Daniele Barca – La scuola ritrovata: cosa abbiamo imparato dal Covid?

Atti del Seminario Internazionale ADi Online – Febbraio 2021

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LA SCUOLA RITROVATA: COSA ABBIAMO IMPARATO DAL COVID?

Daniele Barca
Dirigente scolastico IC 3 Modena

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Benvenuti all’Istituto Comprensivo n.3 di Modena. Qui vi trovate all’interno della biblioteca della scuola secondaria di primo grado “Mattarella”, chiamata così in onore del fratello del nostro Presidente della Repubblica morto per mano della mafia.

In questa scuola abbiamo sviluppato, da quattro anni a questa parte, dei percorsi molto particolari di apprendimento. Il primo percorso deriva dall’essere una scuola Dada, acronimo che sta per didattica per ambienti di apprendimento. In sostanza, gli studenti non hanno una propria aula dove c’è la singola classe ma ruotano, girano nelle aule che sono di proprietà dei docenti.

Snapshot_12Quindi c’è il Dipartimento di Italiano, il Dipartimento di Matematica e il Dipartimento di Lingue. E poi i laboratori. Ogni aula è assegnata a un docente che la fa propria e utilizza gli strumenti che gli interessano, condivide le pratiche con altri docenti e ospita gli studenti in un luogo dedicato alla sua disciplina. Mentre per altri sistemi educativi esteri questo può essere la normalità, qui in Italia è una vera particolarità poiché, di fatto, con il Dada abbiamo rotto il rapporto tra aula cioè il luogo dove si fa lezione e classe cioè l’insieme di tutti gli studenti nati nello stesso anno. L’unità di base del progetto è l‘aula laboratorio disciplinare-ambiente di apprendimento, assegnata a uno o due docenti della medesima disciplina.

La creazione di ambienti di apprendimento funzionali a processi attivi di insegnamento- apprendimento favorisce la diffusione nella didattica quotidiana di approcci operativi che tengono conto della “piramide dell’apprendimento”, in cui una maggiore disponibilità a far “fare” garantisce una migliore sedimentazione delle conoscenze, oltre che l’acquisizione di abilità e competenze.
Gli studenti, responsabilizzati durante gli spostamenti fra un’aula e l’altra, si trovano nelle condizioni di divenire sempre più i soggetti attivi, i protagonisti, nella costruzione dei loro saperi e della loro formazione.
L’approccio dinamico e fluido del progetto considera gli spostamenti degli studenti uno stimolo energizzante la capacità di concentrazione, come testimoniato da accreditati studi neuroscientifici, che ci indicano come il modo migliore per attivare la mente (le sue cognizioni e le sue emozioni) sia mantenere in movimento, anche leggero, il corpo.

Snapshot_4Il secondo percorso si chiama Aladin@ (Aule LAboratorio DIsciplinari Nuova Adozione) ovvero l’adozione di soluzioni integrate per i libri di testo e sperimentazione dei  tablet personali. In cosa consiste e come nasce? In un momento di riflessione abbiamo capito che in molte discipline non si utilizzava più il libro di testo poiché la didattica attiva è uno dei nostri principi. I ragazzi fanno sostanzialmente esperienze e così abbiamo smesso di acquistare libri di testo. Con il risparmio derivante dai libri che non abbiamo adottato, abbiamo permesso a tutte le famiglie di comprare un device. All’inizio era il tablet ma, da quest’anno, siamo passati ai Chromebook e questa è stata una delle tante lezioni del Covid perché il Covid ci ha insegnato che stando a casa, dovendo elaborare file, dovendo lavorare su materiali, era importante e determinante avere una tastiera. E così siamo passati quest’anno dal tablet al Chromebook con l’utilizzo di tutte le applicazioni delle Google App for Education.

Snapshot_5Qualcuno di voi si starà chiedendo se questa è una scuola privata. Assolutamente no. Noi siamo una scuola pubblica e statale. Abbiamo semplicemente provato a restare all’interno degli stessi costi abolendo testi inutili per adottare uno strumento digitale personale. Questo è stato solo l’inizio di tutta una serie di scoperte. Per esempio, abbiamo iniziato a lavorare sui curriculum. Il curriculum di Geografia non era più soltanto leggere il testo e ripetere ad alta voce, il curriculum di Storia poteva comportare di conoscere i personaggi della storia non solo guardando dei video ma anche interpretandoli. Ci siamo ispirati a scuole estere in cui, al pomeriggio si fa un lavoro sulle competenze non strettamente legate alle discipline. Abbiamo iniziato anche noi a fare in modo che quei pomeriggi potessero essere degli arricchimenti, degli approfondimenti, un modo diverso di imparare. Siamo andati a toccare quella che io chiamo la terza gamba che è il tempo. Inoltre, siamo intervenuti sulla classe (di solito formata da ragazzi nati mediamente nello stesso anno) perché abbiamo iniziato anche a radunarci in gruppi di età diverse. E abbiamo rivoluzionato l’aula, lo spazio fisico in cui avviene la lezione ma che ora è anche un’aula per la lettura ad alta voce, per la consultazione, per il laboratorio, ecc.

Snapshot_11E poi è arrivato il Covid. Il Covid ci ha insegnato tante cose: la prima è che gli apprendimenti devono essere più vicini alla vita. La seconda è che in qualche modo si dovevano avere delle figure intermedie, come dei tutor, che potessero seguire i ragazzi direttamente, soprattutto quelli più fragili, quelli in difficoltà, quelli che non sapevano utilizzare le tecnologie. E un’altra cosa che ci ha insegnato è che le competenze, per essere legate alla vita, non possono essere disciplinari e isolate ma devono essere mescolate. Quando siamo tornati in presenza a settembre abbiamo volutamente lavorato molto sui due concetti di tutoraggio e club pomeridiani. Il tutoraggio è appunto l’aiuto che diamo ai ragazzi sia in presenza che a distanza, in quei pomeriggi, per poter sviluppare e rafforzare le competenze sulle discipline. I club, invece, trattano argomenti innovativi, dall’intelligenza artificiale, all’arte, al video-editing, alla realizzazione di Educazione motoria in lingua inglese. Il ragazzo non solo studia l’Italiano, la Matematica, le Lingue straniere ma le studia in modo interconnesso. Alla scuola secondaria di primo grado Mattarella i club sono sempre stati un’istituzione ma erano per la maggior parte club extra curricolari cioè dopo l’orario di scuola. Quest’anno, poiché dovevamo lavorare su gruppi più piccoli per via del Covid, abbiamo portato i club nelle ore curricolari per cui i ragazzi fanno esperienze dei saperi del futuro all’interno del loro orario scolastico. Naturalmente per essere curricolari in qualche modo afferiscono a delle discipline. Quindi sicuramente affrontano la Tecnologia, la Matematica, le Lingue ma in modo moderno.

Snapshot_1Uno dei nostri vanti è il progetto Lucy, la prima scuola in Italia sull’intelligenza artificiale, sia per il target di riferimento (studenti del primo ciclo), sia per la metodologia, che si fonda sull’integrazione tra approccio tecnico-scientifico, educazione alla complessità ed educazione al pensiero critico per cui trattiamo temi che stanno tra la tecnologia e la matematica ma anche disegno e creatività. Insomma, tutte attività che possano aiutare i ragazzi a capire che cosa aspettarsi dal loro futuro. Grazie ad un bando del Ministero d’Istruzione e che si chiama Club per i talenti abbiamo avuto la fortuna di coinvolgere dei veri e propri professionisti che hanno dato la loro disponibilità a passare due pomeriggi a settimana con i nostri ragazzi divisi in gruppi.

Snapshot_8Abbiamo utilizzato la quota di autonomia, cioè una parte delle ore curricolari, e le abbiamo dedicate a questo. Naturalmente per fare un lavoro del genere ci vuole un grande accordo con i docenti perché poi le competenze che si sviluppano in questi momenti particolari devono rientrare anche nella valutazione. La cosa particolare, che suggerisco e che in qualche modo guarda anch’essa al futuro, è l’avere utilizzato il personale della scuola come tutor: quando metà classe sta partecipando al club, l’altra metà classe fa il tutoraggio con un insegnante che aiuta i ragazzi ad approfondire dei temi e a fare i compiti. Tuttavia, non è un doposcuola perché si affrontano materie curricolari, aiutiamo i ragazzi a sviluppare delle competenze e a consolidare concetti che magari hanno perso durante le lezioni del mattino. Ed è un momento anche di orientamento per loro. La combinazione di tutoraggio e club vuole essere proprio una dimensione nuova di scuola dove non c’è solo la lezione ma anche un contributo in più che rilancia verso il futuro e contestualmente permette di consolidare le competenze del presente.

Snapshot_15Questa attività è molto importante perché permette ai ragazzi di lavorare insieme e interagire fra loro. Chi è più in difficoltà è aiutato da chi ha già assimilato gli argomenti. Allo stesso tempo c’è un docente facilitatore per fare in modo che le materie che vengono trattate siano veramente trasversali e varie.

L’idea del tutoraggio è nata durante il Covid quando potevamo fare soltanto lezioni a distanza. È nata in quel frangente proprio perché volevamo seguire i ragazzi più fragili. L’abbiamo fatto soprattutto per i ragazzi che hanno difficoltà, quelli che si perdono se non sono accompagnati.

Il nostro sogno, la nostra prospettiva, è che questo davvero possa aiutare i ragazzi ad avere un rapporto più ravvicinato anche solo per due ore a settimana. Un rapporto più vicino all’insegnante, un adulto che possa guidarli. Confidiamo molto che l’insieme di accompagnamento sulle competenze da rafforzare e sviluppo di nuove competenze possa essere il futuro della scuola.

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