M. C. Pettenati – PRESENTAZIONE 2^ SESSIONE: UN’EDUCAZIONE CHE PROMUOVE I VALORI UMANI

Maria Chiara Pettenati, Seminario Internazionale ADi 2019

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PRESENTAZIONE DI MARIA CHIARA PETTENATI

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Benvenuti alla seconda sessione di questa giornata, dedicata al tema “Un’educazione che promuove i valori umani”. La sessione avrà l’arduo compito di analizzare come e con quali caratteristiche i “valori” possono rientrare nell’insegnamento/apprendimento.

Quando qualche mese fa ho letto per la prima volta l’introduzione al convegno di oggi – che è per me un evento annuale imperdibile – ho notato che essa richiamava un testo di Noah Harari, che io stessa avevo per le mani in quei giorni.

Tra i vari passaggi interessanti del suo volume “Lezioni per il XXI secolo” (ed. Bompiani, 2018) mi colpì in particolare questo (pg.388) che mi metteva in crisi sia nel mio ruolo genitoriale che nella mia funzione istituzionale:

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Nell’ultimo anno e mezzo ho dedicato molto tempo e passione allo studio dell’Agenda 2030, con l’obiettivo di portare questi contenuti ai docenti nuovi assunti nella scuola italiana, per mandato del mio Istituto, l’INDIRE, e su indicazione del Piano triennale per l’educazione allo sviluppo sostenibile stipulato dal MIUR insieme ad ASviS. Su questo tema ho incontrato, dialogato e lavorato direttamente con molti insegnanti…

Trovo l’Agenda 2030 un mirabile disegno di sviluppo dell’umanità e del pianeta, basato sul valore profondamente umanistico di non lasciare indietro nessuno “leaving noone behind”, un disegno che ha la possibilità di innescare una competizione umanitaria tra partiti politici, filosofie, religioni, discipline, età e diversità di ogni genere.
L’estate scorsa durante un incontro di formazione con alcuni insegnanti, discutendo dei 17 obiettivi dell’agenda 2030, una docente mi ha detto: “ma manca l’obiettivo della felicità della persona!”

Questa osservazione mi ha fatto riflettere ed approfondire finché non ho capito – grazie al lavoro di documentazione e disseminazione specialistica di ASviS e del suo portavoce Enrico Giovannini – che la felicità individuale e collettiva costituiscono proprio il presupposto del nuovo modello di sviluppo dell’umanità e del pianeta che sta alla base dell’Agenda 2030.

Giovannini parla di un modello di sviluppo che non esaurisce le forme di capitale che usa (umano, economico, naturale e sociale) ma lo preserva e lo alimenta in ragione di un prodotto che non è puramente economico ma è più ampiamente espresso in termini di benessere equo e sostenibile (salute, reddito, istruzione, giustizia, ambiente, equilibrio di vita…). Non solo. Si tratta di un modello di sviluppo – quello alla base dell’Agenda 2030 – che introduce anche due altri elementi sempre più considerati da economisti, filosofi, psicologi, ovvero la felicità (la soddisfazione per la propria vita) e la resilienza (la capacità di reagire positivamente agli shock). In ragione di queste due “capacità” individuali (felicità e resilienza), si alimenta anche la dimensione di felicità del sistema globale.

Percorrere questo tracciato di pensiero, ponendomi sulle spalle dei giganti, mi aiuta quindi a precisare anche il contributo istituzionale di un istituto come il mio e in particolare per le attività di cui mi occupo che riguardano la formazione degli insegnanti.

È con questa riflessione, con questo obiettivo di pensare all’educazione come nutrimento dell’infinito potenziale latente in ognuno di noi e (come) direzionamento (del)le nostre energie verso la creazione dei valori” dell’umanesimo (per l’individuo e per la società), come si legge in un discorso tenuto nel 1990 all’Università di Pechino dal filosofo educatore giapponese Daisaku Ikeda, che ho il piacere di dare inizio alla sessione di questo pomeriggio.

I relatori

Sono felice di aprire la sessione con la relazione di Mario Piacentini, analista OCSE, che illustrerà il recente quadro PISA Global Competence Framework avviato nel 2018. Questa relazione ci aiuterà a riflettere sull’importanza di estendere i sistemi di valutazione dello studente ad un insieme più ampio di competenze. In particolare andando a considerare quel caleidoscopio di competenze multidimensionali che sono le competenze “globali”.

 

4Seguirà la relazione di Nùria Mirò direttrice del Col•legi Montserrat di Barcellona. Il Col•legi Montserrat ha attuato un modello di innovazione che mette al centro la persona dello studente.

Con la missione di “educare il cuore e la mente”, hanno ripensato il curricolo in modo da sviluppare le diverse intelligenze formulate da Howard Gardner e insieme un’educazione olistica.

 

5Donato Speroni, responsabile di redazione dell’ASviS, Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, tratterà il tema Agenda 2030: l’innovazione sostenibile a scuola. La realizzazione dell’Agenda 2030 richiede importanti modificazioni culturali e comportamentali, grande è pertanto il ruolo della scuola in questa enorme sfida globale L’Agenda dell’ONU ha determinato gli impegni per lo sviluppo sostenibile da realizzare entro il 2030, attraverso il perseguimento di 17 obiettivi globali (SDGs – Sustainable Development Goals). Abbiamo dunque dinnanzi meno di 12 anni per realizzarli! Sviluppare tecnologie risolutive, migliorare la governance delle nostre società, cambiare mentalità sono i tre ingredienti per perseguire gli obiettivi dell’Agenda 2030. Difficile ma non impossibile – afferma Enrico Giovannini nel suo volume Utopia Sostenibile.

 

6Giuseppe Paschetto e suoi alunni, Gli alunni della Scuola secondaria di 1° grado di Mosso (Biella), con il loro bravissimo insegnante Giuseppe Paschetto, candidato al Global Teacher prize 2019, racconteranno come si può vivere bene a scuola e diventare consapevoli delle sfide da affrontare per cambiare il mondo e rendere la nostra Terra un pianeta sostenibile.

 

7Mark Moorhouse, Dirigente della Matthew Moss High School di Manchester, ci dirà come, in una scuola situata in uno dei quartieri più poveri della città e dell’Inghilterra, ha impostato il curricolo e l’organizzazione degli studi con la grande ambizione di fare dei propri studenti dei changemaker, capaci di cambiare il mondo, imparando, in primo luogo, a vivere con responsabilità e autonomia il proprio ruolo di studenti.

Le indicazioni che vengono da queste relazioni

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Queste dense e importanti relazioni offrono un approfondimento importante che riguarda le competenze globali, la visione umanistica dell’Agenda 2030, interessanti esperienze di educazione integrale basata sui valori di umanesimo.

È questa un’occasione anche per proporsi di ripercorrere la recente manutenzione alle indicazioni nazionali del 2012, svolta circa un anno fa dal comitato preposto, proprio alla luce dei “nuovi scenari” dove “cittadinanza e sostenibilità sono non a caso proprio i nuovi scenari che hanno guidato la rilettura delle indicazioni e sulle quali sono state avviate tre linee di approfondimento e ricerca-azione che sono stati/sono ancora oggetto di approfondimento e sperimentazione nelle scuole del nostro paese: cittadinanza e costituzione, sviluppo sostenibile, cittadinanza digitale.

Due osservazioni in ultimo: del programma di questo immancabile appuntamento annuale, mi ha colpito il tema dell’incertezza, che ci spinge alla ricerca di cornici valoriali di riferimento, di visioni come diceva stamani il Prof. De Toni, entro cui svolgere il nostro ruolo di professionisti nel campo dell’educazione.

Accanto a tanta incertezza, da questo seminario stanno emergendo anche molti elementi di “certezza” che vorrei non ci sfuggissero.

Il primo riguarda il richiamo alla persona. Per dirlo nuovamente con le parole di Harari “Questo è il consiglio più antico contenuto nel libro: conosci te stesso. Per migliaia di anni …

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Il secondo elemento di certezza riguarda i “limiti planetari”, definiti dal meglio della scienza odierna. È entro questi limiti, alcuni dei quali abbiamo già superato altri che avviciniamo caparbiamente e pericolosamente, che si deve svolgere il nostro ruolo nel campo dell’educazione umanistica che abbiamo in mente.

Chiudo questa presentazione con alcune parole tratte dal paragrafo 53 della risoluzione dell’ONU con cui i Paesi del mondo hanno sottoscritto il programma dell’Agenda 2030, per ribadire quanto tutto questo “stia a noi”.

Proprio a noi che siamo qui oggi.

“Il futuro dell’umanità e del nostro pianeta è nelle nostre mani. Si trova anche nelle mani delle nuove generazioni, che passeranno il testimone alle generazioni future. Abbiamo tracciato la strada verso lo sviluppo sostenibile; starà a tutti noi assicurarci che il viaggio avrà successo e i suoi guadagni irreversibili.” (Par. 53 A/RES/70/1)

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