INSEGNANTI: IL DIFFICILE TRAGHETTAMENTO VERSO I NUOVI AMBIENTI DI APPRENDIMENTO

Alastair Blyth

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INTRODUZIONE

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Grazie per avermi invitato.

Oggi vedremo come gli spazi riflettono alcuni dei cambiamenti che riguardano l’insegnamento/apprendimento a tutti i livelli di istruzione.

Vi farò una sorta di narrazione per dimostrare quanto lo spazio sia importante e come possiamo trarne vantaggio nella nostra attività di insegnamento.

Lo spazio riflette i profondi cambiamenti in essere nell’insegnamento/apprendimento, secondo cui le pedagogie centrate sul singolo insegnante per disciplina non sono più sufficienti. E oggi sono gli stessi insegnanti che cominciano a concepire diversamente l’uso dello spazio.

D’altra parte non è da ora che si prefigurano modi diversi di immaginare gli ambienti di apprendimento.

3Guardate questa vignetta, è la previsione fatta nel 1910 di un ambiente di apprendimento per il 2000. Ci sono cose a noi note, come i banchi in fila, ma è sorprendente che ci sia già la tecnologia. Gli studenti sono direttamente collegati ai testi che vengono inseriti in apposito macchinario, e la conoscenza arriva direttamente nelle cuffie. In fondo si può pensare che questa previsione sia stata abbastanza precisa, e che più di un secolo fa già si immaginavano nuovi ambienti di apprendimento collegati a nuovi modi di apprendere.

La mia relazione seguirà uno schema che collega la trasformazione degli ambienti di apprendimento alle innovazioni nei modi di apprendere, a loro volta collegati alle nuove competenze che i giovani devono acquisire in questa fase storica.

Affronterò quindi questi tre argomenti:

  1. Perché il cambiamento?
  2. Come cambiano gli ambienti di apprendimento?
  3. Ripensare l’uso dello spazio: alcuni esempi

 

 1. PERCHE’ IL CAMBIAMENTO?

Preparare i futuri cittadini

Cominciamo analizzando insieme come preparare i futuri cittadini e verificando come questa preparazione stia cambiando con la richiesta di competenze più ampie e nuove rispetto a quelle fornite dall’istruzione tradizionale. Tanto se ne è già parlato in questo seminario.

Vi mostro un’indagine condotta da amministratori delegati di importanti aziende, che rilevano quali, a loro giudizio, siano le competenze oggi davvero importanti che i giovani devono padroneggiare.

5Fra queste spiccano il problem solving, l’adattabilità, la capacità di collaborare, la leadership, la creatività e altre che vedete elencate, che si aggiungono alle competenze tecnico-scientifiche (STEM).

Naturalmente si tratta di competenze che non possono essere singolarmente insegnate come fossero nuove discipline, ma richiedono nuovi modi di pensare, di lavorare e di vivere insieme.

 

6Infatti:

  • attraverso nuovi modi di pensare si possono sviluppare creatività, pensiero critico, problem-solving;
  • attraverso nuovi modi di lavorare si possono sviluppare collaborazione, lavoro di gruppo, adattabilità, leadership;
  • attraverso nuovi modi di vivere insieme si possono sviluppare curiosità, empatia, autostima.

 

7Naturalmente la tecnologia ha un grosso ruolo da giocare in tutto ciò, in quanto consente a tutti di avere accesso alle informazioni e di collaborare sempre e ovunque.

Si tratta di un fattore decisamente facilitante.

 

Due importanti passaggi

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La pedagogia sta spostando il proprio focus dall’insegnamento all’apprendimento; una volta si vedeva l’insegnante come l’esperto, adesso lo vediamo soprattutto come colui o colei che facilita l’apprendimento; gli studenti erano soggetti passivi, adesso li consideriamo come soggetti attivi.

Cambia lo spazio che accoglie l’apprendimento.
L’innovazione negli approcci all’apprendimento ci porta, in base ad uno studio dell’OCSE, a questi risultati:

  1. una riaggregazione degli insegnanti, basata molto di più sulla collaborazione e sull’insegnamento;
  2. una riaggregazione degli studenti, ad esempio per gruppi di età diverse, per gruppi di dimensioni diverse;
  3. una riorganizzazione dei tempi;
  4. un ampliamento delle tipologie didattiche e pedagogiche, con modelli di apprendimento diversi, basati sul problem solving e sui progetti.

 

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2. COME CAMBIANO GLI AMBIENTI DI APPRENDIMENTO

Traduzione della pedagogia negli spazi

In che modo i nuovi modelli pedagogici e le differenziate esigenze di apprendimento possono tradursi in spazi diversi?
La tabella sotto ci dà delle idee in proposito: a sinistra abbiamo diversi modelli pedagogici e a destra le implicazioni che questi hanno sugli spazi, ossia sui modi in cui l’organizzazione dello spazio può andare incontro a tali esigenze, ad esempio come può consentire agli studenti di lavorare da soli, oppure insieme, o in spazi tranquilli che permettano loro di concentrarsi, o, ancora, in gruppi di lavoro professionali.

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Ora vi mostro esempi di organizzazione degli spazi e come queste esigenze prendono forma in una serie di setting diversi.

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In sintesi possiamo dire che oggi gli ambienti di apprendimento sono progettati per:

  • Incoraggiare l’interazione sociale
  • Essere inclusivi e centrati sullo studente
  • Riflettere i diversi modelli di apprendimento
  • Consentire la collaborazione

La progettazione degli edifici scolastici

Interconnettività

Per quanto riguarda la progettazione degli edifici scolastici, la tendenza è quella di creare interconnettività fisica fra gli spazi e questo procede in parallelo naturalmente con la interconnettività tecnologica, pensate al WiFi, una tecnologia che consente una maggiore collaborazione.

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Flessibilità

La flessibilità che ci interessa, cercando di essere cauto nell’uso di questo termine, serve a permettere cambiamenti nell’ambiente che utilizziamo, così, ad esempio, deve essere possibile spostare facilmente gli arredi per creare uno spazio più ampio o invece mettere una parete per creare spazi più piccoli.

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Trasparenza

Altra caratteristica interessante è la trasparenza: lasciare vedere l’ambiente di apprendimento anzichè nasconderlo dietro a pareti compatte. Si tratta di aprire gli spazi di apprendimento. Naturalmente questo solleva alcuni interrogativi per gli insegnanti, perché è come che siano su un palco, che siano in scena, visibili a tutti. Si impara comunque a non preoccuparsi di questa “trasparenza”.

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3. RIPENSARE L’USO DELLO SPAZIO: ALCUNI ESEMPI

Ora vi mostrerò una serie di istituti scolastici in varie parti del mondo che sono stati costruiti secondo i criteri innovativi che ho finora descritto

Northern Beaches Christian High School, Australia
La flessibilità resa più facile dagli arredi.

Nella scuola australiana Northern Beaches Christian High School, la cosa principale è la flessibilità, la possibilità di spostare gli arredi rapidamente e facilmente.

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Guardate le immagini e vedrete che le sedie e i tavoli sono dotati di ruote e quindi è molto facile per i ragazzi spostarli a seconda delle loro esigenze.

Sono gli studenti stessi che spostano gli arredi, risistemano e riorganizzano gli spazi e lo fanno all’istante, prima di cominciare la lezione. E’ incredibile con quanta rapidità si possano creare diversi setting, dalle configurazioni decisamente più convenzionali, dove tutti hanno l’attenzione puntata su uno schermo, a quelle più innovative.

South Harbour School, Copenhagen
Interconnettività tra gli spazi.

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In questa scuola a Copenaghen c’è una grossa interconnettività fra i diversi spazi.

Nell’atrio centrale c’è uno scalone, che non solo consente alle persone di muoversi e circolare liberamente, ma è anche un auditorium dove gli studenti possono raccogliersi la mattina.

Anche gli spazi esterni sono interessanti ed importanti, qui vedete una grande scalinata che scende nel porto.

Marshland School, Christchurch, Nuova Zelanda
Creazione di spazi mirati.

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Un’altra scuola interessante è la Marshall School in Nuova Zelanda, inaugurata nel 2016. E’ stata progettata come un grande Open Space, e hanno utilizzato dei divisori a indicare i diversi tipi di attività che si svolgono. L’idea è dunque quella di creare degli spazi mirati.

La difficoltà in questo grande spazio aperto è rappresentato dall’ acustica. Pensate cosa può succedere se due insegnanti lavorano con due gruppi di studenti adiacenti, di cui uno fa attività rumorose e l’altro invece ha bisogno di silenzio. Non è possibile ovviamente lavorare, la cosa si risolve con l’accordo e la collaborazione degli insegnanti al momento di progettare le attività.

Scuola Primaria West Thornton, Londra
Differenti sistemazioni creano diverse opportunità.

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Qui abbiamo una scuola primaria, un’ Academy, a Londra. Anche qui la stessa impostazione: ci sono gruppi di studenti che lavorano in spazi separati da divisori senza porte, ma le aree dove si svolgono determinate attività sono ben definite. In questa scuola l’ambiente non solo è molto interconnesso, trasparente, ma rende possibile l’apprendimento secondo modalità differenziate. E’ anche un tentativo di utilizzare l’edificio come “insegnante”, l’idea, cioè, che l’ambiente stesso possa costituire un mezzo di apprendimento. Si possono, ad esempio, fare misure, si può misurare la quantità di energia utilizzata, la quantità di luce, la quantità di spazio, ecc…

Victoria University. BVN Architecture
Spazi di apprendimento del futuro.

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Qui si sfidano i modi in cui si pensa all’uso dello spazio: gli interni sono concepiti come giganteschi album da disegno, si può scrivere sui muri, sul pavimento, sulle superfici dei tavoli.

C’è un uso altissimo della tecnologia per creare classi virtuali. Ci sono schermi e tecnologia che consentono di collegarsi con altre scuole nel Paese e nel resto del mondo. Gli studenti non hanno più bisogno di stare contemporaneamente nell’aula. Questo ovviamente pone una serie di quesiti sull’ insegnare in questo tipo di spazio, come farlo se gli studenti di una classe non stanno tutti nella stessa aula?

La scuola alimentata dalle “ maree” del Tamigi

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Non ho potuto fare a meno di mostrarvi questa immagine, perché ci riporta all’utilizzo dell’edificio scolastico come elemento di apprendimento. Qui ci troviamo sul Tamigi a Londra e l’idea è di sfruttare le diverse maree del fiume per generare energia. La scuola diventa essa stessa uno strumento di apprendimento, non solo in relazione all’uso dell’energia generata dal fiume, ma anche portando le lezioni sul fiume, collegando la scuola all’ambiente circostante.

La scuola laboratorio Khan, Mountain View, California
Un misto ibrido di scuola e laboratorio.

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Prima di concludere voglio farvi vedere questo edificio disegnato da Kurani. E’ un ambiente scolastico molto aperto e connesso, dove domina la tecnologia. E’ come un enorme laboratorio, la scuola stessa è un laboratorio. E’ molto interessante. Naturalmente si possono spostare gli arredi molto facilmente per ricreare continuamente degli spazi di apprendimento a seconda di quello che si vuole fare. Guardate, stanno scrivendo anche sulle pareti.

CONCLUSIONE

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Alla fine di questa rassegna, torniamo per un attimo a quella antica previsione delle classi del 2000 fatta più o meno all’inizio del 1900 e confrontiamola con una classe reale del 2005. Osservatele, e non potete negare che in fondo quella previsione ci aveva abbastanza azzeccato.

Ma alla fine che cosa cambia davvero? Possiamo apprendere ovunque, in ogni momento grazie alla tecnologia, ma anche gli antichi Greci potevano farlo con una tecnologia un po’ diversa, la tecnologia del tempo.

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Con questo voglio dire che per quanto riguarda l’utilizzo degli spazi di apprendimento, occorre innanzitutto capire e decidere che cosa si vuole fare e quindi sperimentare gli ambienti più idonei a conseguire gli obiettivi dati. Certo è che ci vuole un ambiente fisico adatto a rendere tutto questo possibile.

Grazie.

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