente le metodologie, considerato  che negli Istituti professionali statali si concentrano i più gravi fenomeni di dispersione.

Per  un’analisi completa di PISA 2018 leggere il resoconto di Tiziana Pedrizzi sul sito ADi
Per una sintesi dei risultati italiani  leggere il documento INVALSI

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