
Quello che dovrebbe essere chiaro, ma purtroppo non lo è, è che qualsiasi revisione della legge 124/99 e successive modificazioni dovrebbe andare in direzione nuova. In sostanza, dovrebbe essere una legge che mette fine, per quanto gradualmente, al sistema del precariato, e non ridursi ad aggiustare dei punteggi e a prevedere ulteriori sanatorie che vanno ad infittire anziché snellire le file del precariato.
In questo é indispensabile ridefinire le finalità e gli obiettivi del mercato del lavoro della scuola, ancora prima di studiare le modalità e le procedure di selezione.
E tali obiettivi potrebbero essere questi:
ridurre il precariato a una percentuale "fisiologica " ed evitare il suo riprodursi;
favorire l'ingresso di personale insegnante che abbia caratteristiche sia culturali che professionali pertinenti con lo sviluppo di un sistema scolastico moderno e con il profilo e gli standard di un insegnante adeguato alle sfide del nuovo secolo;
abbreviare i tempi tra l'acquisizione del titolo di specializzazione e l'assunzione a tempo indeterminato;
valorizzare l'autonomia e la responsabilità gestionale delle scuole o delle reti di scuola;
cogliere l'occasione della revisione del sistema di reclutamento, per attuare gradualmente il dettato costituzionale, che prevede il decentramento alle Regioni dell'amministrazione del sistema scolastico.