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Mario Piacentini
L’inchiesta OCSE – PISA sulle competenze globali: educare i nostri giovani a un mondo inclusivo e sostenibile

Gli studenti e le studentesse del 21° secolo vivono in un mondo sempre più eterogeneo, interconnesso e in continuo mutamento in cui il locale si intreccia con il globale e gli incontri con persone di altre culture sono quotidiani. In questo orizzonte, che presenta sfide e opportunità, la scuola è chiamata a interrogarsi sul proprio ruolo nella formazione del cittadino e della cittadina dell’oggi, e, conseguentemente, a identificare quali sono le competenze chiave necessarie.

555La relazione presenta la prospettiva OCSE PISA sulla valutazione della “competenza globale” (global competence). La competenza globale è intesa come la “capacità di analizzare questioni locali, globali e interculturali, di comprendere e apprezzare le prospettive e i punti di vista degli altri, di interagire in modo aperto, appropriato ed efficace con persone provenienti da altre culture e di agire per il bene comune e lo sviluppo sostenibile”.

Le scuole possono promuovere la competenza globale in diversi modi:

  • dando agli studenti opportunità frequenti di aggiornarsi e discutere insieme di questioni complesse di interesse locale e globale;
  • insegnando agli studenti come coltivare un pensiero critico sull’informazione;
  • dando gli strumenti per sviluppare una consapevolezza delle proprie radici culturali e per interpretare e rapportarsi in maniera aperta con altre culture;
  • organizzando progetti che portano gli studenti a partecipare nella loro realtà locale e a cercare opportunità per impegnarsi su temi globali;
  • formando gli insegnanti e gli altri attori del sistema educativo a promuovere il rispetto per la diversità e per i diritti fondamentali, attraverso l’esempio e pedagogie appropriate.

La relazione discute l’approccio PISA per la sua prima raccolta dati sulla competenza globale nel 2018. L’obiettivo dello studio PISA è di incoraggiare una riflessione sull’importanza di estendere i sistemi di valutazione dello studente a un insieme piu’ ampio di competenze cognitive e sociali. Saper definire e valutare i progressi dello studente nello sviluppo delle competenze globali è una condizione necessaria per una piu’ forte e coerente integrazione di queste competenze nei programmi di insegnamento.

 

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Nùria Mirò
L’educazione integrale al Col·legi Montserrat

In un mondo descritto come volatile, incerto, complesso e ambiguo (VUCA),  il Col•legi Montserrat risponde alle attuali grandi forze del cambiamento dell’educazione, come le neuroscienze, la globalizzazione e la rivoluzione digitale, con un modello di innovazione che mette al centro la persona dello studente e la cultura dell’apprendimento piuttosto che dell’insegnamento.

999Con la missione di “educare il cuore e la mente”, abbiamo ripensato il  curricolo in modo da sviluppare le diverse intelligenze formulate da Howard Gardner e insieme un’educazione olistica, con un’enfasi sull’istruzione multilingue e sulle  esperienze di apprendimento e di servizio. L’interiorizzazione dei concetti e delle abilità e lo sviluppo di competenze richiedono metodologie attive attraverso cui gli studenti, da soli o in gruppo, ricercano, pensano, formulano sfide, sperimentano, creano prodotti o svolgono servizi importanti, in un contesto interdisciplinare, e vivono la valutazione come un processo necessario per conoscere, sfidare e migliorare.

In questo modello in cui vengono esplorati nuovi ruoli per insegnanti e studenti, è necessaria un’organizzazione che consenta di progettare e insieme riflettere sulle esperienze di apprendimento, nonché di personalizzarle e di avere spazi di apprendimento che consentano lo sviluppo di un’autentica comunità professionale di apprendimento  e un’educazione  per la vita.

 

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Donato Speroni
L’Agenda 2030: l’innovazione sostenibile a scuola

I 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite non sono soltanto dichiarazioni di principio, perché si sostanziano in 169 target e in quasi 250 indicatori misurati in tutto il mondo. Non sono neppure la soluzione a tutti i problemi globali: rappresentano soltanto un primo punto di convergenza tra tutti i Paesi del mondo su obiettivi comuni, l’inizio di un percorso che impegnerà l’umanità in tutto questo secolo: da qui l’importanza della scuola e del discorso rivolto ai giovani. Si dovrà far fronte a problemi enormi come la crescita della popolazione, il cambiamento climatico, il mutamento dei modelli di consumo imposto dall’esaurimento delle risorse. Si dovranno trovare nuove risposte alle sfide che l’evoluzione tecnologica pone in tema di scelte etiche (rapporto uomo – macchina), organizzazione sociale (trasformazione del lavoro), meccanismi di decisione collettiva.

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Possiamo elencare tanti possibili scenari, da quelli dei “tecnottimisti”, fiduciosi nel fatto che la scienza troverà risposte per tutte queste sfide, ai “catastrofisti” convinti che abbiamo ormai superato il punto di non ritorno e andiamo incontro a una crisi della civiltà senza precedenti. È più utile, invece, attrezzarsi per affrontare un futuro che non conosciamo, puntando innanzitutto sui principi della resilienza e dell’attenzione alle vulnerabilità. Conoscere le vulnerabilità per evitare crisi impreviste del nostro sistema ambientale e socioeconomico, per esempio le diseguaglianze e il disagio sociale che possono tradursi nelle sconvolgimento dei sistemi politici. Valorizzare la resilienza, facendo leva sui punti di forza necessari per superare le crisi.

Che significa tutto questo nell’insegnamento scolastico? L’ASviS lo traduce nel concetto di “Educazione allo sviluppo sostenibile”, che l’Alleanza sta sviluppando con molteplici iniziative. Ciascuno dei 17 obiettivi comporta un insieme di fatti che bisogna conoscere e di valori da rispettare, dalla parità di genere al rispetto dell’ambiente, dalla lotta agli sprechi ai diritti civili. L’educazione allo sviluppo sostenibile è anche un metodo: guardare al futuro senza illudersi che i problemi si possano risolvere ritornando a un mondo che non esiste più, ma essere invece portatori di un’utopia, di una visione positiva che impegna a fare e a non lasciare nessuno indietro.

 

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Giuseppe Paschetto e le sue alunne
La sfida di una scuola per un mondo sostenibile

Le alunne e alunni della scuola secondaria di 1° grado A. Garbaccio” di Mosso, in provincia di Biella, guidati dal loro insegnante Giuseppe Paschetto, parleranno di come si vive, si studia e si impara nelle loro classi con un insegnante che cerca sempre di interessarli prima con le emozioni, l’interesse e la motivazione, per portarli ad apprendere conoscenze e competenze. Ci parleranno di “MathEmotion” e di “Scienzattiva”, ci diranno che per le lezioni di Astronomia salgono in collina a osservare le stelle, che lavorano molto in laboratorio. E’ loro l’invenzione del “kuburro”, imballaggio ecologico per burro, a forma di cubo, poi proposto ad alcune industrie casearie; o il “tortometro utile per tagliare una torta in un numero qualunque di fette esattamente uguali.

budE ancora ci racconteranno che a scuola stanno bene, e come trattino la scuola come casa loro, alla fine delle lezioni si pulisce l’aula con scopa e paletta e si riordina.
E’ una scuola che ha deciso di misurare il FIL (la Felicità Interna Lorda) della scuola.
Piscina poco distante, attrezzature scientifiche e informatiche di prim’ordine.

Infine ci diranno della loro impresa denominata “Salviamo l’isola Budelli”, iniziata due anni fa quando decisero di “acquistare” attraverso il crowdfunding l’isola della Sardegna famosa per la sua spiaggia rosa, per sottrarla alle grinfie di un miliardario neozelandese e trasformarla in un rifugio pubblico.

 

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Mark Moorhouse
Alla Matthew Moss High School si educa per cambiare il mondo

Mark affronterà la questione centrale del seminario “Come possiamo prepararci per un mondo scosso da tali inediti sconvolgimenti e radicali incertezze?” e considererà se la via da percorrere sia una drastica frattura con le pratiche del passato o un’integrazione tra vecchio e nuovo

1moorPer indagare questo argomento, presenterà il viaggio percorso dalla sua scuola, la Matthew Moss High School situata a Rochdale vicino a Manchester. E’ una scuola riconosciuta a livello internazionale per le sue pratiche progressive. La scuola ha attirato le critiche del governo britannico per i suoi approcci all’apprendimento troppo innovativi e ha dovuto trovare il modo di conciliare il paradigma tradizionale con gli imperativi dell’apprendimento del 21° secolo.
 
Mark farà riferimento al lavoro di Collins & Porras nel loro libro Built to Last e il loro editto secondo cui le migliori organizzazioni evitano la “tirannia dell’ o”. Presenterà quindi il lavoro di Giles Barrow e il suo approccio alla pedagogia dei Cinque Rami:

  • Liberale (conoscere l’argomento);
  • Tecnico (conoscere la valutazione);
  • Umanistico (conoscere gli studenti);
  • Progressivo (sapere mettere gli studenti nelle condizioni di padroneggiare il proprio apprendimento);
  • Radicale (sapere come dare agli studenti gli strumenti per cambiare il mondo).

Mark descriverà poi come questa impostazione abbia informato il lavoro alla Matthew Moss High School con specifico riferimento alla radicale innovazione della 6^ giornata a scuola, G6 (il sabato), quando gli studenti lavorano senza insegnanti e senza orario.
Tenterà quindi di dimostrare che un’integrazione fra vecchie e nuove pratiche è una via percorribile per i sistemi scolastici che cercano di evolvere nel XXI secolo.

 

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