Per una nuova narrazione della scuola

La proposta è quella di raccontarci (difficoltà e fallimenti inclusi), condividere la nostra esperienza di insegnanti, dirigenti, ricercatori o docenti universitari, comunicando l’enorme senso che c’è nell’agire quotidiano della scuola, così da evidenziarlo per noi stessi e moltiplicarlo attraverso gli altri. ADi vi invita caldamente a scrivere e condividere le vostre storie che testimoniano il senso della scuola, storie che hanno il potere di cambiare il modo di pensare, percepire e agire nella scuola.

Idealmente dovreste leggere questo incipit, appoggiare la penna sul foglio, lasciare fluire le parole come vengono e continuare a scrivere fino a quando sentite di aver comunicato il cuore di quell’esperienza.

Inviateci poi il racconto all’indirizzo adi.segreteria@gmail.com indicando nell’oggetto “Racconto di una volta in cui ho sentito il senso del mio lavoro” unitamente alla liberatoria scaricabile da qui: liberatoria. L’intenzione è quella di pubblicarne il più gran numero in un e-book sul nostro sito, con l’aiuto di un gruppo di curatori.

Trasformare la narrazione sulla scuola. Era uno dei temi portanti al centro del nostro seminario di Bologna del 2024.

  • Ci ha parlato in modo magistrale della narrazione Paolo Jedlowsky, che ha detto – tra le tante cose – che raccontare serve a noi stessi a elaborare la nostra esperienza, ci aiuta a “vederla meglio”, e presupponendo un destinatario che la riceve, è necessariamente un’interazione, crea un rapporto. E subito dopo Clelia Tollot ci ha proposto una micro-esperienza di narrazione autobiografica.
  • Kiran Sethi ha ribadito che troppo poco si racconta quello che succede nella scuola e che proprio il condividere/share è una fase essenziale quando si vuole progettare e realizzare il cambiamento. Altrimenti – e questo lo aggiungiamo noi – si rischia che il cambiamento sia guidato da narrazioni che si focalizzano su quello che non va, cioè sia guidato dalla paura, piuttosto che dalla speranza.
  • E poi abbiamo ascoltato storie straordinarie. Kiran Sethi ci ha raccontato qualcosa della Riverside School di Ahmedabad, una scuola pluripremiata in cui gli studenti crescono in una cultura dell’empowerment, diplomandosi come cittadini responsabili con la mentalità dell’ ”I CAN”. E Andria Zafirakou, vincitrice nel 2018 del Global Teacher Price, ci ha raccontato storie che mostrano la potenza trasformativa dell’insegnamento dell’arte, quando si punta a raggiungere e valorizzare anche gli studenti più fragili.

Gli studi di neurobiologia dello story telling (Paul Zak) hanno dimostrato che quando ascoltiamo una “buona storia”, il nostro cervello produce, tra il resto, ossitocina. Un ormone che ha effetti antistress e prosociali, motivando alla cooperazione.

Howard Gardner, nel suo libro Leading Mind, sostiene e mostra che quella di raccontare storie, storie vere, in cui in qualche modo ci siamo dentro anche noi, è una caratteristica essenziale dei buoni leader.

Raccontiamo “buone storie”, allora, e condividiamole qui.

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