Dal 4 aprile 2018 le nuove prove INVALSI CBT
Dal 4 aprile hanno avuto inizio le nuove prove invalsi CBT (Computer Based Test) per l’Esame di Stato di fine 1° ciclo.
L’organizzazione a carico delle scuole è stata in molti casi difficile e lunga, anche perché si è alla prima esperienza di questo tipo. D’altra parte il carico di lavoro delle correzioni per gli insegnanti di scuola secondaria è stato azzerato. In passato, durante gli esami di fine 1° ciclo, molti insegnanti di scuola secondaria di 1° grado si ritrovavano a correggere e inserire dati per 5 o 6 ore il pomeriggio prima dell’inizio degli orali.
Una spinta alla digitalizzazione delle scuole
Le prove al computer hanno richiesto un forte impegno organizzativo nel reperire e controllare i computer in modo che fossero utilizzabili, ma questa “imposizione”, dovuta a una legge dello stato, ha fatto in modo che, anche le scuole, che non hanno sfruttato al massimo i PON, si siano dovute dotare di un minimo di strumentazione informatica. Questa modalità di lavoro per le prove INVALSI è infatti definitiva (forse tra qualche anno anche per le quinte della primaria) e le scuole che, per carenza di dotazioni e infrastrutture, quest’anno sono state ospitate dalle più attrezzate scuole superiori, sanno che per il futuro dovranno rendersi autonome. Insomma, è finalmente un’occasione, fuori da ogni gioco retorico, per avere 1) aule con il maggior numero possibile di computer funzionanti “per legge”, pena l’aumento del numero di giorni di via vai di gruppi di studenti dalla loro aula all’aula con i pc, 2) un maggiore utilizzo delle tecnologie informatiche, che dovranno essere mantenute funzionanti. E questo andrà soprattutto a vantaggio degli studenti più deboli (si pensi ad esempio agli studenti ospedalizzati o la cui frequenza a scuola è per qualche motivo impedita).
La piattaforma INVALSI e il database “ gestinv”
L’INVALSI ha messo a disposizione la piattaforma per le prove CBT, permettendo così agli studenti di fare pratica, prima della prova d’esame, della gestione dei comandi di esecuzione attraverso esempi di prove. Gli insegnanti si sono organizzati per fare in modo che gli studenti non arrivassero alle prove impreparati, e così insieme a loro hanno avuto un’ulteriore occasione di conoscere meglio la struttura delle prove. In questo è stato anche di notevole aiuto il database “gestinv”, disponibile in rete per la ricerca e gestione di domande delle prove invalsi, già pubblicate gli anni scorsi, secondo determinati criteri di scelta: per contenuti, obiettivi, traguardi per lo sviluppo delle competenze. Uno strumento quest’ultimo ancora forse poco noto, ma molto utile per i docenti.
Una “prova” anche per i dirigenti scolastici
Anche i Dirigenti Scolastici si sono attivati più che in passato per conoscere da vicino le prove, perché coinvolti, più o meno forzatamente, dall’organizzazione delle stesse. E non è un caso che più di uno abbia deciso di promuovere ulteriori corsi, nei loro istituti, sulla lettura e interpretazione dei dati INVALSI per migliorare la conoscenza degli insegnanti rispetto alle potenzialità, anche di carattere didattico, che hanno per le scuole i risultati delle prove.
Una spinta all’uso dei dati INVALSI
Inserire nel giudizio di ammissione all’esame di fine primo ciclo la valutazione delle prove INVALSI, da quest’anno anche per l’inglese, obbliga l’intero Consiglio di classe a conoscere il giudizio delle prove e a discuterlo, avendo l’opportunità anche di avere come riferimento esempi concreti di domande corrispondenti ai diversi livelli di giudizio. In questo modo non viene più restituito, come negli anni passati, solo un valore numerico da inserire nella media dei voti d’esame, talvolta a malincuore, ma è fornita un’altra occasione e un altro strumento per avere dei riferimenti sui percorsi di istruzione che gli insegnanti possono costruire per i loro studenti.
Di seguito il link ad un articolo sull’argomento di Roberto Ricci, Responsabile Area prove nazionali dell’INVALSI
http://www.invalsi.it/invalsi/doc_evidenza/2018/nota_prove_INVALSI.pdf