L’incontro del 18 novembre fra OOSS e MIUR ha chiuso, almeno per ora, la grave vicenda del blocco degli scatti di anzianità, restituendoli agli insegnanti, che sarebbero stati i soli in Europa a non fruirne più e non certo, come era stato affermato, i soli a goderne ancora!
Accanto a questa notizia, il ministro Gelmini ha data un’altra informazione, annunciandola con i toni sobri che ama: “E’ un giorno storico!” ha detto. “Finalmente si iniziano a valutare i professori e le scuole su base meritocratica”.
Noi che amiamo un’altra sobrietà e che poco apprezziamo le “riforme epocali” e “i giorni storici”, riteniamo nondimeno che questa circoscritta sperimentazione non debba essere rifiutata a priori come alcuni già stanno facendo, ma vada attentamente seguita. A questo fine è quanto mai opportuno che il ministero agisca nella massima trasparenza, facendo conoscere nei dettagli la sperimentazione, così da condividerla, nel bene e nel male, con tutto il mondo della scuola.
Vi saranno sicuramente aspetti positivi che andranno sottolineati e assunti per essere generalizzati, così come non mancheranno elementi negativi che sarà bene evidenziare e non nascondere.
Questa sperimentazione è stata concepita all’interno di un comitato tecnico scientifico (CTS) insediato nel febbraio 2010 con l’obiettivo, scrive il ministero, di “proporre l’istituzione di un sistema nazionale di valutazione e di miglioramento della didattica”.
Il comitato è così composto (in rigoroso ordine alfabetico): Barzanò Giovanna, Biondi Giovanni, Bottani Norberto, Cappello Giancarlo, Cosentino Giuseppe, Gallegati Paola,Gavosto Andrea,Gentili Claudio,Ichino Andrea, Israel Giorgio, Oliva Attilio, Poggi Annamaria, Ribolzi Luisa, Zen Giovanni.
Vediamo come è stata presentata la sperimentazione nel comunicato stampa del MIUR del 18 novembre 2010
[stextbox id=”warning” image=”null”]La descrizione della sperimentazione nel comunicato stampa del MIUR.[/stextbox]
1) La sperimentazione ha l’obiettivo di individuare criteri, metodologie e competenze per valorizzare il merito e migliorare quindi la qualità del sistema scolastico secondo le migliori esperienze europee ed internazionali.
2) La sperimentazione sarà finanziata con parte del 30% dei risparmi ottenuti grazie alla razionalizzazione della spesa al netto delle risorse destinate al recupero per il personale docente degli scatti biennali.
3) Ai docenti particolarmente meritevoli sarà assegnato un premio pari ad una mensilità di stipendio.
4) Agli istituti migliori un premio fino a un massimo di 70 mila euro.
Il progetto sperimentale per la valutazione delle scuole
1) Il progetto sperimentale sarà proposto a tutte le scuole medie delle province di Pisa e Siracusa.
2) Le scuole saranno valutate prendendo in considerazione:
- il livello di miglioramento degli apprendimenti degli studenti, individuato attraverso i test INVALSI;
- una serie di indicatori (rapporto scuola-famiglia, rapporto scuola-territorio, gestione delle risorse, livelli di abbandono…) verificati da un team di osservatori esterni composto da un ispettore e da due esperti indipendenti che, al termine delle attività, proporranno una relazione complessiva.
3) Sulla base dei risultati ottenuti verrà formulata da una Commissione tecnica regionale una graduatoria finale.
4) Alle scuole che si collocheranno nella fascia più alta sarà assegnato un premio (fino ad un massimo di 70mila euro) da destinare esclusivamente al personale effettivamente impiegato nell’istituto durante il periodo di sperimentazione.
5) Contemporaneamente sarà avviato un monitoraggio sull’intera sperimentazione per analizzare i cambiamenti nelle scuole a seguito dell’introduzione dei meccanismi di valutazione.
Il progetto sperimentale per premiare i docenti migliori
1) Il progetto mira ad individuare metodi e criteri per premiare gli insegnanti che si distinguono per le capacità e la professionalità dimostrate.
2) La sperimentazione riguarderà i docenti delle scuole di due città, Torino e Napoli.
3) In ogni scuola verrà costituito un “nucleo” composto dal Dirigente scolastico, da due docenti eletti dal Collegio dei docenti e dal presidente del Consiglio di Istituto in qualità di osservatore. Il “nucleo” avrà il compito di valutare i docenti che hanno aderito volontariamente alla sperimentazione.
4) La valutazione farà riferimento a:
- curriculum vitae;
- documento di valutazione;
- i risultati di indagini realizzate per rilevare l’apprezzamento dei docenti da parte dei genitori e degli studenti attraverso indicatori. Questo elemento è considerato elemento qualificante della sperimentazione, poiché rende la valutazione non autoreferenziale.
5) Gli insegnanti meritevoli saranno individuati e premiati entro aprile/maggio 2011.
Rafforzamento dell’INVALSI
Una quota del 30% consentirà, inoltre, di rafforzare l’azione dell’INVALSI ed estendere ad altre materie e livelli scolastici l’utilizzo di test per la valutazione degli apprendimenti.
[stextbox id=”warning” image=”null”]UNA BREVISSIMA NOTA ADI[/stextbox]
Nel ribadire la nostra massima attenzione verso questa sperimentazione, un’attenzione assolutamente scevra da qualsiasi pregiudizio, riteniamo doveroso esprimere fin da ora alcune considerazioni, oltre alla richiesta già avanzata di massima trasparenza.
In particolare:
1) I tempi indicati (aprile/maggio 2011) per individuare e premiare gli insegnanti meritevoli, se non vuole essere una sorta di improvvisato “concorso di bellezza” (e allora va bene tutto) sono assolutamente troppo stretti.
2) Non ci esprimiamo sul “documento di valutazione” poiché non ne sono illustrati i contenuti, mentre qualche rilievo sulla composizione di chi deve individuare i bravi insegnanti ci sentiamo di farlo. Nella scuola esiste già il Comitato per la valutazione del servizio dei docenti (art. 11 del Dlgs 297/1994, Testo Unico) composto dal dirigente scolastico e da 2 o 4 insegnanti eletti dal collegio docenti con il compito di valutare il servizio su richiesta dell’interessato. Come è a tutti noto questo comitato, istituito con i decreti delegati del 1974 frutto delle battaglie antiautoritarie del 1968, non ha mai funzionato. Nell’ipotesi ministeriale viene semplicemente aggiunto il presidente del Consiglio di istituto come osservatore, una sorta di foglia di fico contro l’autoreferenzialità. Ci pare una soluzione debolissima che non sarà mai generalizzabile per la valutazione dei docenti. E’ abbastanza evidente infatti che non sta in piedi l’idea che chi è valutato elegga i propri valutatori.
3) E ancora, il fatto che il premio alle buone scuole sia destinato esclusivamente al personale che vi ha operato durante la sperimentazione, si configura come un incentivo a pioggia, che è sempre stato escluso nella scuola, ancor prima dell’emanazione del decreto 150/2009, noto come decreto Brunetta. Nel caso invece andasse distribuito fra i “bravi docenti” si ricadrebbe nella precedente sperimentazione!
4) Infine ci pare assolutamente inopportuno volere appesantire l’INVALSI di nuovi compiti, come “estendere ad altre materie e livelli scolastici l’utilizzo di test per la valutazione degli apprendimenti”. L’INVALSI e il suo SNV, Servizio Nazionale di Valutazione, hanno in questi ultimi due anni cominciato a lavorare con rigore ed efficacia, pur con pochi mezzi e poco personale; decidere dall’esterno di aumentarne i compiti ci pare davvero fuori luogo. Così come stonata ci è parsa la frase “proporre l’istituzione di un sistema nazionale di valutazione e di miglioramento della didattica”, quasi che l’INVALSI o il SNV non esistessero. Lo diciamo, nella convinzione che ci ha sempre guidato, che l’INVALSI dovrebbe essere un istituto di valutazione assolutamente autonomo, come invece purtroppo non è.