La docenza come sottoproletariato
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Siamo alla conclusione di una tragica farsa che ha condotto la docenza alla condizione di sottoproletariato e insieme ad essa la scuola italiana a una progressiva e vergognosa situazione di abbandono.
Vogliamo essere chiari e speriamo di esserlo: non siamo insensibili alle condizioni dei precari della scuola. Dobbiamo, però, una volta per tutte distinguere tra ciò che in questo momento di crisi economica si pone come necessario intervento da ciò che un’organizzazione qualificata della scuola e la dignità della professione docente impongono per l’oggi e per il futuro.
Purtroppo, di fronte agli incongruenti e devastanti provvedimenti Gelmini l’opposizione anziché sostenere con forza, nella società e nel Parlamento, posizioni chiare, ispirate a una visione “illuminata”, non contingente e non strumentale, dell’organizzazione scolastica e della professione docente, gioca a fare le barricate, salendo sui tetti con i precari e invocando nuove sanatorie.
Ma vediamo cosa sta succedendo.
La professione docente uccisa dalle “sanatorie”
Dopo essersi scrollata di dosso ogni responsabilità, il ministro ha affermato:
“Negli anni 80 e 90 si è proceduto ad abilitazioni di massa: 125.000 persone sono entrate nelle graduatorie e altrettante sono state chiamate a fare supplenze brevi senza aver superato concorsi. La scuola è stata trattata come un ammortizzatore sociale e oggi se ne pagano le conseguenze. Sul precariato non si scherza: vendendo illusioni si creano cocenti delusioni».
E cosa predispone contestualmente a queste categoriche dichiarazioni?
Reitera devastanti provvedimenti transitori: nuovi dequalificanti iter abbreviati per l’abilitazione e nuove deleterie sanatorie per anzianità. Il tutto confluirà nelle cosiddette “graduatorie ad esaurimento” che torneranno di fatto “graduatorie permanenti”, e il circolo non si chiuderà più.
La sbandierata nuova formazione iniziale rimarrà abbandonata nel cassetto, poiché i tempi dell’iter legislativo e dei relativi regolamenti non ne consentiranno l’avvio prima della fine legislatura, mentre si continua a ignorare totalmente la questione imprescindibile ed urgentissima del reclutamento (non si fanno concorsi da 10 anni! )
Cosa propone e scrive sul sito del MIUR il ministro Gelmini?
Ecco le parole testuali del comunicato:
“Per i precari non abilitati
Per quanto riguarda i precari non abilitati e gli ex diplomati negli istituti magistrali sono stati previsti percorsi che, dietro il superamento di prove d’accesso in grado di verificare la preparazione disciplinare, consentano di conseguire l’abilitazione”.
Siamo alle solite. Si rimettono persino in circolo gli ex diplomati negli istituti magistrali (chiusi nel 1997 !), per i quali erano già state previste sanatorie con la legge 143/2004, che stravolse la legge 124/1999, che avrebbe dovuto porre fine al precariato!
Il TFA, la foglia di fico per coprire le vergogne
Che dire del Tirocinio Formativo Attivo? Una SSIS dimezzata (un anno anziché due) che creerà nuove schiere di abilitati che premeranno per entrare nelle graduatorie , farsescamente definite “ad esaurimento”, riproducendo all’infinito eserciti di precari, e ricreando carenze di docenti in alcune fondamentali discipline tecnico scientifiche (ad es. matematica) che solo concorsi che prevedano una sicura immissione in ruolo potrebbero riavvicinare alla scuola.
A conclusione di tutto ciò, l’unica formazione universitaria che rimane in piedi è quella per i maestri, un lungo percorso chiuso (5 anni di università dopo 5 anni di scuola secondaria superiore), ad uso e consumo delle facoltà di scienze della formazione; un percorso che esclude dall’insegnamento nella scuola primaria qualsiasi laureato che ha invece i titoli per accedere alla scuola secondaria di primo e secondo grado.
I guasti causati dagli attuali provvedimenti per i precari
La girandola di provvedimenti annunciati, “i contratti di disponibilità”, avranno come sicuro effetto quello di impedire il regolare inizio dell’anno scolastico, mentre un nuovo grave colpo sta venendo inferto all’autonomia delle scuole con l’introduzione di criteri di ricentralizzazione delle nomine delle supplenze, con ulteriori frammentazioni dell’orario fra le scuole, il tutto condito con un inaudito spreco di danaro pubblico incanalato su pseudo progetti che lasciano un’organizzazione quotidiana delle scuole in situazione di grave sofferenza.
Ora basta! Sia ridata dignità alla professione docente, siano immediatamente indetti pubblici concorsi per docenti e dirigenti
Con tutte le forze va scongiurata la riapertura delle graduatorie ad esaurimento. Vanno indetti da subito concorsi pubblici per docenti e dirigenti, in accordo con la Conferenza delle Regioni.
E’ solo evidente che tutto questo doveva essere accompagnato dal varo di un nuovo stato giuridico della docenza e dirigenza e da una seria decentralizzazione dei poteri costituzionali alle Regioni.
Ma non c’è più tempo da perdere. Si proceda intanto con i concorsi, che rispetto alle sanatorie e alle assunzioni per anzianità sono pur sempre una maggiore garanzia. Il TFA sia successivo e collegato all’assunzione.
Provvedimenti immediati
Per l’anno che ora inizia, anziché pensare a pirotecnici esperimenti, si riveda l’organico, avendo particolare attenzione alle prime classi della scuola secondaria, dove la selezione è fortissima e che sono le classi che per ironia della sorte sono sempre le più numerose!
Lì l’organico può e deve essere riconsiderato ed aggiustato.
C’è ancora tempo.
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LINK
- ADi – Precariato e proletarizzazione della docenza: dai partiti un sol grido”Sanatorie”
- ADi – Il Regolamento dimezzato (2009)
- R. Drago – Il precariato dei docenti in Italia (2004)