Il “Service Learning”: lettura critica di esperienze e pratiche

Rosa De Pasquale – ASviS

Il nostro futuro

Qui stiamo facendo un percorso, una strada e le nostre parole di intrecciano in un’unica armoniosa sinfonia, se parliamo di bellezza.

Ieri ascoltando queste bellissime cose che ci hanno nutrito, si metteva in evidenza come noi che siamo la comunità educante, per noi, la nostra bellezza sono i nostri ragazzi e il futuro che essi rappresentano.

Il futuro è quel desiderio che leggiamo nei loro occhi e che noi possiamo contribuire far diventare realtà.

Abbiamo quindi un grande compito che è quello di comprendere come fare scuola in questo tempo: un grande problema potrebbe essere legato alla dispersione scolastica. La dispersione è un segnale che forse dobbiamo pensare e ripensare per comprendere come dobbiamo fare scuola.

L’Italia è un Paese analfabeta

teste-lettere-e1523517124861Per questo sono rimasta molto impressionata quando mi è arrivato un messaggio da un preside di Arezzo, che mi ha inviato un articolo che parla di analfabetismo.

Vi comunico solo alcuni dati per capire quanto sia importante un rapido cambiamento: come eliminare la dispersione (o quantomeno poterla ridurre), come diminuire l’analfabetismo, come l’educazione possa produrre pensiero critico, capacità di trovare le proprie dimensioni e le potenzialità in ciascun ragazzo.

La scuola deve quindi educare, educere, cioè tirare fuori da ciascuno, far comprendere a ciascuno la bellezza e la grande capacità di ognuno, perché possa diventare protagonista del cambiamento.

Oggi ci sono circa 2 milioni di analfabeti totali, 13 milioni sono semi-analfabeti cioè sanno firmare ma non capiscono ciò che leggono, altri 13 milioni sono analfabeti di ritorno, cioè persone che hanno perso l’uso fluido della lettura e della scrittura, fanno 28 milioni su 55 milioni totali (escludendo gli stranieri per ovvi motivi).

Più della metà della popolazione italiana non ha le competenze minime di comunicazione scritte, secondo l’OCSE il 47% della popolazione si informa ed elabora seguendo solo la capacità di analisi elementare.

C’è un motivo per cui il controllo delle televisioni è così ambito dai potenti di turno, questa situazione non provoca solo deficit demografico, ma anche un costo economico, quantificabile in 50 miliardi di dollari, forse dovremmo fare qualcosa di più per la scuola e la formazione sia per la crescita umana e civile degli italiani, sia per la nostra economia.

La scuola sotto processo

Noi siamo qui perché vogliamo veramente cercare delle soluzioni, non una sola.

Volevo richiamare l’attenzione ad una nota del Ministero che è uscita il 17 maggio 2018, che aveva come oggetto “autonomia scolastica quale fondamento per il successo formativo di ciascuno”.

È una nota che ho firmato io, quando ero Capo Dipartimento, ma che è nata attraverso un approfondimento, una riflessione con il gruppo di lavoro dove c’erano anche alcuni Dirigenti Scolastici pugliesi e alcuni docenti universitari, esperti stranieri e giornalisti.

Quest’idea è nata per rimettere al centro la dimensione del successo formativo di ciascuno.

Perché non possiamo fare scuola in un unico modo, dove chiediamo ai pesci di arrampicarsi sugli alberi e quelli che non sono così in qualche modo vengono scartati; dobbiamo cucire un vestito su misura per ciascuno.

Questo è a tutti gli effetti sviluppo sostenibile, questa è la vera sostenibilità e l’Agenda rappresenta una lettura integrata dei 17 goal e quindi dobbiamo agire in modo integrato per fare in modo che i nostri ragazzi abbiamo una dimensione veramente a 360°, e non settoriale.

Il service learning

indexIl service learning non è una modalità didattica, infatti, può essere svolta in differenti modalità, è un percorso pedagogico, è un percorso interdisciplinare.

Il gruppo di lavoro, lo ha studiato e lo ha compreso, in modo da poterlo realizzare in 3 regioni con delle scuole pilota: Lombardia, Toscana e Calabria. Il percorso è durato quasi due anni e abbiamo realizzato numerosi processi nelle diverse scuole. Alla fine, abbiamo potuto redigere un tomo che poi abbiamo pubblicato sul sito del MIUR, che a sua volta lo ha girato a tutte le scuole.

Il service learning consiste un’azione che parte in maniera interdisciplinare, mette insieme i diversi docenti della scuola per lavorare come comunità educante, individuando le necessità sul proprio territorio e facendo scuola attraverso le azioni che i ragazzi, i protagonisti del cambiamento, devono porre in essere per poterle superare, far emergere e trovare soluzioni.

in una società che funziona è importante che ciascun individuo si faccia carico delle proprie responsabilità al fine di assolvere autonomamente ai propri compiti. L’obiettivo del service learning, o apprendimento servizio, è quindi quello di rendere i cittadini sensibili alle esigenze della società, potenziando il principio di convivenza civile e democratica

Dalla teoria alla pratica

194Il classico esempio che si può fare è quello del fiume.

Invece di fare lezioni o andare in laboratorio, su quello che è la composizione biologica o chimica di una soluzione, la si fa sul fiume che passa sotto casa propria, i ragazzi devono iniziare a studiare la geografia, la topografia, la storia di quel sito; è un percorso che deve far apprendere loro delle cose importanti, motivandoli. Devono fare un prelievo d’acqua e capire che da cosa sia composta e capire eventualmente se ci sono inquinanti, perché il fiume è il loro, quindi si sviluppa senso di appartenenza e protagonismo. E poi devono andare dall’istituzione, presentando una relazione, devono imparare a sapersi esprimere, devono comprendere situazioni complesse e poi relazionarsi con i cittadini.

Tutto ciò permette di apprendere, non tanto per raggiungere un voto, ma per trovare una soluzione e risolvere il problema. Ognuno potrà tirare fuori le proprie attitudini, e potrà vedere come le proprie attitudini collegate con quelle di un altro, possono cambiare il mondo, quello vicino al loro.

Il pezzo di mondo vicino, diventa un pezzo del mondo più grande, da qui la sostenibilità.

La carta d’identità del Service learning è curriculare perciò è lo studio curriculare.

È orientato alla ricerca in quanto la scuola permette di valorizzare le potenzialità del singolo, focalizzandosi alle competenze, è collaborativo e partecipativo, è responsabilizzante, trasformativo perché trasforma la realtà attorno allo studente e sviluppa il senso di appartenenza.

Se non sai dove stai andando, finirai con l’andare da un’altra parte” Yogi Berra

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