SPAZI DI APPRENDIMENTO: PROGETTAZIONE BIOFILICA NELLE SCUOLE

A cura di Mariagrazia Marcarini

Vista frontale del giardino sul tetto del centro per l'infanzia ToBeMe a Sydney, di Scott e Ryland Architects
Vista frontale del giardino sul tetto della scuola dell’infanzia ToBeMe a Sydney, degli architetti Scott e Ryland

Ringraziamo Mariagrazia Marcarini per l’introduzione e la traduzione di questo interessante articolo dell’architetta australiana Sarah Scott, Learning spaces: Biophilic design in schools, pubblicato il 24 agosto 2020 sulla rivista Teacher

INTRODUZIONE

Biofilia e design biofilico nella progettazione degli edifici scolastici

a cura di Mariagrazia Marcarini

L’importanza della biofilia

L’ipotesi della biofilia (letteralmente “amore per la vita”) è stata proposta nel 1984 da Edward Wilson, che rilevò a livello empirico negli esseri umani la “tendenza innata a concentrare il proprio interesse sulla vita e sui processi vitali”. Successivamente riscontrò nella “fascinazione” e nella “empatia asimmetrica” le caratteristiche principali della biofilia.
Anche la preferenza per l’habitat fu indicata da Wilson come un’importante manifestazione di biofilia. Ed è in questa accezione che ci interessa qui considerarla, fino a collegarla all’integrazione degli ambienti urbani con la natura, per la salute e il benessere mentale degli allievi (Scott, 2020).

Progettare tra interno ed esterno favorisce l’interazione sensoriale con il contesto, aumenta gli stimoli mentali, l’energia e i livelli di comfort fisico e questo, a sua volta, aumenta le capacità cognitive, l’attenzione, i livelli di memoria e il benessere. In tutto il mondo, anche in seguito alla pandemia, la scuola all’aperto sta aumentando la sua popolarità come un modo per fornire a bambini e adolescenti un maggiore accesso alla natura. La progettazione biofilica ha un significato complesso, non si tratta semplicemente di rendere più verdi gli edifici scolastici o aumentare la loro attrattiva inserendo al loro interno alberi, arbusti o vasi di fiori, essa riguarda il posto che l’uomo ha nella natura e il posto che la natura ha nella società umana. La biofilia è “il polo più antico, l’energia psichica che nutre la nostra relazione con il mondo naturale” (Barbiero, 2012).

Lo sviluppo psico-fisico dei bambini trae grande giovamento e beneficio dal contatto con la natura, perché contribuisce allo sviluppo di una buona sensibilità percettiva, e permette di vivere esperienze sensoriali che non sono riproducibili in un ambiente urbano, oltre a promuovere “la formazione del senso del sé, dell’autostima, del senso di competenza e autonomia e un adeguato sviluppo sensoriale” (Berto, 2016, p. 59).

La biofilia è innata, ma non essendo istintiva va “educata” affinché possa nascere una relazione con il mondo naturale. Per i bambini rivestono molta importanza quelle che Gibson chiama le “affordances” ambientali (Gibson, 1982), cioè le opportunità che l’ambiente “offre” a un soggetto. Nel concetto di affordances ambientali la percezione visiva funge da stimolo all’azione e all’esplorazione. Esse hanno quindi nei bambini un ruolo importante nel sostenete l’attività fisica, la curiosità, il gioco e l’apprendimento, perché vengono interpretate sempre in termini di giocabilità, sia che si tratti di affordances naturali (cespugli, alberi, ecc.), sia costruite (altalena, scivolo, ecc.)

Una buona educazione ambientale è importante per far nascere un legame affettivo verso la natura per aiutare i bambini a connettersi all’ambiente naturale. Howard Gardner nel suo libro “Frames of the Mind. The Theory of Multiple Intelligences” del 1983, definisce l’esistenza di otto forme di intelligenza, tra cui la “intelligenza naturalistica” che implica la capacità di entrare in contatto con la natura. Le persone dotate di questa forma di intelligenza osservano la natura con passione, attenzione e hanno cura di piante, animali e di tutto ciò che caratterizza l’ambiente naturale con sensibilità e amore.

L’intelligenza naturalistica, come le altre forme di intelligenza può essere sviluppata e allenata, tanto più vivendo a stretto contatto con la natura, giocando all’aperto, esplorando l’ambiente naturale, facendo esperienza attraverso attività pratiche strutturate come realizzare un orto, oppure semplicemente camminare in un giardino osservando con attenzione ciò che c’è intorno.
Come suggerisce Sobel (2004), una buona educazione ambientale andrebbe organizzata seguendo tre stadi che caratterizzano lo sviluppo del legame tra il bambino e il mondo naturale. In particolare: dai 4 ai 7 anni deve essere favorita l’empatia asimmetrica; dagli 8 agli 11 anni deve essere consolidato il desiderio di esplorare e conoscere; dai 12 ai 15 anni va assecondata la tendenza a voler salvare il mondo.

Due teorie scientifiche recenti hanno definito gli aspetti dello stress e del deficit di attenzione collegandoli anche all’apprendimento. Si tratta della teoria sulla rigenerazione dell’attenzione, Attention Restoration Theory, sviluppata da Rachel and Stephen Kaplan nel corso degli anni ’90, e della Stress Recovery Theory sviluppata da Roger Ulrich. Entrambe queste teorie sono giunte a conclusioni simili:

  • La Attention Restoration Theory di Kaplan&Kaplan Secondo la teoria sulla rigenerazione dell’attenzione di Rachel and Stephen Kaplan gli ambienti naturali possono procurare sensazione di benessere agli studenti perché vengono percepiti come rassicuranti e rigenerativi. Lo stress ha una influenza negativa nella elaborazione delle informazioni e sui processi di apprendimento. Esso ostacola la memoria di lavoro che viene utilizzata per gestire temporaneamente le informazioni e che è molto utilizzata dagli studenti durante le interazioni con gli insegnanti in classe. Quando, ad esempio, in situazione di stress per test o esami, gli studenti hanno difficoltà di concentrazione, con una breve passeggiata all’aria aperta possono ritrovare energia e attenzione. (Kaplan, S., 1996).
  • La Stress Recovery Theory di Roger Ulrich. Ulrich e i suoi colleghi dell’Università del Texas, autori della teoria della riduzione dello stress, dopo molteplici studi relativi alle reazioni degli esseri umani agli stress, hanno evidenziato come gli ambienti naturali tendano a ridurre lo stress, mentre gli scenari urbani ne ostacolano la riduzione (Ulrich. 1977, 1984, 1992, 1993)

I due studi hanno molte analogie, perché entrambi attribuiscono all’ambiente naturale un ruolo importante nella riduzione dello stress: la teoria di Ulrich mostra che immergersi nella natura riduce lo stress, Kaplan & Kaplan riconoscono che l’ambiente naturale può migliorare le capacità cognitive e l’apprendimento.

La biofilia nella progettazione scolastica

Se la l’ambiente naturale è essenziale nello sviluppo cognitivo degli studenti, un edificio scolastico, che è il luogo dove gli studenti passano molte ore della loro vita dall’infanzia alla giovinezza, deve essere progettato in modo da promuovere il successo del percorso di apprendimento in situazione di benessere.

L’ambiente scolastico viene infatti considerato come “terzo insegnante” per la sua capacità di influenzare pensieri, emozioni e azioni, e la sua qualità ha un impatto diretto sul benessere, sul comportamento e sull’apprendimento di bambini e ragazzi.

Per tale ragione gli edifici scolastici, oltre a essere luoghi sicuri, non dovrebbero presentare elementi stressanti come affollamento, rumorosità, temperatura inadeguata e cattiva illuminazione e dovrebbero, possibilmente, avere ambienti connessi con la natura, attraverso l’accesso diretto a giardini e cortili in cui sia possibile sviluppare e promuovere l’apprendimento della. “competenza ambientale”, cioè la capacità di interagire efficacemente con l’ambiente.

Anche all’interno dell’edificio la presenza di ambienti “verdi” e di piante favoriscono emozioni e sentimenti positivi nonchè l’apprendimento mediante la rigenerazione cognitiva. Secondo Wilson (1984) l’ambiente interno dovrebbe essere progettato in modo da incorporare la “geometria della Natura”:

Stephen Kellert ha a lungo studiato i componenti del design biofilico, che sono di grande aiuto per la progettazione degli edifici scolastici.

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111. Il design biofilico secondo Stephen Kellert

Stephen Kellert ha categorizzato sei elementi del design biofilico (v. figura sotto), a loro volta costituiti da vari attributi, che attuano strategie che coinvolgono la forma dell’edificio, i materiali, le risposte spaziali e psicologiche.

Si tratta di una progettazione complessa che non si limita al semplice inserimento di elementi quali la luce naturale o componenti verdi come le piante, elementi che vanno benissimo, ma che da soli non creano un edificio biofilico.

I sei elementi individuati da Kellert con i rispettivi attributi, sono i seguenti:

  1. Caratteristiche ambientali. Rientrano in questo primo elemento 12 attributi, tra cui colore, acqua, aria, luce del sole, piante, animali ecc.
  2. Aspetti e forme naturali. A questo elemento sono associati 11 attributi che includono rappresentazioni e simulazioni del mondo naturale, quali motivi botanici, motivi animali, alberi e supporti colonnari, ecc…
  3. Modelli e processi naturali. Questo elemento enfatizza la necessità di inserire, nell’ambiente proprietà presenti in natura, piuttosto che rappresentare o simulare aspetti e forme dell’ambiente. Comprende 15 attributi, che potranno essere modificati in futuro attraverso maggiori approfondimenti. Tra questi la variabilità sensoriale, la ricchezza dell’informazione, cambiamenti in base all’età ecc.
  4. Luce e spazio. Questo elemento comprende 12 attributi, di cui 7 sulle qualità della luce e 5 incentrati sulle relazioni spaziali. Tra questi ricordiamo luce naturale, luce filtrata, luci e ombre, variabilità spaziale, armonia spaziale ecc.
  5. Relazioni correlate al luogo. Questo elemento propone un efficace incontro tra cultura ed ecologia in un contesto geografico, la familiarità con il luogo e il desiderio di casa sono infatti un bisogno profondamente radicato nella maggior parte delle persone. Comprende 11 attributi, tra cui collegamenti geografici, storici, ecologici, culturali, caratteristiche del paesaggio, spirito del luogo ecc…
  6. Evoluti rapporti della natura umana. Questo elemento si concentra in modo più specifico sugli aspetti fondamentali del rapporto intrinseco dell’uomo con la natura. Comprende 11 attributi, gli ultimi otto dei quali derivano da una tipologia di valori ambientali sviluppata dall’autore, tra cui ordine e complessità, cambiamento e metamorfosi, sicurezza e protezione ecc…

 

Biophilic Design Elements & Attributes (Kellert, R. S., Heerwagen, J. Mador, M., 2008) (Cliccare per ingrandire)
Biophilic Design Elements & Attributes (Kellert, R. S., Heerwagen, J. Mador, M., 2008) (Cliccare per ingrandire)

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2. Linee guida per la progettazione Biofilica dell’ International Living Future Institute

33Importanti sono anche le “Linee guida per la progettazione Biofilica”, degli edifici e degli ambienti di apprendimento dell’ International Living Future Institute del 2018.

L’International Living Future Institute persegue l’obiettivo di un’ampia adozione del design biofilico. Infatti, sebbene siano stati compiuti notevoli progressi nella divulgazione dei contenuti e delle motivazioni di questa progettazione, molto poco è stato fatto per il suo concreto sviluppo.

L’International Living Future Institute ha costituito una task force con i principali esperti del settore allo scopo di sostenere un’ampia adozione del design biofilico tra i progettisti, i proprietari degli edifici e le città.

Esempi di scuole progettate con un’ottica biofilica

441. La “scuola rinnovata” di Giuseppina Pizzigoni

In passato molti pedagogisti avevano intuito l’importanza della connessione con la natura, tra questi ricordiamo Giuseppina Pizzigoni che aveva costruito nel 1927 la scuola Rinnovata in cui il contatto con la natura e un approccio pratico e sperimentale mirava a superare il verbalismo scolastico. La scuola comprendeva aule aperte sul giardino, con spogliatoi, sala da musica e da proiezioni; aule di lavoro; palestra; refettorio, laboratori per le scuole d’avviamento; padiglione per l’asilo infantile; gabinetto medico ed odontoiatrico; padiglione per le lezioni di agraria; campo di gioco; giardini e padiglioni per le lezioni all’aperto; campi sperimentali per le esercitazioni di lavoro e recinti per gli animali.

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2. La scuola di Pacentro dell’architetto Mario Cucinella

Tra gli esempi di scuole progettate con una un’ottica biofilica si possono annoverare quelle realizzate dall’architetto Mario Cucinella. In particolare, la scuola di Pacentro in provincia de L’Aquila con l’inaugurazione della posa della prima pietra nel settembre 2020. Questa scuola rappresenta un’idea di progettazione partecipata e si basa sulla teoria del “learning landscape” con ambienti interni interamente visibili e strutturati per l’apprendimento, fondati sull’apertura e la trasparenza, spazi di apprendimento svincolati dal tradizionale concetto di aula. Il progetto prevede un “organismo architettonico” interamente caratterizzato da forme circolari, parzialmente nascosto dal terreno e che accoglie al proprio interno alberi e giardini. Tutti gli spazi sono raccolti attorno ad un’Agorà centrale che rappresenta il luogo della condivisione e del confronto anche con la comunità sociale. C’è una continuità tra spazi interni e spazi esterni che sono stati pensati in una visione di scambio: la copertura è interamente a verde realizzato con una vegetazione di origine locale.

Di seguito Immagini e riferimenti dai siti:

https://www.mcarchitects.it/project/nuovo-polo-scolastico-di-pacentro;

http://www.dunamisarchitettura.com/work/scuola-pacentro/

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3. Il Nuovo plesso scolastico delle frazioni Biadene e Pederiva a Montebelluna dell’architetto Mario Cucinella

Un’altra scuola interessante sempre progettata dall’architetto Cucinella è il “Nuovo plesso scolastico delle frazioni Biadene e Pederiva a Montebelluna”, presentato nel mese di giugno del 2020, che si articola in padiglioni immersi nel verde, “come se fosse una vera e propria casa nel bosco”, che si integrano perfettamente con il contesto ambientale e dove gli alunni possono essere a contatto diretto con la natura, in spazi scolastici accoglienti e inclusivi. Il benessere degli studenti, degli insegnanti e della comunità è stato il punto di riferimento per la progettazione. La costruzione è caratterizzata dai numerosi spazi verdi con un giardino, dotato di “aree boscate, di un orto didattico” e di un cortile centrale che diventa una vera nuova piazza di quartiere per tutta la comunità scolastica.

Immagini e riferimenti dai siti:

https://www.comune.montebelluna.tv.it/c026046/po/mostra_news.php?id=2360&area=H https://www.mcarchitects.it/project/nuova-scuola-primaria-di-montebelluna
https://primatreviso.it/cronaca/nuovo-plesso-scolastico-delle-frazioni-di-biadene-e-pederiva-ecco-il-progetto-definitivo/attachment/scuola-di-montebelluna_render_-mario-cucinella-architects

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4. Edificio scolastico progettato dall’architetto Alessandro Ramini & colleghi

Un altro esempio è il progetto per un polo scolastico per studenti dai 5 ai 12 anni realizzato dall’architetto Alessandro Ramini e dai suoi colleghi, che ha ricevuto la Menzione d’Onore al Concorso Internazionale di idee Unschool Copenhagen indetto da Switch Competition (https://switchcompetition.com/unschool-copenhagen-results/; https://www.archra.com/progetto/unschool-copenhagen/)

In questo progetto l’edificio scolastico deve integrarsi nell’ambiente che lo circonda, deve essere permeabile e in un rapporto empatico con le persone che lo frequentano e lo vivono. La visione di “una scuola che deve essere verde e naturale”.

L’edificio scolastico, immerso nel verde, è composto da cluster con pareti trasparenti, apribili che si collegano con i giardini, senza barriere o gradini in modo che anche le persone con disabilità possano spostarsi in autonomia da un padiglione all’altro su percorsi che si snodano all’interno degli spazi verdi.

Di seguito le immagini del polo scolastico.

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5. La Green School di Bali

Infine, tra gli esempi di scuole progettate con una visione di architettura biofilica, si può annoverare la Green School di Bali, una scuola completamente immersa nella jungla a stretto contatto con la natura, che ho personalmente visitato nel luglio 2016 e di cui riporto le foto che ho scattato in quell’occasione.

L’obiettivo e la missione di questa scuola è “educare gli studenti alla sostenibilità in un ambiente naturale e senza pareti con un approccio olistico e guidato dagli studenti per essere creatori di un cambiamento di visione attraverso otto valori che guidano l’apprendimento: integrità, responsabilità, empatia, sostenibilità, pace, equità, comunità e fiducia”

Le “aule” sono completamente aperte sull’ambiente naturale e gli alunni si muovono da uno spazio all’altro. In questo contesto di apprendimento, la Natura è il terzo educatore e come spazio fisico della scuola supporta il pensiero critico, la creatività e l’imprenditorialità. L’apprendimento avviene in un ambiente completamente naturale e sostenibile che include aule senza pareti e una struttura costruita interamente in bambù. Gli studenti della Green School applicano l’apprendimento al mondo reale attraverso una cittadinanza globale e una lente di sostenibilità e dal mondo naturale attingono curiosità, empatia e capacità di pensiero creativo.

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BIBLIOGRAFIA

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SPAZI DI APPRENDIMENTO: PROGETTAZIONE BIOFILICA NELLE SCUOLE

di Sarah Scott

La progettazione biofilica nelle scuole è ormai una necessità. Un’affermazione che potrebbe sembrare estremistica, ma non lo è, se contestualizzata nella situazione attuale caratterizzata dalla pandemia da COVID-19 e dalla crisi del cambiamento climatico.
La vita delle persone che vivono in città è apparentemente lontana e fuori dal contatto con il mondo naturale, eppure l’umanità fa parte della natura e, che piaccia o no, è parte dei suoi sistemi.
Le scuole hanno un ruolo importante nell’insegnare ai bambini il rapporto tra l’essere umano e la natura; i benefici educativi di questo rapporto possono essere trasmessi con maggiore facilità attraverso le opportunità offerte dalla progettazione biofilica.
Sostenibilità e progettazione biofilica pur essendo tra loro equivalenti e compatibili non sono la stessa cosa. Il design sostenibile riguarda la progettazione che supporta i sistemi naturali e il bene dell’ambiente, ad esempio non sprecare energia o risorse. La progettazione biofilica riguarda l’integrazione degli ambienti urbani con la natura per la salute e il benessere psicologico dei propri abitanti.

Imparare dai contesti della prima infanzia

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Nelle strutture della prima infanzia in Australia, l’area di gioco all’aperto di 7m2 per ogni bambino è molto importante ed è prevista dalla normativa nazionale. Nelle scuole, però, è possibile che, quando la popolazione scolastica aumenta, alcune aule smontabili siano sparse nel cortile senza tener conto del ruolo strategico che le aree di gioco all’aperto o l’accesso ai grandi spazi aperti giocano nello sviluppo cognitivo e nel benessere.
La crescente domanda di spazi scolastici comporta la necessità di un maggior numero di edifici a più piani o “verticali” e, quindi, l’accesso alle aree verdi, esterne alla scuola, può essere ancora più suggestivo e importante.
Il design delle scuole primarie e secondarie può prendere esempio dai progetti realizzati per le scuole dell’infanzia che sono molto incentrati sull’attenzione alla progettazione degli spazi esterni. Sono progetti che si concentrano molto su forti connessioni tra interno ed esterno e che favoriscono l’interazione sensoriale dei bambini con il contesto esterno. Nella mia esperienza, gli educatori in Australia chiedono che tra spazi interni ed esterni ci sia un maggiore collegamento per facilitare l’accesso agli ambienti naturali.

Vantaggi della progettazione biofilica

I vantaggi della progettazione biofilica sono stati ampiamente studiati. Future Proofing Schools; Phase 1 Research Compilation è un progetto dell’Australian Research Council ed è guidato dall’Università di Melbourne.
Fornisce dati precisi degli effetti positivi sul personale docente e non docente e sui bambini della ventilazione e dell’illuminazione naturale, della buona acustica e della qualità dell’aria interna. Fornire spazi aperti e collegati con l’esterno aumenta gli stimoli mentali, l’energia e i livelli di comfort fisico e questo, a sua volta, aumenta le capacità cognitive, l’attenzione e i livelli di memoria (O’Brien & Murray, 2007).

Tuttavia, la progettazione biofilica non riguarda solo questi requisiti di salute e prestazioni, riguarda anche l’innato bisogno umano di connettersi con altri esseri viventi e con la natura. All’interno di un contesto scolastico, la connessione con la natura fornisce rilassamento psicologico e sensazioni di benessere.

Il Living Future Institute, un’organizzazione internazionale di progettazione biofila, fornisce una guida su come creare un ambiente biofilo e il suo sito web presenta studi di casi provenienti da tutto il mondo, incluso il progetto della scuola The Bertschi school science wing di Seattle.

In breve, la progettazione e realizzazione di uno spazio interno biofilico avviene:

  • massimizzando la luce naturale e la ventilazione;
  • prevedendo nel progetto finestre apribili con vista sul cielo e sugli alberi che permettono anche di ascoltare il “paesaggio sonoro naturale esterno”;
  • utilizzando materiali naturali nell’ambiente interno ed esterno per una maggiore esperienza sensoriale;
  • fornendo l’accesso a contesti paesaggistici, sia come spazi di rifugio personale sia aree comuni, che (per quanto piccole) incorporano un intero ecosistema – tra cui fauna, flora, rocce e acqua al loro interno.

Se la scuola si trova in un contesto urbano, questi ambienti naturali e paesaggistici possono essere efficacemente ricreati internamente:

  • utilizzando LED a variazione di temperatura programmata e illuminazione a spettro completo;
  • minimizzando la climatizzazione meccanica a favore della ventilazione naturale o utilizzando sistemi ad alta componente di aria fresca;
  • avendo viste con scorci e inquadrature sugli spazi naturali esterni disponibili;
  • costruendo paesaggi interni che siano integrati nell’edificio e che possano supportare la biodiversità.

Questi stessi sistemi possono essere utilizzati per progettare e creare caratteristiche di sostenibilità come il filtraggio dell’acqua per il suo riutilizzo e la riduzione al minimo dell’energia utilizzata per supportare l’aria e la luce artificiali.

Pedagogia dei sistemi naturali

In tutto il mondo, la scuola all’aperto sta guadagnando popolarità come un modo per fornire a bambini e adolescenti un maggiore accesso alla natura (Scott, 2010, p.16). In Australia, a livello di scuola superiore, i programmi scolastici all’aperto come Timbertop alla Geelong Grammar School di Melbourne e Glengarry allo Scots College di Sydney offrono agli studenti un’esperienza coinvolgente in cui possono sperimentare sia le sfide meravigliose che la natura offre, sia imparare ad affrontare il rischio sia ad analizzare e costruire il proprio rapporto con il paesaggio.

Ma l’educazione naturalistica deve anche essere integrata funzionalmente nei curricoli e nei programmi quotidiani delle scuole per essere veramente efficace. Integrare l’educazione alla natura all’interno del programma scolastico consente agli studenti di conoscere i sistemi naturali nel tempo, percependo i cambiamenti e le evoluzioni della vita nel microcosmo anche in relazione a se stessi. Coinvolgere gli studenti nelle osservazioni e nella manutenzione dei giardini, degli ecosistemi e dei sistemi di sostenibilità degli edifici e incorporare queste osservazioni nei loro studi consente un’esperienza immersiva e migliori risultati educativi (Franco et al., 2017).

Esempi di progettazione

1) Scuola dell’infanzia ToBeMe a Drummoyne, Sydney

Un esempio di progettazione biofilica di una scuola dell’infanzia all’interno di un contesto urbano è il centro per l’infanzia ToBeMe a Drummoyne, Sydney, degli architetti Scott e Ryland.

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La scuola, per 160 bambini, è costruita all’interno di un magazzino riutilizzato, ha quattro livelli in un ambiente altamente industriale. A ogni livello sono disponibili aree giochi paesaggistiche accessibili con collegamento diretto. Nelle aree gioco è stato avviato un programma di “permacultura” che fornisce una gamma di ambienti naturali e attività indirizzate ad esperienze di gruppo e personali ( la permacultura è un insieme di pratiche mirate per progettare e gestire paesaggi antropizzati che soddisfino i bisogni della popolazione quali cibo, fibre ed energia e al contempo presentino la resilienza, ricchezza e stabilità di ecosistemi naturali).

L’area giochi e il giardino sul tetto sono stati progettati attorno a una serie di zone a coltivazione di piante commestibili e da frutta. Il progetto è iniziato con aranci ed erbe aromatiche e via via si è accresciuto con un elenco completo di frutta e verdura.

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I bambini sono coinvolti quotidianamente nella semina e nella cura delle piante, nel diserbo e nella raccolta. I bambini in cucina sono coinvolti nella preparazione, cottura e consumo della loro preparazione. Come dice Indira Naidoo (2011), “potrebbero non essere in grado di coltivare tutto ciò che mangiano, ma possono mangiare tutto ciò che coltivano”.

La permacultura permette fortemente la costruzione di relazioni reciprocamente vantaggiose e simbiotiche (Holmgren, 2015). Il giardino non si genera isolatamente, ma attraverso l’interazione continua e reciproca con i bambini, con le diverse specie vegetali e con altri organismi come insetti e animali. Quindi i bambini possono giocare dentro e intorno ai giardini, e i giardini sono in continua evoluzione e cambiamento.

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I bambini sono coinvolti quotidianamente nella coltivazione, cura, diserbo e raccolta delle piante (sopra), mentre i giardini (sotto) continuano ad evolversi e modificarsi intorno a loro.

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Questo progetto, all’interno delle scuole primarie e secondarie, dà molte possibilità: è possibile studiare la biologia, geografia, storia, matematica e inglese e gli argomenti studiati possono essere arricchiti da esplorazioni sia all’interno sia nella natura. Questioni pratiche come il calpestare e l’accesso controllato vengono gestite educando i bambini ad essere più consapevoli del rispetto delle piante e – dal punto di vista della progettazione – mediante l’attenta collocazione di infrastrutture come percorsi, lavori di sterro e cambiamenti di livello che vengono utilizzati per creare barriere naturali senza la necessità di costanti correttivi nella gestione.

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2) La scuola dell’infanzia Eastern Creek lavori in corso.

Questo progetto è sia sostenibile sia biofilico, fornisce una migliore qualità dell’aria e microclimi di raffreddamento naturale all’interno degli spazi di apprendimento, ventilazione incrociata massimizzata e illuminazione naturale. La climatizzazione meccanica è ridotta al minimo. Lo stoccaggio delle acque grigie viene utilizzato per l’irrigazione degli impianti e verranno poi implementati pannelli solari rivolti a nord per ridurre il consumo di energia e i costi operativi. L’uso di legno duro australiano certificato non è solo estetico perché è durevole e può essere riciclato e riutilizzato per scopi futuri.

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L’area giochi all’aperto, progettata in collaborazione con “The Gardenmakers, è un’importante risorsa di apprendimento con una varietà di diversi giardini selvatici, strutture di arrampicata e diversi tipi di vegetazione come alberi da frutto, giardini pensili e giardini sensoriali bassi con profumi e colori, consentendo ai bambini di apprendere attraverso i sensi della vista, dell’udito, dell’olfatto e del tatto. Ogni stanza dei giochi è progettata per avere una disposizione flessibile, con grandi soffitti a cattedrale, grandi finestre panoramiche e ampie aree umide e ripostigli accessibili. Questo centro mira ad essere un centro esemplare con strutture al di là dei requisiti tradizionali.

Una caratteristica significativa è l’aggiunta di “corridoi verdi” paesaggistici che si trovano tra le stanze dei giochi, e forniscono a ciascuna stanza dei giochi un effetto di verde circostante. Questi spazi sono una parte accessibile dell’area giochi interna ma sono aperti sul tetto e sull’ambiente esterno. Ciascuno di questi corridoi include il proprio mini-ecosistema di alberi ad alto fusto, piantumato, rocce e acqua canalizzati attraverso una scultura cinetica personalizzabile a parete d’acqua e uno scarico a pavimento, aggiungendo un ambiente biofilico, giocoso e armonioso per il benessere dei bambini.

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Conclusioni

Non si esagera quando si sottolineano i vantaggi di progettare strutture e programmi per bambini e giovani (scuola dell’infanzia, primaria o secondaria) focalizzati su ambienti e processi naturali.

Combinare i vantaggi degli spazi esterni con la loro luce naturale, aria, stimoli sensoriali diverse interconnettività con i vantaggi delle aree interne – pratiche, sorvegliabili e protette dalle condizioni meteorologiche più estreme – darà alla prossima generazione quella salute fisica e psicologica di cui ha bisogno per crescere e sentirsi bene nella vita.

BIBLIOGRAFIA

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