La questione degli allievi ad alto potenziale cognitivo e in particolare della Plusdotazione va avanti, sia pure molto lentamente, anche in Italia.
Il 7 ottobre l’Assemblea del Senato ha approvato in prima lettura il ddl n. 180-1041, in un testo unificato, recante disposizioni in favore degli alunni e degli studenti ad alto potenziale cognitivo e delega al Governo per il riconoscimento dei medesimi, su relazione del senatore Occhiuto di Forza Italia (FI-BP). Con alcuni emendamenti presentati dalla stessa Forza Italia e sottoscritti da rappresentanti PD e M5S che poi però si sono astenuti, dichiarandone come causa il timore di una eccessiva concentrazione sull’aspetto cognitivo trascurando quello relazionale e quello di una selezione e frammentazione del sistema, mentre Italia Viva ha votato a favore.
La norma si collega fortemente al tema della inclusione scolastica, dichiarando l’obiettivo di promuoverla. E’da ricordarsi che l’Europa ha superato da tempo le stesse perplessità sul tema collocandolo all’interno dei SEN (Special Education Needs), concetto nato per gli allievi problematici. Donde le normative nel merito di quasi tutti i paesi europei, sia pure con qualche reticenza e naturalmente di livello di realizzazione parecchio differenziato. Nei sistemi asiatici ed anche in parte di quelli anglosassone non ci sono invece remore, anche perché si vede l’eventuale apporto di questo tipo di studenti come elemento fondamentale per lo sviluppo economico e sociale del Paese.
Il ddl ha l’obiettivo di valorizzare le capacità individuali e di rafforzare la collaborazione scuola-famiglia, introducendo la definizione di plusdotazione e la necessità di piani personalizzati. Si dà un anno per disciplinare le modalità di riconoscimento in relazione al diritto allo studio ed alle misure di contrasto alla dispersione scolastica e tre anni per sperimentare modelli concreti. Da ultimo si parla di formazione docenti e di continuità fra le diverse scuole.
ADi ha individuato da tempo il tema come di grande interesse per il futuro della scuola italiana sia con pubblicazioni (Strategie educative per gli allevi plusdotati, inRiga edizioni) che con la produzione di un webinar e di un corso di formazione blended. Proprio perché in Europa e nel mondo si è già parecchio più avanti, nel quadro delle attività europee di ADi è stato dato largo spazio a visite in diversi Paesi come il Belgio fiammingo, l’Irlanda e recentemente la Francia presso l’Académie di Poitiers a La Rochelle. In particolare è interessante in relazione a quanto sta avvenendo oggi in Italia il ruolo che lo Stato ha ricoperto per riconoscere e sostenere il tema offrendo anche Linee Guida. L’interesse verso la realtà francese deriva dal fatto che si parla di un sistema scolastico molto strutturato, spesso accusato di elitismo e che sembra molto attento ai valori di equità della école républicaine. Negli ultimi anni, proprio in nome di questi valori, la Francia ha riconosciuto la necessità di includere anche gli alunni ad alto potenziale nei dispositivi di sostegno educativo, considerandola una scelta fondamentale per una scuola equa.