UE: NUOVE POSSIBILITA’ DI FORMAZIONE DEI DOCENTI

a cura di Lucia Veneruso

Le recenti Conclusioni del Consiglio, del 21 aprile 2022, sul rafforzamento della mobilità di docenti e formatori[1] si inseriscono nell’interessante dibattito, apertosi da tempo in Europa[2], relativo alle modalità più efficaci per ripensare in maniera innovativa la formazione dei docenti e per sostenere in modo mirato e globale le politiche nazionali in materia.

Nel documento viene ribadito che la mobilità rappresenta uno degli elementi essenziali della formazione iniziale e continua degli insegnanti, poiché contribuisce ad affrontare le sfide comuni con cui devono misurarsi gli Stati membri per dare nuovo slancio alla professione docente. In particolare, la mobilità viene considerata uno strumento utile per incoraggiare gli insegnanti ad essere proattivi e innovativi e per promuovere la fiducia in se stessi. Vengono evidenziate le possibilità che essa offre per migliorare la pratica professionale e le competenze disciplinari e pedagogiche e il contributo che può fornire nel rendere la professione docente più attrattiva. Infine, viene sottolineato che i docenti e i formatori che vivono l’esperienza della mobilità sviluppano la capacità di influenzare e migliorare le prassi in uso negli istituti di appartenenza e contribuiscono, in senso lato, al rinnovamento del proprio sistema d’istruzione e di formazione.

A riprova dell’importanza attribuita alla mobilità, l’impegno del Consiglio si è esplicitato attraverso chiari inviti rivolti  sia alla Commissione che agli Stati membri:

  1. La Commissione viene chiamata a valutare, in cooperazione con gli Stati membri, la possibilità di sviluppare un quadro strategico a livello europeo che contribuisca ad affrontare gli ostacoli alla mobilità per i docenti e i formatori futuri e in servizio, incrementando anche il numero e la qualità delle opportunità.
  2. Gli Stati membri vengono invitati ad integrare la mobilità nei propri sistemi d’istruzione e di formazione, attraverso proposte che prevedano:
    • l’avvio di programmi di mobilità
    • la rimozione degli ostacoli esistenti e l’offerta di un sostegno organizzativo e finanziario (ad esempio in relazione alle soluzioni da individuare per l’organizzazione delle supplenze)
    • la facilitazione del riconoscimento formale dei risultati dei periodi di mobilità
    • l’individuazione e la promozione di finestre di mobilità, ossia di periodi raccomandati che, negli anni scolastici (per i docenti in servizio) e nei piani di studio (per la formazione iniziale), siano concepiti per consentire la partecipazione alla mobilità.

L’APPROVAZIONE DELLE TEACHER ACADEMIES ERASMUS+

La recente approvazione delle prime 11 Teacher Academies, previste nell’ambito del Programma Erasmus+ 2021/2027,  (si veda una precedente riflessione sul sito ADI http://adiscuola.it/pubblicazioni/i-nuovi-orizzonti-della-formazione-degli-insegnantipossibili-piste-di-lavoro-nellambito-della-progettazione-europea/) attesta in maniera significativa il ruolo chiave attribuito dall’Europa alla mobilità nel contribuire alla ricostruzione di un sistema di formazione iniziale e in servizio dei docenti.

Difatti, il valore aggiunto di questi progetti è rappresentato proprio dalla definizione di risultati (a livello individuale, istituzionale e sistemico) difficili da raggiungere dai singoli partner senza una collaborazione transfrontaliera altresì supportata da un preciso impegno ad incrementare il numero e la qualità delle opportunità di mobilità.

I partenariati delle Teacher Academies elaboreranno strategie e programmi innovativi di formazione degli insegnanti, testandone l’efficacia, l’accessibilità e la trasferibilità nei vari contesti europei di riferimento. Inoltre, le TA lavoreranno per diffondere ed utilizzare le pratiche di successo già esistenti nel settore, sviluppandole ulteriormente e sperimentandole nelle scuole. L’impatto a livello politico sarà favorito dalla presenza nelle reti di altri attori, come ad esempio ministeri o enti pubblici responsabili delle politiche in materia di istruzione scolastica.

Proprio perché ai progetti, in avvio dal 1 giugno 2022 e di durata triennale, sono stati assegnati ingenti finanziamenti (in media €1.700.000,00 a progetto), le aspettative in relazione ai risultati e all’impatto atteso sui vari sistemi di formazione europei sono, di certo, molto alte.

Si tratta di partenariati composti da un minimo di 5 ad un massimo di 13 organismi, prevalentemente Università qualificate come centri di formazione. Va, però, evidenziato che nelle reti costituitesi non risulta un numero rilevante di decisori politici (14 organizzazioni pubbliche, distribuite su 6 progetti).

La notizia dell’approvazione delle Teacher Academies non dovrebbe passare “in sordina” nel nostro Paese tra gli addetti ai lavori del settore della formazione, soprattutto in un momento delicato e complesso come quello attuale, caratterizzato da norme di recente approvazione (Conversione, con LEGGE 29 giugno 2022, n. 79 del D.L 30 aprile 2022, n. 36, recante ulteriori misure urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza) che sembrano sancire il passaggio ad un nuovo sistema di formazione dei docenti.

I motivi che sostengono l’opportunità di offrire un’analisi (peraltro non esaustiva, in quanto limitata alle poche informazioni reperibili sul sito EACEA) delle finalità individuate dalle 11 Teacher Academies, si possono ricondurre all’utilità di tracciare una mappa di quanto le nuove reti intendono realizzare per riqualificare e migliorare le competenze degli insegnanti. Non è trascurabile il vantaggio che si può trarre da informazioni che fanno presumere la realizzazione, in tempi relativamente brevi, di nuovi strumenti per lo sviluppo professionale degli insegnanti (come, ad esempio, piattaforme open source per la formazione, pacchetti di risorse, linee guida) e di nuovi modelli congiunti di mobilità. Inoltre, nell’ambito delle aree tematiche di lavoro, selezionate dalle Teacher Academies, saranno disponibili studi, ricerche e raccolte di pratiche efficaci.

LE QUATTRO AREE TEMATICHE

Dalla sintesi, di seguito presentata, emergono quattro principali ambiti di lavoro, individuati da nove partenariati su undici:

  1. SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE (3 progetti)
  2. INCLUSIONE (2 progetti)
  3. STEM (2 progetti)
  4. EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZA (2 progetti)

Nello specifico:

SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE

  1. TEACHING SUSTAINABILITY: CONTENT, COMPETENCES & APPROACHES FOR EUROPE’S PRE- AND IN-SERVICE TEACHERS (acronimo TAP-TS). Il progetto è coordinato dall’Università di Dresda e risulta composto da 9 partner: Germania (tre organizzazioni), Irlanda, Portogallo, Cipro, Austria, Belgio, Svezia. Il progetto prevede la costruzione di pacchetti di risorse per l’insegnamento e l’apprendimento di alta qualità e pedagogie di supporto innovative. Tali risorse favoriranno una forte comprensione delle tematiche relative alla sostenibilità e avranno un valore immediato e pratico per la formazione degli insegnanti e per l’uso da parte dei docenti all’interno delle loro scuole. L’intenzione è quella di creare un movimento e una comunità di insegnanti che utilizzino l’esperienza TAP-TS come base per l’insegnamento della sostenibilità.
  2. ACADEMY FOR SUSTAINABLE FUTURE EDUCATORS (acronimo EduSTA) presentato da 5 partner (Finlandia, Olanda, Svezia, Spagna, Repubblica Ceca) e coordinato dalla Università di Scienze Applicate di Tampere in Finlandia. Il progetto si concentra sulla riqualificazione e sul miglioramento delle competenze degli insegnanti relative alla sostenibilità ambientale, rendendole operative attraverso collegamenti diretti con le attività quotidiane, quali lo sviluppo del curriculum, la progettazione pedagogica e la valutazione. Viene prevista la creazione di percorsi di apprendimento digitali aperti, basati su badge sulle competenze di sostenibilità dei docenti e supportate da moduli di apprendimento multimodale.
  3. CLIMATE CHANGE TEACHERS’ ACADEMY (acronimo CLIMADEMY) coordinato dall’Università di Creta e presentato da un partenariato composto da 7 organizzazioni: Grecia (altre tre organizzazioni), Germania, Finlandia, ITALIA (Alma Mater Università Bologna e Fondazione Golinelli). Il progetto mira a creare strategie e programmi innovativi, al fine di offrire un programma completo mediante il quale gli insegnanti impareranno ad educare la prossima generazione di cittadini europei sui problemi del cambiamento climatico. Il consorzio formato dai quattro Paesi partecipanti svilupperà e stabilirà una rete e una comunità di pratiche e sarà successivamente aperto a nuovi membri. Il materiale educativo sarà inserito su una piattaforma sviluppata in inglese, tedesco, italiano, greco e finlandese (Virtual Climate Auditorium-CLAUDI) e costituirà la base per la creazione della CLIMATE CHANGE TEACHERS’ ACADEMY con quattro hub in Paesi separati e con focus specifici sulla base delle particolarità territoriali.

INCLUSIONE

  1. TEACHERS’ UPSKILLING AIMING AT A HOLISTIC INCLUSIVITY IN LEARNING (acronimo TUTOR) prevede un partenariato di 11 organizzazioni: Grecia (tre), Belgio (due), Turchia (due), Austria (due), Germania, Irlanda. Il coordinamento sarà curato da un Istituto di formazione professionale greco (AKMI ANONIMI EKPAIDEFTIKI ETAIRIA) con solida esperienza nell’educazione degli adulti e nella progettazione e attuazione di programmi di integrazione e di formazione su misura per cittadini di paesi terzi. Il progetto intende sviluppare una prospettiva europea e internazionale nella formazione degli insegnanti sull’inclusività, promuovendo la cosiddetta “inclusività olistica nell’ambiente di apprendimento, in quanto riferita a molti aspetti quali la tolleranza, la non discriminazione, la flessibilità.
  2. ALLOPHONE TEACHER ACADEMY (acronimo ALTA) presentato da 11 partner: Francia (otto), Spagna, Bulgaria, Italia (Università della Basilicata), con coordinamento francese (da un Gruppo di interesse pubblico-GIP per la formazione continua e l’inserimento professionale degli adulti). Il progetto ALTA nasce per affrontare due sfide individuate dai partner di progetto: la necessità di implementare meccanismi per garantire l’integrazione di un numero crescente di non madrelingua nei loro sistemi scolastici e l’esigenza di migliorare la qualità dei programmi di formazione per i docenti/studenti che insegnano a questo pubblico specifico. La politica di inclusione del progetto mirerà a ridurre gli effetti delle disuguaglianze socioeconomiche e linguistiche sul successo scolastico.

STEM

  1. ICSE ACADEMY – EUROPEAN COLLABORATION AND MOBILITY IN PROFESSIONAL DEVELOPMENT OF PRE- AND IN-SERVICE STEM TEACHERS (acronimo proSTEM) 13 partner con coordinamento tedesco dell’Università dell’Educazione di Friburgo (Germania, Olanda, Malta, Spagna, Cipro, Norvegia, Lituania, Turchia, Slovacchia, Rep Ceca, Austria, Svezia, Grecia). La partnership è composta da figure professionali con alte competenze (ricercatori esperti nel campo dell’istruzione superiore, fornitori di formazione e sviluppo professionale continuo iniziale degli insegnanti STEM, responsabili delle politiche educative e scuole di 13 Paesi). L’Accademia ICSE intende sostenere gli sforzi dell’UE per ridurre al minimo il numero di studenti STEM (scienze, matematica, tecnologia, ingegneria) a basso rendimento, investendo in una forza lavoro di insegnanti STEM di alta qualità, capaci di innovare sulla base delle migliori pratiche esistenti per la formazione degli insegnanti. La collaborazione dei giovani insegnanti STEM di tutta Europa, è parte integrante di questo approccio e sarà supportata dalla mobilità e dallo scambio transnazionale.
  2. SPECIAL EDUCATION STEAM (acronimo SpicE) 11 partner con coordinamento greco da parte dell’Hellenic Open University di Patrasso. Partecipano altri tre partner in Grecia, due in Spagna, tre in Bulgaria, due a Cipro. Il progetto mira a migliorare la capacità degli insegnanti di istruzione primaria di implementare un’efficace istruzione STEAM per proteggere gli studenti con disabilità lievi dall’esclusione educativa e sociale. E’ previsto un collegamento metodologico tra modelli didattici STEAM e Special Education, supportato da linee guida pratiche e curricula. SpicE ha l’obiettivo di progettare un quadro delle competenze STEAM in Special Education (identificare le lacune di competenze e mapparle su profili professionali esistenti e nuovi), sviluppare un programma educativo (identificare approcci didattici adeguati e mappare le competenze sugli obiettivi educativi di un curriculum), sviluppare, pilotare e valutare il corrispondente programma di formazione in quattro paesi pilota.

EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZA

  1. eUropeaN cIvic Teacher Academy (acronimo UNI-T Academy) composto da 6 PARTNER e coordinato dall’UNIVERSITE D’AIX MARSEILLE. La rete prevede un altro partner francese e partner in Germania, in Italia (Università La Sapienza), in Belgio e in Grecia. Il progetto ha l’obiettivo di migliorare la mobilità, la consapevolezza civica europea, il multilinguismo e la consapevolezza della diversità culturale degli insegnanti, in conformità con la politica dell’UE. La collaborazione tra i vari partner, fornitori di formazione degli insegnanti, sarà basata su quattro strategie di sviluppo professionale (modelli di apprendimento misto, scuole estive per insegnanti internazionali, sviluppo di comunità di pratiche e progetti di ricerca-azione) che adoperano diverse tipologie di mobilità (fisica e virtuale). Lo sviluppo di sistemi di riconoscimento reciproco delle competenze acquisite faciliterà la promozione della mobilità e l’alta qualificazione degli insegnanti.
  2. TOWARDS A EUROPEAN SYLLABUS IN TEACHER EDUCATION – FACING FUTURE CHALLENGES TOGETHER (acronimo TESTEd) composto da 6 partner e coordinato dalla Germania (RUHR-UNIVERSITAET di BOCHUM) con la presenza di un altro partner tedesco, uno irlandese, uno portoghese, uno spagnolo e uno finlandese. Al fine di garantire l’equità dell’istruzione e fornire opportunità di apprendimento di alta qualità a bambini, adolescenti e giovani adulti in tutta l’Unione europea, il progetto realizzato da un consorzio di 5 università (Oulu, Cork, Siviglia, Braga, Bochum), un fornitore di CPD (Akademie der Ruhr-Universität) e almeno 11 scuole di formazione, risponderà all’esigenza di includere nella formazione degli insegnanti argomenti come la sostenibilità, la cittadinanza attiva, la sensibilità di genere, il multilinguismo e la diversità, nonché la digitalizzazione degli spazi di apprendimento. Un Syllabus europeo interdisciplinare, sviluppato da gruppi di esperti internazionali, ricercatori e formatori di insegnanti, fornirà una prospettiva internazionale sulle sfide dell’insegnamento globale, la costituzione di comunità europee di pratica nella formazione iniziale e in servizio degli insegnanti e il progresso della mobilità virtuale e fisica nella formazione degli insegnanti.

Gli ultimi due progetti individuano campi di azione più specifici che riguardano:

  1. FORMAZIONE INIZIALE E SVILUPPO PROFESSIONALE CONTINUO DEGLI INSEGNANTI DI EDUCAZIONE FISICA

DEVELOPING PHYSICAL EDUCATION TEACHER ACADEMY TO STRENGTHEN THE QUALITY AND ATTRACTIVENESS OF THE PHYSICAL EDUCATION TEACHING PROFESSION FOR POSITIVE YOUTH HEALTH OUTCOMES  (acronimo PhysEd-Academy) con una rete di 11 partner: Norvegia (due organizzazioni), Irlanda, Turchia (due organizzazioni), Svezia (due organizzazioni), Spagna, Lussemburgo (due organizzazioni) e Slovenia e il coordinamento dell’Università scientifica norvegese, Norwegian Sports Academy, che si occupa della ricerca e l’istruzione superiore nel campo delle scienze dello sport. PhysEd-Academy affronterà direttamente le sfide attuali nell’educazione fisica scolastica e nella formazione degli insegnanti di educazione fisica, mediante strategie e programmi innovativi e migliorando quattro fattori di qualità imperativi: scopi e il contenuto dell’educazione fisica; insegnamento scolastico; formazione degli insegnanti; sviluppo professionale continuo.

  1. SUPPORTO PER IL PERIODO DI TRANSIZIONE DAL PRE-SERVIZIO A QUELLO IN SERVIZIO

DIGITAL ACADEMY IN TEACHING PRACTICE FOR A SEAMLESS TRANSITION FROM PRE-SERVICE TO IN-SERVICE (acronimo DigitalTA). La rete è composta da 8 partner e coordinata dall’università privata spagnola, “Universidad Europea del Atlantico”, di Santader. Sono presenti altri due partner in Spagna, insieme ad Irlanda, Belgio, Repubblica Ceca e due organizzazioni n Polonia.  Il progetto propone lo sviluppo e la convalida un nuovo modello europeo di formazione pratica per gli insegnanti in transizione, mediante una piattaforma digitale. Con un consorzio di 5 università (Oulu, Cork, Siviglia, Braga, Bochum), un fornitore di CPD (Akademie der Ruhr-Universität) e almeno 11 scuole di formazione, il progetto intende realizzare un Syllabus europeo interdisciplinare, per fornire una prospettiva internazionale sulle sfide dell’insegnamento globale, la formazione di comunità europee di pratica nella formazione iniziale e in servizio degli insegnanti e il progresso della mobilità virtuale e fisica nella formazione degli insegnanti. Per raggiungere questi obiettivi, il progetto svilupperà il programma europeo in gruppi di esperti internazionali, tra cui ricercatori e formatori di insegnanti.

IN ITALIA: NUOVE SOLUZIONI SU VECCHI MODELLI?

Un dato oggettivo emerge da questa sintetica analisi: l’assenza di organizzazioni italiane tra i coordinatori di progetto. Inoltre, tra le 97 organizzazioni[3], solo quattro istituti di formazione italiani (Alma Mater Università Bologna; Fondazione Golinelli; Università della Basilicata; Università La Sapienza) appaiono come partner, in tre delle reti costituitesi, beneficiando di un finanziamento. C’è da chiedersi se questa ridotta partecipazione delle nostre strutture di formazione possa attestare uno scarso dinamismo progettuale e/o una limitata propensione al confronto. Sarebbe anche importante capire se sia opportuno porsi a latere di un processo riformista avviato in molti paesi europei.

Nell’ambito di questa riflessione non appare trascurabile un altro interrogativo. Quale strada sarà percorsa per rinnovare la formazione dei docenti nel nostro Paese, una volta che la recente normativa prevista dalla L.79/2022 (che, peraltro, dal momento della sua emanazione ha sollevato numerose voci di dissenso), sarà resa operativa dai decreti attuativi?

L’istituenda Scuola di Alta Formazione dovrà definire, in collaborazione con l’INDIRE e l’INVALSI, gli obiettivi formativi dei percorsi triennali da avviare nell’ambito dell’annunciato sistema di formazione e aggiornamento permanente delle “figure di sistema” (sic!)[4] e dei docenti di ruolo. Si tratta di percorsi ambiziosi e complessi, in quanto prevedono di integrare nella formazione obbligatoria attività di progettazione, tutoraggio, accompagnamento e guida allo sviluppo delle potenzialità degli studenti, oltre che attività di sperimentazione di nuove modalità didattiche.

In un contesto di costanti cambiamenti sociali, demografici, culturali, economici, scientifici, ambientali e tecnologici, in cui i docenti sono chiamati a svolgere un ruolo sempre più impegnativo, l’istituzione ex-novo di una struttura organizzativa potrà essere utile solo se si intende fondarla su un paradigma innovativo.

Aprirsi a quanto si andrà a definire nel panorama internazionale, valorizzando pratiche di successo sperimentate anche in altri Stati europei, potrebbe essere un primo importante segnale nella direzione del cambiamento.

Ci si augura, pertanto, che il laconico riferimento alle esperienze internazionali, contenuto nella definizione dei compiti del Comitato scientifico internazionale della Scuola di Alta Formazione (“…. è istituito per adeguare lo sviluppo delle attività formative del personale scolastico alle migliori esperienze internazionali”), possa prendere sostanza attraverso azioni che portino ad individuare e a sostenere le migliori esperienze sul campo, realizzate da istituti ed enti di formazione spiccatamente vocati al confronto internazionale.

Nel frattempo, sarebbe utile che le istituzioni e i soggetti potenzialmente coinvolti nel sistema di formazione e aggiornamento di nuova introduzione (la Scuola… stipula convenzioni con le università, con le istituzioni AFAM e con soggetti pubblici e privati fornitori di servizi certificati di formazione”), nel ripensare le proprie proposte, utilizzino gli strumenti resisi disponibili grazie alle collaborazioni transfrontaliere già in corso e considerino la possibilità di costruire nuovi progetti nell’ambito dell’Erasmus-Teacher Academies.

 

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[1] Conclusioni del Consiglio sul rafforzamento della mobilità, in particolare della mobilità europea, di docenti e formatori nel corso della loro istruzione e formazione iniziale e continua https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/HTML/?uri=CELEX:52022XG0421(01)&from=IT#ntr1-C_2022167IT.01000201-E0001
[2] Conclusioni del Consiglio sui docenti e i formatori europei del futuro https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=uriserv:OJ.C_.2020.193.01.0011.01.ITA
[3] Per l’elenco delle organizzazioni partner, si veda https://ec.europa.eu/info/funding-tenders/opportunities/portal/screen/opportunities/projects-details/43353764/101055620/ERASMUS2027
[4] Risulta difficile non cogliere la contraddittorietà della norma sia riguardo ad una definizione, “figure di sistema”, ormai in disuso da decenni, sia rispetto al riferimento ad un profilo che non risulta ancora ben delineato nel nostro sistema scolastico.
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