UNO SGUARDO SULLE RILEVAZIONI INVALSI 2019 – Problemi già alla scuola primaria

di Tiziana Pedrizzi

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Completato il sistema di rilevazioni

11Con l’edizione 2019 si può dire che il sistema Invalsi sia al suo completamento, perché si sono svolte, dopo circa un decennio di sorde battaglie e contrattazioni, anche le prove per le 5° classi della scuola secondaria di 2° grado. Utile ricordare che il M5S aveva ottenuto, nell’autunno 2018, che tali prove fossero sostanzialmente volontarie per gli allievi, ma anche questo colpo di mano si è rivelato inefficace, perché il 96% degli studenti ha volontariamente aderito. Ed è importante che tale alta adesione sia stata sostanzialmente omogenea in tutte le aree del Paese.

Una apposita piattaforma permetterà ad ogni studente di scaricare i propri risultati, che potranno evidentemente essere utilizzati verso l’esterno.

Il grande progresso delle prove svolte al computer

22A partire dal 2018, tutte le prove INVALSI per la scuola secondaria di 1° e 2° grado si svolgono al computer e online. Un risultato, sottolinea l’INVALSI, che pone il nostro Paese ai primi posti a livello internazionale per numero di studenti (oltre 1.500.000) e numero di prove (oltre 5.000.000) che si svolgono al computer e su una piattaforma web. Inoltre è stato anticipato, nella presentazione il 10 luglio alla Camera dei Deputati, che è allo studio la possibilità di utilizzare questa metodologia anche in 5° primaria. La modalità Computer Based testing (CBT) è positiva sia per la diminuzione del lavoro degli insegnanti, causa spesso conclamata di opposizione, sia per la maggiore attendibilità dei dati, essendo annullato il cheating.

Alcune caratteristiche delle prove

33Le prove sono state collocate su 5 livelli (definiti in base agli obiettivi stabiliti dalla normativa) e parimenti i risultati, ed è stato definito il livello di accettabilità. In tal modo risulta tutto leggibile su scala scolastica e non solo in chiave comparativa.

Le prove somministrate nelle diverse annualità sono oramai “ancorate”, cioè collocate sui diversi livelli sulla base delle percentuali di risposte degli allievi, e questo permette di paragonare i risultati anno per anno.

Il neo di questo sistema consiste nel fatto che le prove usate non possono essere rese pubbliche, come del resto avviene in PISA. Un sollievo per i sostenitori del rischio del teaching to the test, ma un limite per chi, anziché ipotizzare impossibili addestramenti, volesse trarne spunti stimolanti per la propria didattica, Le prove rilasciate a titolo di esempio non sono la stessa cosa e soprattutto non è possibile analizzare il livello della propria classe item per item e perciò area per area.

La preoccupante costanza dell’Italia divisa in due

44Ma andiamo ai risultati cercando di seguire l’indice del Rapporto nei punti di maggiore interesse.

L’approdo alla quinta classe della secondaria di 2° grado non cambia il quadro sostanziale dei risultati, pur se, anche a questo livello macro-macro, sono rilevabili piccoli spostamenti.

Perché allora continuare? Perché la costanza dei risultati conferma la loro solidità ed attendibilità, cosa di cui nel nostro Paese, a quanto pare, c’è ancora bisogno.

Inoltre la quantità e l’articolazione dei dati è tale da richiedere analisi più puntuali e dettagliate, che si spera le sonnolente Università italiane comincino a fare presto seriamente, ma che comunque lo stesso Invalsi dovrebbe decidersi a fare in modo più risoluto, visto che ha oramai messo a punto la “macchina” nelle sue caratteristiche fondamentali.

L’Italia è divisa in due parti: quella dalle Marche in su e quella dalle Marche in giù (il copyright di questa definizione è di Roberto Ricci).

A sua volta il Sud non è tutto uguale: spiccano negativamente, al solito, Sardegna, Sicilia, Campania e Calabria. Va aggiunto che il problema del Sud comincia ad articolarsi in diversi campi, poiché, come ha precisato la Presidente Ajello, i livelli sono stati definiti con chiarezza nelle loro specifiche descrizioni (avendo come riferimento il contenuto normato dei Traguardi) ed è stato anche definito il livello di accettabilità.

Nel complesso nella media nazionale e nelle diverse aree di competenza circa il 60% degli studenti si trova a livello di accettabilità o sopra. Ma in alcune materie (soprattutto in matematica) ed in alcune aree del Paese avviene l’inverso. Questo significa che una percentuale significativa di allievi esce dalla scuola secondaria di 2° grado o di 1° grado con certificazioni formali che dichiarano che possiede delle conoscenze e delle capacità (definite irrinunciabili dal legislatore nazionale) che in realtà non possiede. Un tema drammatico, se si confronta questo dato con i risultati delle valutazioni dei “nuovi” (ancora!) esami di maturità nei quali si riscontra che, come tutti gli anni, la Calabria è in testa alla graduatoria.

Questione equità

55Veniamo all’equità. Da questo punto di vista si verifica l’esistenza di differenze negli esiti scolastici non solo fra le aree del Paese ma anche fra le scuole e fra le classi di una stessa scuola. Se la differenza fra scuole può essere in parte motivata dalle dislocazioni territor iali e nel secondo ciclo dalla canalizzazione, la differenza fra le classi, al contrario, si può spiegare solo con la esistenza di sezioni di serie A e di sezioni di serie B. I dati indicano costantemente che le percentuali di varianza di tutti e due i tipi si innalzano con l’abbassarsi del risultato medio, quando si passa dal Sopra al Sotto Marche. Questo significa che al Sud e Sud Isole esistono allievi competenti, collocati però in certe classi ed in certe scuole e che sono in misura non sufficiente a compensare la più larga fetta di non competenti o di mediocremente competenti. Questa polarizzazione sociale e culturale, che le indagini internazionali ci indicano essere tipica delle società semi-sviluppate (soprattutto sudamericane) è causa o effetto del contesto complessivo?

Da ultimo sia il responsabile dell’area prove, Roberto Ricci, sia la Capo Dipartimento, Carmela Palumbo, hanno sottolineato, in sede di Presentazione, un dato nuovo (ovviamente, perchè prima i dati non c’erano). Nel passaggio dal 1° al 2° ciclo, la percentuale di studenti in grossa difficolta a livello di 3^ secondaria di 1° grado diminuisce nella rilevazione sulla 5^ secondaria di 2° grado nel Sopra Marche, mentre aumenta nel Sotto Marche. Un indicatore interessante per definire i livelli di efficacia della scuola superiore rispetto ad allievi che ricoprono un ruolo particolarmente significativo sul terreno dell’equità.

Nuove riflessioni sulla scuola primaria

66Le differenze fra gli allievi non sono ovviamente esclusive del Sud, ma di tutto quanto il sistema scolastico italiano. In proposito un elemento di riflessione deriva dalla sottolineatura del Rapporto sulla questione scuola primaria versus scuola secondaria di 1° grado. E’ entrata oramai fra i luoghi comuni l’idea che la scuola primaria costituisca un’oasi, dopo la quale si sprofonda nel buco nero della scuola media. I dati indicano invece che le differenze iniziano a delinearsi già nella primaria ed esplodono– non vengono generate– in 3° media. Dalle visite fin qui effettuate dal Servizio Nazionale di Valutazione potrebbero uscire interessanti riflessioni in proposito.

Le differenze di genere

77Il tema del “genere” è di grande attualità vista la esplosione del protagonismo femminile in tutti i campi, soprattutto fra le nuove generazioni.

Nell’istruzione le tendenze non sembrano variare macroscopicamente: maschi per la Matematica, femmine per l’Italiano ed Inglese anche se in misure differenziate ai vari livelli scolastici. Le indagini internazionali sembrano dimostrare che in particolare le ragazze sono più brillanti nelle prove aperte piuttosto che nei quesiti a scelta multipla e che l’utilizzo dello strumento informatico tende a penalizzarle. Anche qui, cose assai scontate; dovremo aspettare ancora un po’ per vedere se qualcosa si muove e per decidere se si tratta di storia o di genetica.

I risultati in lingua inglese

88Sull’inglese i risultati non sono entusiasmanti in generale: nel passaggio fra il 1° e i 2° ciclo la percentuale di studenti in difficoltà aumenta in modo consistente e gli studenti mediocri sono numerosi dappertutto. Un elemento positivo è la registrazione di miglioramenti significativi nel Listening soprattutto nel SottoMarche.

La conclusione in sede di presentazione è stata che probabilmente pesano i limiti della didattica delle lingue in tutto il Paese, anche perché la registrazione di una differenza significativa fra le classi farebbe pensare, oltre che all’influenza di attività aggiuntive extrascolastiche, anche al rilievo delle attività dei docenti.

I risultati degli alunni stranieri

99In tutti i livelli scolastici gli alunni stranieri ottengono in Italiano e in Matematica punteggi nettamente più bassi di quelli degli alunni italiani.

Le distanze tra gli uni e gli altri tendono però a diminuire nel passaggio tra la prima e la seconda generazione d’immigrati e nel corso del percorso scolastico, in particolare in Matematica, un codice astratto internazionale.

In Inglese le cose vanno meglio tanto che è la sola materia dove gli alunni stranieri conseguono risultati simili a quelli dei loro compagni italiani: nelle regioni del Sud dove i risultati degli autoctoni sono molto bassi, gli stranieri, in particolare di seconda generazione e nella prova di ascolto, fanno meglio degli italiani.

Il futuro che INVALSI ha davanti

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In conclusione vale la pena ribadire che il sistema Invalsi oramai è a punto.

In un contesto estremamente fragile e privo di spinta propulsiva, come appare oggi quello del sistema scolastico italiano, l’INVALSI si presenta come una istituzione che ha faticosamente costruito qualcosa di tecnicamente valido, per quanto perfettibile, di solido, non segnato dal provincialismo, né legato alle mode stagionali.

E ha un futuro davanti. Se infatti si dedicherà anche all’analisi della mole di dati che ha accumulato, la conoscenza della nostra reale situazione non potrà che giovarsene, così come il tentativo di affrontarne i problemi.

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