I principali difetti del concorso tradizionale

Infatti, nei concorsi tuttora in vigore nella scuola:
le prove si basano esclusivamente sull'accertamento delle conoscenze disciplinari, non sulle effettive capacità professionali dei concorrenti. Dato che il concorso viene bandito senza una preventiva definizione del profilo professionale che si vuole selezionare, l'accesso a questa modalità selettiva non è preceduto da alcuna autoselezione dei candidati. In sostanza, poiché nessuno sa effettivamente che cosa si chiede di fare al futuro insegnante, i candidati non si confrontano con le loro attitudini e i loro progetti;
i tempi di effettuazione - come dimostra l'esperienza del passato - sono molto lunghi . Quando interessa centinaia di migliaia di concorrenti (nel 1999, le domande per il concorso sono state più di 1.500.000) risulta inefficiente e fonte di contenzioso e conflitti, molto costosi per l'amministrazione e per gli stessi concorrenti;
le commissioni non sono composte da specialisti della selezione , ma da insegnanti non selezionati né preparati a questo compito;
la selezione non si basa su criteri uniformi . Le commissioni non hanno né la preparazione né l'obbligo di coordinare i criteri di valutazione, per cui il tasso di selezione è abbastanza casuale, e può andare da un estremo all'altro: tutti promossi, tutti bocciati;
le modalità di svolgimento e le procedure sono poco formalizzate e riguardano soprattutto gli aspetti giuridici più che quelli tecnici e professionali, per cui la selezione riesce difficilmente a scegliere i migliori tra i concorrenti .
Infine, va sottolineato il limite meno conosciuto, che ha effetti negativi su tutta la carriera del vincitore. Il concorso infatti richiede un grande sforzo individuale (economico, culturale, sociale - vi è spesso coinvolta l'intera famiglia e la parentela - , fisico e psicologico), che viene percepito come il momento unico e definitivo per ottenere il posto, piuttosto che l'inizio di una carriera che richiederà altri momenti di valutazione, di impegno, di formazione e di aggiornamento continui. Il concorso, in sostanza, si adatta ad una professione concepita come statica e senza sviluppo (Tab. 3).
Con questi difetti, il concorso è stato utilizzato con una periodicità abbastanza casuale, senza alcun rapporto razionale con la domanda effettiva di posti. Più spesso è stato sostituito, come si è visto da sanatorie, cioè brevi corsi di formazione riservati a coloro che avevano già effettuato un periodo più o meno lungo di supplenza, alla fine della quale vi era l'assunzione.
Ciò è avvenuto anche con la 124, che prevedeva l'indizione di un concorso ordinario ogni triennio.
|
---|