UNO SGUARDO SULL’EDUCAZIONE 2019: LA SITUAZIONE ITALIANA

a cura di Andrea Marzuoli

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Il 10 settembre 2019 è stato pubblicato il rapporto Ocse “Uno sguardo sull’educazione”, con i dati relativi al 2017-2018. Come per il passato il volume contiene anche Note nazionali per i 46 Paesi esaminati. Qui analizzeremo la Nota per l’Italia.

Il Rapporto  tratta ogni anno un tema in particolare, quest’anno il focus è sull’istruzione terziaria sia universitaria sia professionalizzante non universitaria (in Italia gli ITS).

ISTRUZIONE TERZIARIA

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Istruzione terziaria in aumento ma inferiore a media OCSE

La percentuale di chi possiede un titolo di studio di livello terziario è aumentata in Italia fra le generazioni più giovani, ma rimane al di sotto della media OCSE. Si è passati dal 19% dei 25-64enni (media OCSE 37%), al 28% dei 25-34enni (media OCSE 43%), e se la situazione attuale rimarrà invariata, si stima che il 37% degli italiani si iscriverà per la prima volta a un corso di studio universitario prima dei 25 anni rispetto alla media OCSE del 45%.

Il tasso della prima iscrizione universitaria aumenta fino al 43% se si includono le matricole internazionali e quelle di età superiore a 24 anni, rispetto alla media OCSE del 58%.

Istruzione terziaria professionalizzante (ITS)

L’istruzione terziaria professionalizzante non universitaria (gli Istituti Tecnici Superiori, ITS), rimane ancora un’opzione molto limitata in Italia: solo l’1,7% delle matricole iscritte per la prima volta nel 2017 (il 2,7% degli uomini iscritti per la prima volta) si è iscritto a un ITS. E’ questo un settore che andrebbe profondamente incentivato poiché ha un’elevatissima occupabilità.

Lauree e possibilità di impiego

Il tasso di impiego per gli adulti laureati nel campo delle tecnologie informatiche e della comunicazione (87%) e in ingegneria, industria manifatturiera ed edilizia (85%) è relativamente vicino alla media OCSE (solo 3 punti percentuali più basso).

L’Italia registra la seconda quota più alta (29%) di adulti laureati nelle discipline artistiche e umanistiche, in scienze sociali, giornalismo e nel settore dell’informazione tra i Paesi dell’OCSE, nonostante le possibilità d’impiego siano più limitate, Il tasso di occupazione del 72% per gli adulti laureati nelle discipline artistiche e del 78% in quelle umanistiche.

In Italia, gli adulti con un’istruzione terziaria guadagnano il 39% in più rispetto agli adulti con un livello d’istruzione secondario superiore, rispetto al 57% in più, in media, nei diversi Paesi dell’OCSE.

Gli incentivi per completare un’istruzione terziaria sembrano essere ancora più deboli per i giovani adulti: il vantaggio in termini di reddito rappresentato da un’istruzione terziaria scende al 19% tra i 25-34enni, rispetto al 38% in media nell’area dell’OCSE.

Tasse universitarie elevate

Le tasse universitarie in Italia sono più elevate rispetto a molti altri Paesi europei ed economie e sono simili al livello delle tasse universitarie dei Paesi Bassi e della Spagna, ma inferiori a quelle dell’Inghilterra (Regno Unito) e della Lettonia.

Dottorato

Sebbene in Italia i titolari di un dottorato registrino un più ampio vantaggio occupazionale rispetto ai titolari di una laurea di secondo livello, solo lo 0,5% degli adulti hanno conseguito un dottorato (rispetto alla media OCSE dell’1,2%).

ALTRI TEMI

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La piaga dei NEET

L’Italia registra la terza quota più elevata di giovani che non lavora, non studia e non frequenta un corso di formazione (NEET) tra i Paesi dell’OCSE.

La quota dei NEET varia secondo il livello d’istruzione. Tra i 25-29enni, l’Italia registra la terza quota più elevata di NEET con un livello d’istruzione terziaria dopo la Grecia e la Turchia, che si attesta al 23% rispetto alla media OCSE dell’11%.

Il gruppo NEET comprende sia i giovani inattivi (che non cercano lavoro in modo attivo) sia i disoccupati. L’Italia e la Colombia sono gli unici due Paesi dell’OCSE con tassi superiori al 10% per le due categorie tra i 18-24enni.

Professione docente

Il corpo docente in Italia è il più anziano tra i Paesi dell’OCSE e l’Italia ha la quota maggiore di docenti ultra 50enni. Sebbene questo rapporto sia notevolmente diminuito nella scuola primaria e secondaria, dal 64% nel 2015 al 59% nel 2017 a seguito delle recenti campagne di assunzioni, l’Italia dovrà sostituire circa la metà degli attuali docenti entro i prossimi dieci anni. Tuttavia, l’Italia ha il tasso più basso di insegnanti della scuola primaria e secondaria nella coorte dei 25-34enni (0,5%), rispetto al 3% tra i 50- 59enni.

Il rapporto tra salario più alto e salario iniziale è di 1,5 nelle scuole al livello da pre-primario (scuola dell’infanzia) a secondario inferiore, rispetto a una media OCSE di 1,7 (1,6 a livello pre-primario) e i salari statutari di inizio carriera sono leggermente inferiori alla media OCSE (dal 91% nella scuola secondaria superiore di indirizzo generale al 97% nella scuola dell’infanzia).

Spesa per l’istruzione

L’Italia spende circa il 3,6% del suo PIL per l’istruzione dalla scuola primaria all’università, una quota inferiore alla media OCSE del 5% e uno dei livelli più bassi di spesa tra i Paesi dell’OCSE. La spesa per studente spazia da circa 8 000 dollari statunitensi nell’istruzione primaria (94% della media OCSE) a  9 200 dollari statunitensi nell’istruzione secondaria (92% della media OCSE).

La spesa è diminuita del 9% tra il 2010 e il 2016 sia per la scuola che per l’università, più rapidamente rispetto al calo registrato nel numero di studenti, che è diminuito dell’8% nelle istituzioni dell’istruzione terziaria e dell’1% nelle istituzioni dall’istruzione primaria fino all’istruzione post-secondaria non terziaria.

Un vanto: la scuola dell’infanzia

La piena scolarizzazione ( ossia tassi di scolarizzazione superiori al 90%) in Italia inizia all’età di 3 anni, con un tasso di scolarizzazione del 94% tra i bambini di età compresa tra i 3 e i 5 anni, rispetto all’87% in media nei Paesi dell’OCSE.

In Italia, l’istruzione pre-primaria è erogata principalmente dal settore pubblico. Solo il 28% dei bambini è iscritto in scuole private (media OCSE: 34%), mentre il 72% rimanente frequenta istituti pubblici.

L’Italia spende circa 7400 dollari statunitensi per allievo nelle scuole pre-primarie, circa 1000 dollari statunitensi in meno rispetto alla media OCSE di 8350 dollari statunitensi. La spesa privata è stata pari al 12% del totale delle risorse finanziarie a questo livello, mentre l’88% residuo è stato finanziato da fonti pubbliche.

Istruzione e formazione tecnica e professionale

In Italia, l’istruzione tecnica e professionale (TVET) rappresenta una vera alternativa ai licei. Nel 2017, in Italia la maggior parte degli studenti della scuola secondaria superiore (55%) era iscritta negli istituti di indirizzo TVET.

In Italia, i giovani adulti con un livello d’istruzione secondario superiore o post-secondario non terziario tecnico-professionale hanno, in media, prospettive occupazionali simili rispetto ai laureati, a differenza della maggior parte degli altri Paesi dell’OCSE dove il tasso di occupazione è superiore per i giovani adulti laureati.

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