INTRODUZIONE ALLA 2^ SESSIONE: IL FUTURO E’ IL NOSTRO PRESENTE

Maria Chiara Pettenati

INTRODUZIONE 2^ SESSIONE:

“il futuro è il nostro presente”

pettenanti

Benvenuti a questa sessione pomeridiana che si intitola “Il futuro è il nostro presente”. In questa sessione ho il privilegio di presentare gli interventi di oggi in sostituzione del presidente di Indire Giovanni Biondi che, per motivi di salute, non può essere presente, ma che mi prega di mandarvi i suoi saluti più calorosi.

La sessione di oggi prevede un panel di relatori che sono stati scelti proprio per rappresentare l’importanza di una formazione tecnico-scientifica, orientata alla sostenibilità in un momento caratterizzato da rapidi cambiamenti tecnologici, da cambiamenti economico- sociali e ambientali che provocano un grande disorientamento, di cui abbiamo discusso anche questa mattina.

Si tratta di cambiamenti evidenziati molto bene anche nel testo introduttivo delle Indicazioni nazionali e nuovi scenari per la scuola dell’infanzia e 1° ciclo, che è stato presentato nei giorni scorsi.

Nelle prime parole del testo per i nuovi scenari si evidenzia che occorre riprendere in modo diffuso e sistematico la riflessione su tre aspetti fondamentali:

  1. il senso dell’istruzione e dell’educazione;
  2. le caratteristiche degli ambienti di apprendiment;
  3. le didattiche più adeguate per perseguire tali finalità.

Noi sappiamo che stanno emergendo quotidianamente, le vediamo e le sentiamo raccontare, numerose esperienze significative in queste direzioni, sappiamo anche che c’è un’attenzione importante di tutto il sistema scuola che ci ricorda le sfide che si devono affrontare per traghettare la didattica verso proposte che valorizzino l’autonomia e la responsabilità degli allievi e che siano veramente capaci di sviluppare conoscenze e abilità significative e competenze durevoli. Gli interventi di oggi contribuisco a rafforzare proprio questa visione, questa finestra sul futuro che è già un futuro che c’è e c’è oggi.

Quindi vado a presentarvi i relatori di questa sessione: Giulia Baccarin, Sandy Hooda, Olaf Graven, gli studenti D’Elia e Vogna con il loro insegnante Prof. Goia.

Li presenterò uno ad uno via via che saliranno sul palco.

Il primo intervento è di Giulia Baccarin, un giovane ingegnere biomedico, appassionata di intelligenza artificiale. Ha ricevuto il premio per l’imprenditoria giovanile femminile, oggi ha 33 anni, ma già a 27 anni ha creato la sua prima azienda, un’azienda che si chiama I-Care, sviluppa sistemi innovativi per la manutenzione predittiva delle macchine industriali. Giulia ha poi fondato, dopo qualche anno, una seconda azienda di cui è amministratore delegato, un’azienda che si chiama MIPU. Sono rimasta colpita dal vedere che Mipu rappresenta in giapponese due ideogrammi che vogliono dire “vedere oltre gli orizzonti”, quindi estremamente in tema con l’argomento di questa sessione.

Ciò che mi ha colpito leggendo la sua intervista a proposito dell’intelligenza artificiale, è che lei ha detto come sia necessario che la programmazione degli algoritmi sia opera di tutti, donne, disabili, immigrati e che possa quindi riuscire come scienza e conoscenza in ogni tipo di diversità e in tutti i ruoli chiave. Un altro elemento che mi è piaciuto è che tra l’intelligenza naturale e quella artificiale Giulia preferisce entrambe, perché la loro combinazione può davvero aiutarci a creare un mondo migliore.

Lascio la parola a Giulia Baccarin, grazie.

 

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