Signore e signori, amici italiani, mi dispiace di non poter partecipare di persona alla conferenza.
Quello che dirò è la mia esperienza personale, e sono sicuro che alcune di queste cose vi saranno familiari. Se è così, ne sono felice. Il titolo della mia presentazione è “Il cuore dell’educazione”.
L’agency dello studente
Comincerò con la nozione di agency dello studente, e permettetemi di iniziare con una piccola storia, che mi è successa.
Tre giovani, nella stessa settimana, nel 2023, mi hanno detto la stessa cosa: “Questo è il mio ultimo giorno di lavoro”.
Significa che vogliono cambiare. Stanno lasciando il lavoro.
- Ho chiesto: “Cambi lavoro?”
- No
- Non sei contento del tuo lavoro?
- No, sono molto felice e grato.
- Hai l’impressione di non riuscire?
- No, i miei progetti hanno tutti molto successo.
- Allora perché lasci il lavoro?
- Penso di aver fatto lo stesso lavoro per troppo tempo.
- Da quanto tempo?
- 2 anni e mezzo, 3 anni, 2 anni e mezzo.
Hanno detto tutti e tre la stessa cosa: “È il momento di fare una pausa e pensare a che cosa fare dopo”.
Quando persone della nostra generazione sentono questo, dicono che è ridicolo, che questi giovani non sanno che cosa stanno facendo. Ma i più giovani, quando sentono questa cosa, fanno cenno di sì con la testa e dicono: “Bravissimi! Sanno scegliere quello che vogliono e hanno il controllo sulla propria vita”.
Questo è ciò che sta accadendo. Ed è solo la punta dell’iceberg.
- Si cambiano spesso lavoro e carriera.
- I contratti si accorciano e si allentano.
- Ci sono molte persone che lasciano il lavoro dopo due anni per viaggiare, praticare il buddismo, …andare in Africa.
- Alcuni fondano startup, diventano freelance.
- Alcuni diventano YouTuber e fanno vendite online.
- E alcuni diventano slasher. Cioè, fanno molte cose allo stesso tempo.
Le persone sono cambiate. Sono meno legate a posti di lavoro e occupazioni. Sono meno legate a carriere specifiche.
E sono meno fedeli alle organizzazioni.
Che cosa si evince da tutto questo? Si parla di generazione post-materialista. Ma i giovani non stanno cambiando la propria ideologia. Piuttosto riflettono una società frammentata con un ambiente di lavoro individualizzato. Vogliono scegliere. Vogliono avere una vita ideale. Vogliono essere padroni di se stessi. Questo è ciò che chiamiamo AGENCY.
La mia domanda è: la nostra generazione sta sviluppando correttamente l’agency degli studenti?
Devo dire che temo che la vita degli studenti sia come un menu fisso. Si stabiliscono per loro i contenuti, le modalità di apprendimento con competenze specifiche e predeterminate, seguendo il programma di studi prescritto, attenendosi ai risultati degli esami. Sì, studiano, ma non sono protagonisti del loro apprendimento. Imparano in base a esami e curricoli prestabiliti.
Quindi direi che la mia cartina al tornasole per valutare qualsiasi riforma è vedere se restituisce l’apprendimento agli studenti. Cioè, occorre lasciare che gli studenti siano artefici del loro apprendimento. Lasciare che gli studenti siano padroni della propria vita.
Vi fornirò alcuni esempi di come si possa fare questo.
A proposito del curricolo e dei contenuti, il primo esempio è una pratica molto diffusa: le classi capovolte. Significa che agli studenti vengono assegnate letture prima della lezione, in modo che l’apprendimento non inizi solo con le parole degli insegnanti. Ho visto una scuola in Cina in cui gli insegnanti danno agli studenti un elenco di domande impegnative per assicurarsi che riflettano prima di iniziare il processo di apprendimento.
Posso anche fornirvi alcuni esempi in cui si utilizza l’Intelligenza Artificiale. Gli insegnanti possono dire agli studenti, ad esempio, di quarta primaria: “Domani ci sarà una lezione sulla trasmissione del calore. Per favore, scoprite questo argomento con l’Intelligenza Artificiale”. Oppure in una scuola superiore, nel grado 10, l’insegnante dice: “Trovate quello che potete sui P value in chimica o in biologia.” Oppure in terza elementare, gli insegnanti chiedono agli studenti di mettersi alla prova con le addizioni e le sottrazioni con le frazioni. Anche in questo caso, si tratta di far iniziare il processo agli studenti.

Ma si può fare lo stesso con la fase conclusiva del processo di apprendimento. Per esempio, la correzione, come nel caso in cui sono gli studenti a correggere i loro compiti. Questa immagine proviene da una scuola primaria di Akita, nel Giappone nord-orientale: a sinistra, ci sono i compiti, che sono componimenti fatti da uno studente di terza primaria; poi c’è un primo postit con il commento del compito da parte di uno studente di quinta primaria; e poi c’è un secondo postit, con il commento di uno studente di sesta, sempre al compito dello studente di terza. Alla fine, in un secondo momento, lo studente di terza primaria si darà il proprio feedback.
È un buon esempio di come gli studenti possono gestire il proprio lavoro, l’apprendimento e la valutazione. Questo approccio si può estendere chiedendo agli studenti di scrivere ogni giorno un diario, con un intervento di autocorrezione minimo, perché la correzione non sempre migliora la scrittura. La scrittura si migliora scrivendo di più, anche interagendo con l’Intelligenza Artificiale.
Un altro esempio riguarda il trio studente-insegnante-Intelligenza Artificiale. Si possono utilizzare materiali didattici generati dall’Intelligenza Artificiale, o visualizzazioni, ma anche risultati dell’apprendimento, generati dall’IA e così via. Non è questione di Intelligenza Artificiale a supporto degli insegnanti o che aiuta gli studenti. Si tratta di utilizzare l’Intelligenza Artificiale come parte del processo di apprendimento.

Sempre a proposito di valutazione, ci sono anche esempi per i casi in cui la valutazione non avviene con carta e matita, ma attraverso delle performance. Questo è particolarmente facile per le materie umanistiche. Nell’immagine vedete una scuola in cui gli studenti si esibiscono ogni settimana in una performance poetica, per mostrare agli altri ciò che hanno imparato, mostrando al pubblico le emozioni suscitate dalle poesie.
Oppure può trattarsi di attività che vanno oltre il curricolo. Per esempio, in una scuola gli studenti di terza primaria hanno messo in scena una rappresentazione teatrale dei Tre Porcellini. È un’attività autogestita, che richiede pochissimo intervento da parte degli insegnanti, e permette agli studenti di sviluppare molte nuove idee e persino nuove storie durante la rappresentazione. Il punto fondamentale è che imparino ad apprendere.
Gli studenti dovrebbero essere artefici del loro apprendimento, e questo è stato lo slogan durante riforme dei curricoli nella Cina continentale e a Hong Kong.
Quando si parla di agency degli studenti, non è una questione politica. Non è nemmeno un tipo di pedagogia, perché l’apprendimento avviene nel cervello del singolo individuo. La scienza dell’apprendimento ci dice che costruiamo la nostra conoscenza dando un senso al mondo esterno. L’apprendimento in generale deve partire dalla mente dello studente, dalle sue percezioni. È quindi essenziale restituire l’apprendimento agli studenti.
Lasciamo che siano loro i protagonisti del proprio apprendimento. Ma questo richiede fiducia ed empatia da parte degli insegnanti. Gli insegnanti devono capire come gli studenti apprendono e collaborare con loro durante il processo di apprendimento come co-learners, rendendo il processo un co-apprendimento. Questo è il mio primo contributo oggi.
Oltre conoscenze e abilità
Il mio secondo contributo è: che cosa possiamo dire di ciò che va oltre conoscenze e abilità?
Posso mostrarvi un famoso documento statunitense sulle competenze del XXI secolo, pubblicato negli ultimi anni del secolo scorso.

Le tre R rappresentano le competenze tradizionali, le quattro C sono le nuove competenze richieste, e così via. Ma si tratta fondamentalmente di competenze per garantire la riuscita nel mondo del lavoro, per i lavori del XXI secolo.
Se confrontiamo questo modello con quello delle competenze del XXI secolo messo a punto a Singapore, notiamo che le abilità sono simili, ma con una differenza sostanziale. Nello schema sono inclusi sei valori fondamentali: rispetto, responsabilità, resilienza, integrità, cura e armonia.

L’obiettivo è formare persone che sono sicure di sé, autonome nell’apprendimento, cittadini attivi e consapevoli. Persona e valori sono al centro delle competenze del XXI secolo a Singapore. E questa prospettiva è molto diversa dal modello statunitense delle twenty-first century skills.
Ora, vorrei darvi alcuni esempi di come i valori possono essere parte dell’apprendimento degli studenti.
Il primo esempio è quello di una scuola primaria e riguarda un uovo, un uovo di gallina. Agli studenti viene dato un uovo di cui prendersi cura per un’intera settimana. Lo seguono come se fosse un figlio. E ogni giorno scrivono un diario dedicato all’uovo.
Purtroppo, a una bambina succede che l’uovo si rompe. Ma invece di darle un uovo nuovo, deve affrontare il modo in cui interagisce con l’uovo rotto.
Questo esempio è molto interessante perché quando l’insegnante ha chiesto “Perché vi preoccupate così tanto dell’uovo? Gli studenti hanno risposto: perché è vivo. E quindi questa proposta è un’esperienza di educazione alla vita.
Un altro esempio riguarda gli insegnanti in una scuola nel cui motto c’è la parola “cura”. Ma gli insegnanti sanno che cosa significa prendersi cura? Che cos’è la cura? La scuola ha ideato un processo in cui gli insegnanti, durante una riunione, scelgono un partner anonimo, e diventano il suo angelo custode. Per tutto il mese successivo, ogni giorno, il compagno anonimo riceverà cure, biglietti, regali, parole di conforto e così via. È un modo concreto per imparare a prendersi cura dell’altro.
Nella concezione educativa cinese è inclusa quella che chiamano “morale”, intesa come una delle cinque dimensioni dell’educazione: morale, intellettuale, fisica, sociale ed estetica. In questo contesto, con “morale” si intendono tutti gli aspetti etici del rapporto con gli altri.
Ecco un esempio di proposta educativa che tocca questa dimensione, in una scuola di Hong Kong. Gli studenti prendono la scuola come centro e tracciano un cerchio di un chilometro e mezzo, che considerano il loro “cerchio di apprendimento esperienziale”. Gli studenti si prendono cura di tutto quello che rientra nel loro cerchio di apprendimento: acqua, aria, inquinamento, persone anziane e così via.
Ecco un altro esempio: durante la pandemia, agli studenti è assegnato un progetto per la comunità, con l’obiettivo di aiutarla attraverso il design thinking. Hanno iniziato a esaminare la comunità e hanno scoperto che potevano aiutare le persone non vedenti, sviluppando una serie di protocolli di assistenza e anche un mezzo di comunicazione per diffonderli.

Un’altra scuola ha creato un “Gerontech Park”, uno spazio dove gli studenti si prendono cura degli anziani, sia all’interno sia all’esterno del campus. Il preside ha detto agli studenti: “Questi anziani sono sia i vostri clienti che i vostri insegnanti, perché rappresenteranno la maggioranza della popolazione nel prossimo futuro”.
E voglio raccontarvi ancora un’altra storia. Riguarda una ONG della Cina continentale che si chiama “A dream”, “Un sogno”.
Gli studenti delle zone rurali non hanno sogni. Anche se devono seguire i programmi e gli esami previsti per la città, alcuni di loro non riescono ad arrivare nemmeno alle scuole superiori.
Per questo la fondazione “A dream”, raccoglie fondi e cerca di iniziare a dare loro dei sogni. La prima cosa che fanno è creare, in una scuola di villaggio o rurale, una stanza particolarmente ben attrezzata, dove gli studenti possono accedere alla tecnologia moderna e connettersi al mondo esterno.
Oggi in Cina ci sono oltre 6.000 scuole sostenute esclusivamente grazie a questa organizzazione filantropica. Gli studenti che frequentano queste scuole hanno accesso a un “curricolo dei sogni” e vengono incoraggiati a viaggiare in posti lontani, ma raccogliendo loro stessi i fondi per il loro viaggio. Tutto questo serve a capire come prendersi cura degli altri.
Ma per me la sfida più grande, è che l’educazione non riguarda solo la vita economica. Non si tratta solo di trovare lavoro. Il mondo è segnato da ostilità, odio, indifferenza. Ovunque ci sono inganni, furti e abusi di ogni tipo. In tutto il mondo le persone vivono sentimenti di frustrazione, depressione, confusione, disperazione. È necessario riflettere.
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Queste immagini mostrano l’inquinamento, conseguenza dello sfruttamento indiscriminato delle risorse, rapine da parte di bande, come questa a Oakland, in California, tossicodipendenti, un bambino prima e dopo l’attacco a Gaza. Ha perso metà del suo peso.
L’educazione può chiudere gli occhi davanti a tutto questo e dire: “Non sono affari miei”? Che cosa c’entra tutto questo con me?
Ma quando la guerra non porta alla giustizia, quando la legge non rafforza l’integrità e quando la punizione non risveglia la coscienza umana, tutti questi mezzi negativi non possono sostituire l’effetto positivo dell’educazione.
L’educazione è chiamata anche a preparare gli esseri umani, non semplici “risorse umane”, creando un ambiente di valori positivi e consentendo alle persone di apprezzare le differenze culturali. L’educazione ha la responsabilità unica di aprire le menti delle persone per un mondo migliore in una nuova era. E credo che questo sia un grande messaggio per l’educazione. Questo è quello che volevo condividere con voi.
Grazie per la vostra attenzione.



