di Mimma Bruno e Lucia Veneruso
ADi, avvalendosi dell’Accreditamento Erasmus, sta sviluppando un lavoro di ricerca, analisi e confronto sui temi dell’apertura internazionale delle scuole, della mobilità come elemento chiave per la formazione iniziale e continua degli insegnanti e del profilo del docente con vocazione interculturale.
L’Accreditamento Erasmus+ (Ka120) è un progetto il cui sviluppo dovrebbe emulare il disegno del “contrappunto”, un disegno con un impegno orientato a regolare i rapporti tra sezioni o “voci” di pari importanza e con una riflessione rivolta, innanzitutto, alla sensatezza della proposta generale con la quale l’istituzione scolastica, l’ente o l’associazione presenta il proprio piano Erasmus pluriennale. Occorre uno sforzo nell’“armonizzare” i risultati delle azioni avviate ogni anno, mediante le periodiche richieste di finanziamento (Ka121), con gli obiettivi a lungo termine dell’Accreditamento; il tutto in piena coerenza con la strategia di internazionalizzazione dell’organizzazione beneficiaria del progetto. I risultati vanno poi integrati, attraverso misure concrete, nell’operato ordinario della stessa organizzazione.
Alla luce di tale premessa metodologica, si sta lavorando affinché l’Accreditamento ADi 2021-1-IT02-KA120-SCH-000045533 diventi un progetto allineato agli obiettivi di un’associazione di docenti e dirigenti da tempo vocata al confronto internazionale e alla diffusione delle buone prassi nella scuola italiana. Nel corso del terzo anno di attività, il Progetto si sta concretizzando in un impegno generativo di ulteriori esperienze e teso a costruire moduli formativi da proporre nei contesti scolastici interessati dalla formazione ADI e negli ambienti da questa variamente sollecitati, con effetti a cascata e ampio impatto a livello nazionale.
Le attività di mobilità all’estero previste dall’Accreditamento, soprattutto “job shadowing” e “corsi di formazione strutturati”, mirano a sviluppare i vari campi di indagine individuati nella pianificazione ADi a lungo termine – Gifted, Lesson Study, Competenze SEL, Internazionalizzazione – e stanno sostenendo nell’ambito della nostra associazione una riflessione pedagogica che trae dal confronto internazionale linfa vitale e valore aggiunto. In particolare, l’Internazionalizzazione e gli obiettivi ad essa correlati, che si riferiscono soprattutto alla definizione del profilo del docente con vocazione interculturale o docente coordinatore della mobilità e alla sua formazione, animano tutto il Progetto e ne rappresentano la trama.
L’INTERNAZIONALIZZAZIONE DEL SISTEMA SCOLASTICO
Per ciò che riguarda il tema dell’Internazionalizzazione[1], si è partiti dalla considerazione che l’apertura europea ed internazionale delle scuole non debba essere considerata come un traguardo fine a se stesso, che si nutre della mera partecipazione a progetti Erasmus o di mobilità internazionali, ma va pensata come un percorso funzionale, utile a sostenere l’innovazione, la qualità e i risultati dell’istituzione scolastica e ad avviare un autentico cambiamento all’interno di essa. Solo così si potrà dare concretezza e sostanza a quella strategia di internazionalizzazione, redatta dalle scuole soprattutto in occasione della presentazione dei progetti Erasmus, che si configura come una dichiarazione di intenti a cui, di sovente, non corrispondono azioni concrete e condivise dall’intera comunità scolastica e ricadute tangibili e misurabili nei processi e nei risultati della scuola.
A tal fine, diventa essenziale accompagnare gli insegnanti dell’organizzazione scolastica in un iter che li conduca ad acquisire consapevolezza della necessità di rivedere e arricchire il proprio profilo professionale anche in relazione alla progettazione europea. Occorre una formazione che solleciti non solo la costruzione di competenze progettuali e organizzative, ma che sviluppi anche la capacità di individuare le modalità più utili alla diffusione dei risultati dei progetti e di rafforzare l’impatto delle mobilità, all’interno e all’esterno della scuola, in termini di efficacia e di sostenibilità. Va formato, quindi, un docente in grado di promuovere l’apprendimento reciproco – tra colleghi della stessa scuola e di scuole di altri Paesi – su pratiche didattiche, nuovi approcci, modalità di formazione, strategie di valutazione sperimentati attraverso la mobilità.
Pertanto, mediante il progetto di Accreditamento ADi si sta lavorando alla costruzione del profilo di un docente con precise aree di competenza in tema di internazionalizzazione, che andranno rese socialmente visibili attraverso l’elaborazione di standard professionali. Tali standard andranno utilizzati anche come validi “ancoraggi” per un successivo e auspicabile riconoscimento giuridico di tale figura, conducendo al superamento della carriera “piatta” dei docenti[2] che da anni caratterizza il nostro sistema di istruzione. In relazione a questo tema, di cruciale importanza per ADi, si spera che siano finalmente accolte e messe in pratica le sollecitazioni della Commissione europea, indirizzate agli Stati membri, a rivedere le politiche di carriera e a definire quadri nazionali in materia[3].
La formazione del docente con vocazione interculturale appare fondamentale per rendere concreto il processo di internazionalizzazione delle scuole: si tratta di due percorsi paralleli da intraprendere e sviluppare nelle scuole italiane, da insegnanti esperti o meno nell’attuazione dei progetti Erasmus. Sarà utile formare più figure con questo profilo in una stessa scuola, nella logica di costruire un team che promuova la cultura della mobilità e l’apertura alla cooperazione internazionale. In tal modo si potrà, altresì, superare l’isolamento di una figura – il referente dei progetti europei – presente in alcune organizzazioni scolastiche ma non riconosciuta nella sua professionalità, alla quale spesso si affidano solitari compiti di elaborazione della candidatura e di ricerca partner, gestione e rendicontazione.
A conferma, la recente Raccomandazione del Consiglio dell’UE “Europe on the Move” del 13 maggio 2024[4], che nel sollecitare la promozione di una cultura della mobilità nelle istituzioni scolastiche mediante la messa a sistema delle esperienze transnazionali, suggerisce di promuovere la costruzione di un’efficace formazione per la figura del “coordinatore della mobilità” e di riconoscerne adeguatamente il lavoro[5].
IL CONFRONTO CON GLI ALTRI SISTEMI DI ISTRUZIONE EUROPEI
Pertanto, nell’ambito dell’Accreditamento ADi, si è considerato essenziale il confronto con altri sistemi scolastici, a partire da quello francese, nel quale da tempo è presente una figura professionale, l’ERAEI (Enseignants Référents pour l’Action Européenne et Internationale), il cui profilo e le cui competenze sembrano in parte ricalcare quanto si sta cercando realizzare attraverso il Progetto. La nomina di tale figura è prevista da una circolare del 2009 del Ministère de l’Éducation nationale, de l’Enseignement supérieur et de la Recherche[6], ma soprattutto il suo ruolo è sostenuto da un’organizzazione del sistema di istruzione francese che prevede ai vari livelli istituzionali – nazionale, accademico, regionale – delle strutture che gestiscono e coordinano le politiche internazionali ed europee: DREIC, DAREIC e DRAREIC.
Questa analisi ha condotto il gruppo di lavoro sull’Internazionalizzazione ad effettuare una mobilità presso la DRAREIC di Marsiglia, innanzitutto per comprendere l’organizzazione complessiva dell’ente che coordina e supporta a livello regionale le iniziative di internazionalizzazione e mobilità delle scuole francesi. L’attività di “job shadowing” ha consentito di acquisire importanti informazioni sulla vasta gamma di azioni della DRAREIC, compresi i numerosi progetti di mobilità e partenariato da essa promossi e coordinati. In particolare, la Direction Regionale mira a coinvolgere attivamente le scuole nel processo di apertura internazionale, facendo leva su partenariati e mobilità rafforzati dall’Accreditamento Erasmus della stessa DRAREIC.
La strategia di internazionalizzazione delle scuole francesi viene anche sostenuta da un sistema di valutazione e riconoscimento (“labelizzazione”) denominato EUROSCHOL, un dispositivo che mira a certificare il livello di apertura europea e internazionale delle scuole, utilizzando alcuni strumenti (sondaggi e dispositivi di autovalutazione) e indicatori qualitativi e quantitativi (numero di progetti e di mobilità, impatto educativo, qualità delle esperienze formative, capacità delle scuole di integrare una dimensione interculturale nelle loro pratiche quotidiane). L’approccio proposto dalla DRAREIC di Marsiglia punta, pertanto, a creare un sistema integrato e condiviso, che possa fungere da modello per altre Regioni accademiche e favorire una più ampia diffusione delle buone pratiche nel contesto europeo.
L’incontro alla DRAREIC è stato arricchito da due visite a scuole – il Collège Edgar Quinet e il Lycée Diderot – allocate in un contesto sociale contraddistinto da diffuse criticità (immigrazione, povertà, illegalità, clandestinità). In tale occasione è stato possibile osservare pratiche didattiche innovative nell’ambito dell’internazionalizzazione e dell’integrazione interculturale e fare esperienza di come i docenti gestiscono i progetti di mobilità. Si è potuto constatare quanto sia determinante, per lo sviluppo di una strategia di internazionalizzazione della scuola, un lavoro d’équipe ben organizzato a cui contribuiscono varie figure professionali, tutte dotate di adeguata sensibilità pedagogica e di attenzione particolare per le metodologie inclusive e interculturali: il preside, il docente ERAEI, il direttore amministrativo, i vari docenti tutor delle mobilità.
La sessione di lavoro ha offerto anche l’opportunità di esplorare possibili collaborazioni future con la DRAREIC, facendo emergere spunti di riflessione importanti per adattare e integrare le buone pratiche nei rispettivi contesti scolastici.
La successiva riflessione, avvenuta al ritorno della mobilità, si è soffermata sulla comparazione di quanto previsto a livello istituzionale dai due sistemi – francese ed italiano – e sulla debolezza delle azioni messe in atto dalle strutture organizzative del nostro Paese preposte ai vari livelli, sia centrale (MIM) che periferico (USR), che avrebbero il compito – tra gli altri – di favorire l’apertura internazionale delle scuole[7].
L’ipotesi di futuro sviluppo del progetto prevede di organizzare un’attività di mobilità che conduca ad un confronto con quanto in essere, in tema di internazionalizzazione, in altri sistemi scolastici europei e/o di approfondire i compiti e le funzioni dell’ERAEI in quei Rettorati Accademici che prevedono percorsi di formazione per tali figure, distinguendoli altresì tra formazione per ERAEI “débutant” e ERAEI “confirmé” (ad es: Academie De Versailles e Academie De Rennes)
LA VISITA ALL’INSPE DI MARSIGLIA: la UNIT-ACADEMY
La mobilità del gruppo di lavoro ha avuto come ulteriore focus le azioni che l’Europa sta mettendo in campo nel settore della formazione dei docenti per quanto riguarda l’internazionalizzazione. Tale riflessione ha condotto ad organizzare un’ulteriore esperienza sul campo a Marsiglia, con l’obiettivo di osservare direttamente quanto si sta avviando mediante le azioni Erasmus di nuova istituzione, le TEACHER ACADEMIES (TA).
In particolare, si è effettuato uno “job shadowing” presso l’INSPE AMU (Institut National Supérieur du Professorat et de l’Éducation-Aix-Marseille Université) che coordina la UNI-T ACADEMY[8], una TA istituita nel 2021 e composta da un partenariato di 5 Paesi (Germania, Italia, Belgio, Grecia, Francia). Le reti denominate TEACHER ACADEMIES[9] (costituite da università e associazioni che si occupano della formazione iniziale e in servizio degli insegnanti) rappresentano un’ulteriore conferma di quanto in Europa si stia lavorando all’ idea di rendere la formazione più permeabile al confronto internazionale, costruendola attraverso un processo dal basso in cui gli insegnanti risultano direttamente o indirettamente coinvolti.
Le TA aumentano le occasioni di formarsi attraverso la mobilità, evidenziando il ruolo centrale del dialogo tra il mondo della ricerca pedagogica e disciplinare e la pratica educativa. Queste reti hanno l’obiettivo di rafforzare l’internazionalizzazione per andare oltre la dimensione individuale di un progetto di mobilità, costruendo un progetto collettivo e istituzionale di apertura all’internazionale e incoraggiando quindi gli insegnanti a pensare l’educazione aldilà dei confini nazionali. Le TA hanno il compito sia di collaudare strategie e programmi per l’apprendimento professionale efficaci, accessibili e trasferibili in altri contesti, sia di sviluppare e collaudare congiuntamente diversi modelli di mobilità (virtuale, fisica e mista) nella formazione iniziale e in servizio degli insegnanti, per migliorare la mobilità in termini di qualità e di quantità e renderla parte integrante dell’offerta formativa degli insegnanti in Europa.
Durante la visita all’INSPE AMU sono stati presentati i programmi di formazione per i docenti con un focus sulle competenze interculturali. L’INSPE, configurandosi come un ponte tra la ricerca accademica e il contesto scolastico, ha trovato nelle scuole un terreno di legittimazione e applicazione delle proprie sperimentazioni e mediante il progetto UNI-T intende conseguire obiettivi attinenti la consapevolezza civica europea, il multilinguismo, la consapevolezza della diversità culturale, il miglioramento della mobilità. La collaborazione con la DRAREIC rafforza questa dinamica, rendendo le scuole un laboratorio vivo per l’innovazione didattica e metodologica. Questo modello di cooperazione è un esempio virtuoso di come le università, le strutture del Ministero e le istituzioni scolastiche possano lavorare insieme per migliorare la qualità dell’educazione.
Per proseguire il dialogo con il team di UNI-T, in attesa di avviare una futura cooperazione, le rappresentanti di ADi hanno avanzato la proposta (peraltro favorevolmente accolta) di sostenere, mediante la pubblicazione di un Paper o di Notizie sul sito e/o mediante l’inserimento di informazioni sulla newletter dell’Associazione, la disseminazione dei progetti collaborativi di ricerca-azione già visibili sul sito ufficiale di UNIT-T[10]
GUARDARE ALL’EUROPA PER INNOVARE LA FORMAZIONE DEI DOCENTI
Nel contesto dello “Spazio europeo dell’Istruzione”, appare chiaro come la via dell’Europa alla formazione dei docenti si avvia ad aprirsi a nuove opportunità. L’UE sta attuando una precisa strategia che si presume potrà condurre, nel giro di pochi anni, a ripensare la formazione degli insegnanti in chiave innovativa, soprattutto aprendola all’internazionalizzazione, considerata la leva strategica per modificare i sistemi educativi. Si comincia a parlare di ALFABETIZZAZIONE INTERNAZIONALE e di SVILUPPO di UNA PROFESSIONALITA’ CONDIVISA EUROPEA. Questo approccio trasformerà le modalità abituali della formazione degli insegnanti, i quali devono essere pronti ad impegnarsi in esperienze di formazione basate sulla mobilità e sullo scambio di esperienze. Va, infatti, considerato che la collaborazione con i colleghi europei, attraverso il confronto con metodologie e approcci pedagogici diversi, promuove nei docenti la capacità di innovare e di riflettere in maniera critica e costruttiva sulle proprie pratiche didattiche e che l’apertura ad altri sistemi educativi permette di comprendere meglio il proprio sistema e quindi anche di modificarlo.
Il ruolo di ADi, tra le prime associazioni di formazione degli insegnanti nel traghettare le scuole associate e i docenti iscritti verso l’internazionalizzazione, potrà di certo diventare sempre più centrale, in coerenza alla propria mission istituzionale. ADi mira, infatti, ad accrescere le sue azioni formative di impronta internazionale e fare in modo che le sue proposte abbiano un impatto ancor più durevole nel tempo sulle scuole associate.
Tra le piste da percorrere, è possibile individuare:
- L’offerta di opportunità sistemiche di mobilità per gli iscritti all’Associazione, in coerenza con la mission di ADI, utili per trasformare le episodiche mobilità in percorso abituale e consolidato
- La costruzione di un concreto piano di comunicazione, interno ad ADi, che offra a tutti gli iscritti informazioni mirate sulle varie opportunità
- L’impegno affinché si arrivi a un riconoscimento formale da parte del sistema di istruzione del ruolo del personale che prepara, incoraggia e realizza la mobilità, in coerenza con quanto previsto dal Progetto di Accreditamento
- La redazione di un documento di lavoro, da proporre all’attenzione del MIM, che raccolga idee, pareri e suggerimenti di ADi in tema di Internazionalizzazione delle scuole. Il documento potrà essere utile per avviare un’interlocuzione con la Direzione Generale per gli Affari Internazionali e l’Internazionalizzazione del sistema nazionale di istruzione (DGAFI), di recente ripristinata. L’elaborazione di tale documentazione sarà orientata dai risultati che il Progetto di Accreditamento ADi otterrà mediante lo scambio e la cooperazione internazionale e sarà ispirata dall’approfondimento di un documento del MIM – “Linee guida per lo sviluppo dei processi di internazionalizzazione” – che, purtroppo, offre indirizzi e spunti metodologici soltanto alla filiera tecnica e professionale[11].
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