Il 2 aprile 2009 il Parlamento europeo ha votato la “Risoluzione su migliorare le scuole: un ordine del giorno per la cooperazione europea”.
Siamo purtroppo in presenza dell’ennesima pedissequa esortazione che ripropone obiettivi che da anni rimbalzano da un documento all’altro senza trovare realizzazione. E’ pur vero che sono “gli Stati membri responsabili per l’organizzazione, il contenuto e la riforma dell’istruzione scolastica”, come ribadisce la Risoluzione, ma quantomeno ci si aspetterebbe una svolta nell’analisi del perché i problemi della scuola continuano a rimanere irrisolti. Nulla di tutto questo.
Potremmo definire questa Risoluzione il documento del “MA ANCHE…” di veltroniana memoria. Citiamo a questo proposito alcuni esempi illuminanti.
Il Parlamento Europeo
1) esorta gli Stati Membri ad aumentare la capacità degli alunni di leggere e scrivere e delle loro abilità numeriche e matematiche, MA ANCHE a fare acquisire a tutti competenze musicali, artistiche, manuali, fisiche, sociali e civiche e le lingue straniere;
2) ritiene importante che i giovani, già nel corso della loro formazione elementare, superiore e universitaria, siano preparati alla flessibilità nel mercato del lavoro in previsione della sua mutabilità, MA ANCHE che la loro istruzione sia principalmente finalizzata allo sviluppo pieno e poliedrico dell’individuo;
3) è del parere che l’istruzione pubblica debba restare un settore finanziato dallo Stato; MA ANCHE plaude alle iniziative che puntano a sviluppare la collaborazione con il settore privato e ad esplorare nuovi potenziali metodi di finanziamento;
4) invita gli Stati membri ad accordare alle scuole la necessaria autonomia nonché l’appropriata flessibilità nella definizione dei programmi, MA ANCHE a garantire la comparabilità dei sistemi delle qualifiche a livello europeo.
E si potrebbe continuare. Nessuno nega la validità di questi obiettivi, vorremmo però che si cominciasse a spiegare perché “questa scuola” non è in grado di raggiungere tali obiettivi.
Il seminario di Bologna ” Da Socrate a Google”, di cui continua sul sito la pubblicazione degli Atti, nonché quello di Torino ” Un giorno di scuola nel 2020″, hanno cominciato ad analizzare in profondità i motivi di questa lunga crisi globale dell’istruzione e a delineare le caratteristiche della scuola del nuovo millennio.
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