I NUOVI PROGETTI EUROPEI AVVIATI DA ADi
Forniamo un breve resoconto delle nuove cooperazioni e dei nuovi progetti avviati da ADi per quanto riguarda tre tematiche di cui l’associazione si occupa da tempo:
- il Lesson Study, come lo si può implementare in maniera semplice, concreta e “sostenibile” in aula;
- la possibilità di promuovere pratiche di Servant Leadership per migliorare la cooperazione tra i docenti e gettare le basi per una futura differenziazione di carriera nelle scuole;
- lo sviluppo di attività didattiche collegate al framework EntreComp.
LESSON STUDY
Dalla Norvegia idee per attuarlo in aula in maniera semplice, ma significativa
L’incontro con la scuola norvegese Høyland Ungdomsskole
ADi ha iniziato ad avere contatti con la scuola norvegese Høyland Ungdomsskole nell’anno 2017.
A partire dai primi timidi contatti, si sono successivamente sviluppate cooperazione e progetti che hanno rafforzato i legami tra le due organizzazioni. Arild, docente nella scuola Høyland Ungdomsskole contattò ADi incuriosito da un progetto Erasmus che l’associazione aveva portato avanti assieme all’Istituto Aldini Valeriani sulle tematiche del Lesson Study. La scuola di Arild è da anni impegnata nel non facile compito di sviluppare pratiche di Lesson Study in maniera sistemica per tutti i docenti. Un incontro avvenuto a novembre 2019 ha permesso di confrontarsi sulle diverse pratiche portate avanti, sugli obiettivi e gli strumenti.
Tutti i materiali sviluppati dal progetto Erasmus coordinato da ADi sono scaricabili gratuitamente al seguente link: http://www.adiscuola.it/beyondthebarriers/section-three/. Tali strumenti si focalizzano sull’analisi e l’osservazione dettagliata del docente durante la lezione. In particolare i questionari messi a punto dall’Università Sapienza hanno avuto bisogno della cooperazione di ben otto docenti osservatori per poter essere compilati. E’ evidente che un simile lavoro non può essere fatto in aula in condizioni normali, sebbene durante il progetto i docenti lo abbiano considerato utile per poter individuare i propri punti di forza e di debolezza.
L’incontro con i docenti della scuola Høyland Ungdomsskole ha permesso di capire come pratiche di Lesson Study possano essere implementate in maniera sistemica su un’intera scuola senza provocare la rabbia dei docenti già sovracaricati da burocrazia e responsabilità. Partiamo dai punti in comune con il lavoro svolto da ADi poi analizzeremo in dettaglio le differenze. I punti comuni possono essere riassunti nelle seguenti necessità
- è necessario scrivere in maniera dettagliata il piano della lezione che si svolgerà individuando l’obiettivo fondamentale della lezione;
- è necessario descrivere in maniera dettagliata come si andrà a valutare se l’obiettivo è stato raggiunto o meno;
- è necessario che i punti 1 e 2 vengano sviluppati da docenti che cooperano assieme (almeno due);
- è necessario che il piano lezione venga validato da persone esterne al gruppo di lavoro che lo ha creato.
Vediamo ora le differenze che rendono il Lesson Study “norvegese” più sostenibile da parte delle scuole.
La validazione dei piani lezione
I piani lezione durante il progetto Erasmus furono validati da esperti esterni, nel caso della scuola norvegese i piani lezione vengono invece validati dai capi di dipartimento, questo è possibile poiché in Norvegia si è sviluppata una leadership intermedia con una struttura scolastica meno gerarchica rispetto a quella italiana. La scrittura dei piani lezione con l’individuazione degli obiettivi fondamentali e la loro validazione avviene due volte l’anno, questo significa che nella scuola, ogni anno vengono scritte e implementate due lezioni in modalità Lesson Study. I capi dipartimento hanno poteri ampi e possono rigettare un piano lezione se ritengono che il piano stesso o il suo obiettivo non siano adeguati. Questa struttura che potrebbe in realtà sembrare fortemente gerarchica, non lo è perché la leadership viene intesa come “Servant Leadership” ossia come un servizio messo in atto per aiutare i docenti. Un sistema simile, con una forte leadership intermedia si ritrova anche nel sistema scolastico di Singapore.
La definizione degli obiettivi
Nel nostro progetto l’obiettivo riguardava l’acquisizione di determinate competenze da parte di tutti i ragazzi coinvolti, nella scuola di Arild invece si utilizza il Lesson Study solo per studiare singoli casi particolari di ragazzi che presentano fragilità. La lezione viene comunque implementata sull’intera classe, ma l’obiettivo da raggiungere riguarderà un singolo studente. Ad esempio l’obiettivo potrebbe essere riuscire a dare una risposta alla seguente domanda l’utilizzo di Kahoot può aiutare lo studente X a imparare (la matematica o la geografia ecc)?. Si parte quindi da una domanda riguardante un caso “ difficile” per il quale si vogliono individuare strategie adeguate.
Chi e cosa si osserva durante il processo
Questa è la differenza fondamentale tra il Lesson Study messo in atto da ADi e quello norvegese, nella scuola Høyland Ungdomsskole non si osserva il docente, ma lo studente per il quale si è ideata la lezione. Tutta l’attenzione si focalizza sullo studente, sul raggiungimento degli obiettivi didattici, ma anche sull’osservazione della motivazione e in generale delle soft skills. Volendo ci si può concentrare anche solo su uno dei due aspetti, privilegiando, ad esempio, l’osservazione della motivazione e dell’impegno dello studente nello svolgere l’attività.
Elaborazione del piano lezione norvegese da validare
Si parte da una “ research question” una domanda alla quale si vuole dare una risposta che, come già detto, deve riguardare uno studente con particolari fragilità, quindi si descrive cosa si vuole ottenere tramite la lezione ossia per quale scopo la si è scritta e quali obiettivi si vogliono raggiungere. Si descriveranno quindi le metodologie e gli strumenti che si intendono utilizzare. Affinchè il piano venga validato è indispensabile che i docenti norvegesi motivino le scelte didattiche e metodologiche che intendono mettere in campo basandosi sulla letteratura esistente. Si passerà a descrivere in dettaglio come si intende organizzare la lezione, cosa si andrà ad osservare e quali criteri si utilizzeranno per valutare se la strategia messa in campo abbia funzionato o meno.
Rischi
Durante l’incontro di Novembre abbiamo provato a individuare rischi e ricompense derivanti dalla pratica del Lesson Study.
È necessario fornire strumenti che aiutino i docenti a rendere il processo snello per evitare che si sentano sovracaricati di lavoro e che lo vedano come un processo troppo “accademico” irrilevante rispetto alla pratica quotidiana dell’insegnamento.
Ricompense
Tutti i docenti hanno concordato sul fatto che lavorare in gruppo e spartire materiali porta ad un arricchimento professionale, ma anche ad un aumento di motivazione.
Benefici
- E’ un processo che può portare ad innovazione delle metodologie didattiche partendo dal basso, senza imposizioni.
- Permette la condivisione di conoscenze, strategie, materiali.
- Crea un’atmosfera stimolante di apprendimento tra docenti.
- Aiuta i docenti nei momenti di sconforto, fornisce supporto poiché di fronte alle sfide non ci si sente soli.
- Permette di acquisire una maggiore sicurezza rispetto alle proprie pratiche di insegnamento.
Sfide
- Riuscire a coinvolgere l’intera scuola e tutti i docenti nel Lesson Study è sicuramente una sfida enorme!
- Riuscire a trovare la giusta “ via di mezzo” in modo da non rendere il Lesson Study troppo accademico, ma neppure troppo semplificato è l’altra sfida sulla quale ci si sta concentrando a livello internazionale. Deve essere un pratica che abbia una ricaduta reale sulla scuola e sull’apprendimento dei ragazzi.
- Riuscire a cooperare tra scuole diverse sul Lesson Study rappresenta un’ulteriore sfida di cui si è discusso con i nostri colleghi norvegesi.
Dove trovare ulteriori informazioni sul Lesson Study
Segnaliamo il link a un’associazione internazionale di Lesson Study: https://www.walsnet.org/blog/2019/10/09/open-research-lessons-in-continuous-professional-development/, il cui convegno si svolgerà a San Francisco dal 2 al 4 Dicembre 2020, esso si focalizzerà proprio sull’implementazione “sostenibile” del processo di Lesson Stuy.
Infine segnaliamo l’ottimo articolo del nostro Marco Bardelli: http://adiscuola.it/Pubblicazioni/LessonStudy/LS3_frame.htm.
SERVANT LEADERSHIP: UTOPIA O REALTÀ?
Il progetto Europeo Erasmus+ SERVANT LEADERSHIP FOR SCHOOLS -2019-1-IT01-KA202-007398
Perché applicare Servant Leadership nelle scuole italiane?
Lo sviluppo della leadership intermedia nelle scuole tecniche e professionali è di fondamentale importanza, eppure troppo spesso essa viene sottostimata o addirittura ostacolata. Lo sviluppo professionale dei docenti, al momento attuale spesso si concretizza in iniziative dei singoli, i quali operano in solitudine e non all’interno di gruppi di lavoro ben organizzati. Eppure sono numerosissimi gli studi che dimostrano come la qualità della leadership all’interno dei gruppi di lavoro sia fondamentale per il progredire delle scuole e dei docenti (Leadership and School Quality, Edited by: Michael DiPaola, The College of William and Mary Wayne K. Hoy, The Ohio State University).
Nell’affrontare la questione della leadership intermedia occorre avere ben chiari gli obiettivi che si intendono perseguire, per non ripetere gli infiniti fallimenti che si sono succeduti in Italia negli ultimi 30/40 anni. A parte il “bonus” per merito della L. 107/2015 (art.1 commi 126/130), che non consideriamo perché non solo non ha risolto nessun problema ma ne ha creato di ulteriori, una prima distinzione deve essere fatta fra progressione stipendiale di carriera e differenziazione di carriera. La differenziazione di carriera avrebbe ragione d’essere se si avesse la possibilità di accedere a diversi percorsi. I percorsi professionali che ADi ha individuato sono di tre tipi:
- Percorso legato all’insegnamento/apprendimento,
- Percorso legato alla gestione del sistema istruzione,
- Percorsi specialistici.
Per quanto riguarda il percorso legato all’insegnamento/apprendimento le funzioni dei docenti eccellenti potrebbero includere:
- guida di gruppi di sviluppo professionale entro la propria scuola e/o rete di scuole su nuove metodologie didattiche e organizzative e sulla progettazione disciplinare e interdisciplinare,
- elaborazione e diffusione di modelli innovativi di insegnamento/apprendimento, tenuto conto della ricerca educativa e delle migliori pratiche,
- tutorato dei docenti tirocinanti e dei nuovi assunti nella propria scuola e/o rete,
- tutorato dei docenti in formazione iniziale presso le Università.
Con i progetti europei che sono stati approvati in Italia e in Norvegia, ADi intende gettare le basi per una futura differenziazione europea delle carriere dei docenti, concentrandosi sullo sviluppo delle competenze necessarie sia per agire da guida all’interno di gruppi entro la propria scuola, ma anche come tutor per docenti tirocinanti e neo assunti.
Servant Leadership in USA
Il modello della servant leadership, già adottato in alcune scuole statunitensi (The Application of Servant Leadership by Selected New Jersey Public School Principals) sembra avere le caratteristiche necessarie per superare alcuni dei problemi delle scuole tecniche e professionali. Nelle scuole tecniche e professionali spesso i docenti si sentono soli di fronte a sfide che ritengono troppo grandi, il senso di frustrazione e solitudine che troppo spesso sperimentano li porta ad abbandonare tali scuole e a chiedere il trasferimento in contesti meno sfidanti. Uno dei risultati accertati della Servant Leadership in ambienti di lavoro sia privati che pubblici è proprio la diminuzione del turn over dei dipendenti, i quali apprezzano il clima che si genera nell’ambiente di lavoro (Changing the World through Servant Leadership By Dr. Kent M. Keith CEO, Greenleaf Center for Servant Leadership). Uno studio quantitativo portato avanti in una scuola americana (The influence of the principal as servant leader on school climate as perceived by teachers in a large midwestern school district, a Dissertation Submitted to the College of Education of Aurora University) ha dimostrato come tale pratica porti ad un miglioramento del clima scolastico, ad una maggiore soddisfazione sul lavoro nonchè ad un miglioramento dei risultati scolastici dei ragazzi.
Servant leadership in Europa: 2 progetti europei in Italia e in Norvegia
Il nuovo rapporto di Eurydice, Teaching Careers in Europe, pubblicato nel 2018, esamina quali siano i requisiti per diventare insegnante, le condizioni di reclutamento e di lavoro, nonché lo sviluppo e il supporto professionale.
Per quanto concerne la carriera esistono due tipologie di strutture: quella piatta (livello singolo) e quella gerarchica (multilivello). Alcuni dei paesi partner di progetto (Italia, Portogallo, Polonia, Spagna) seguono una carriera piatta a livello singolo. Questo significa che l’insegnante ha una progressione professionale assai limitata. Tuttavia in tutti i paesi gli insegnanti hanno l’opportunità di diversificare i loro compiti ed essere incaricati di ulteriori responsabilità in aggiunta alle loro attività di insegnamento.
I progetti approvati intendono esplorare la possibilità di applicare la metodologia “Servant Leadership” all’interno di gruppi di lavoro formati da docenti di scuole tecniche e professionali al fine di migliorare la cooperazione tra docenti e gettare le basi per la creazione di leadership intermedia favorendo la nascita di una carriera multilivello.
Oltre a stilare linee guida per Servant Leadership, i progetti intendono metterle in pratica all’interno di gruppi di lavoro che abbiano come scopo principale quello di costruire un corso Moodle per lo sviluppo delle competenze imprenditoriali dei ragazzi.
ENTRECOMP
Il Progetto Europeo Erasmus+ ENTRECOMP FOR TEACHERS -2019-1-NO01-KA201-060140
Cosa è EntreComp?
EntreComp, Entrepreneurship Competence Framework, è il Quadro di Riferimento per le Competenze Imprenditoriali, pubblicato nel giugno del 2016, ha inteso produrre una definizione comune di “imprenditorialità” che aiuti a stabilire un ponte tra i mondi dell’educazione e del lavoro e possa essere assunta come riferimento per qualsiasi iniziativa che miri a promuovere e sostenere l’apprendimento dell’imprenditorialità.
Il quadro EntreComp si compone di 3 aree interconnesse: “Idee e opportunità“, “Risorse” e “In azione“. Ciascuna delle aree è costituita da 5 competenze, che, insieme, costituiscono gli elementi costitutivi dell’imprenditorialità come competenza. Il quadro sviluppa le 15 competenze lungo un modello di progressione a 8 livelli e propone una lista di 442 risultati di apprendimento. Può essere utilizzato come base per lo sviluppo di programmi di studio e attività di apprendimento che promuovono l’imprenditorialità come competenza. Inoltre, può essere utilizzato per la valutazione delle competenze imprenditoriali degli studenti e dei cittadini.
Come verrà utilizzato EntreComp nei progetti Europei
Il quadro di riferimento EntreComp assieme a EntreLearn e a EntreComp into Action, verranno utilizzati per creare attività per studenti che facciano riferimento alle tre aree già citate: “Idee e opportunità“, “Risorse” e “In azione“. Ogni attività sarà caratterizzata da un’area di appartenenza, dai risultati di apprendimento che intende raggiungere e dal livello in cui si pone in rapporto agli otto livelli della scala di progressione presenti nel quadro EntreComp. Le attività saranno quindi organizzate in un corso Moodle diviso per moduli che possa servire alle scuole superiori per effettuare una simulazione di impresa. Si pensa di creare un prodotto flessibile, per cui i docenti possano, in base alle esigenze, utilizzare anche solo alcune attività adattandole al proprio contesto.
La scuola norvegese coinvolta nei lavori, Høyland Ungdomsskole, chiederà il supporto della sezione norvegese di JA Europa per assicurare che il prodotto creato sia di qualità, inoltre una sessione di Lesson Study che si terrà a Palermo servirà a valutare l’efficacia delle attività create.
Tutti i prodotti che verranno creati, sia il corso Moodle sull’imprenditorialità, sia le linee guida per Servant Leaders, verranno rese disponibili gratuitamente alle scuole che intendono testarli.