La valutazione come apprendimento: prospettive dal IX Seminario INVALSI

di Chiara Tamanini

Da vari anni l’INVALSI, accanto alla funzione fondamentale di offrire alle scuole e ai decisori politici informazioni sui risultati degli studenti in Italiano, Matematica e Inglese a livello di singola scuola e a livello nazionale, di macroarea e regionale, si è posto, in coerenza con il suo Statuto[1], anche l’obiettivo di fornire alle scuole dati rivolti alla comprensione delle dinamiche interne alle scuole, di arricchire e divulgare gli strumenti statistici per comprenderli[2], nonché le risorse formative per interpretare il significato didattico della valutazione. Lo scopo è quello di favorire riflessioni fondate sui dati circa i percorsi di insegnamento e apprendimento. In questa ottica il IX Seminario “I dati del e per il sistema educativo: strumenti per la ricerca e la didattica” il Servizio statistico INVALSI, coordinato da Patrizia Falzetti (Roma, 17 – 19 ottobre 2024), ha dedicato un’ampia sezione alla Didattica accanto al tradizionale settore della Ricerca. La motivazione addotta è che “valutazione non vuole dire solo misurazione standardizzata dei livelli di apprendimento, ma anche riflessione e confronto sulle sue funzioni e sulle sue potenzialità in relazione alle pratiche e agli strumenti attraverso cui il sistema scolastico riesce a svolgere la sua missione educativa e formativa[3].” Ciò ha consentito un’ampia partecipazione del mondo della scuola.

I temi proposti per l’area Didattica sono stati 14 e ciò ha favorito la selezione e presentazione di numerosi contributi – precisamente 68 – di insegnanti, formatori e ricercatori, anche appartenenti allo stesso INVALSI. Le relazioni, pur con riferimento ad argomenti, obiettivi e metodologie di ricerca differenziati, hanno avuto come punti in comune l’insistenza sull’importanza di superare il tracing to the test che si pratica ancora nelle scuole e di aumentare la consapevolezza nei docenti, negli studenti e nelle famiglie della valenza delle prove nazionali. I relatori hanno evidenziato che un uso consapevole dei dati delle prove e dei loro framework possono promuovere competenze nella comprensione della lettura, nelle attività di argomentare e risolvere problemi in matematica e nel reading e listening in inglese. La prospettiva è dunque quella di una valutazione formativa con l’inevitabile riferimento a una didattica attiva basata su pratiche laboratoriali, sul Problem Based Learning, sull’apprendimento cooperativo, sull’apprendimento a partire dagli errori, sui percorsi di ricerca-azione, sull’autovalutazione e sull’apprendere ad apprendere. Vari interventi hanno sottolineato l’importanza della personalizzazione degli interventi educativi e delle strategie inclusive. In particolare, da diversi docenti e ricercatori sono state presentate proposte per far fronte alla dispersione implicita e ai divari negli apprendimenti degli alunni e alunne del Sud. I richiami a progetti e formazioni realizzate con i fondi PNRR è stato frequente.

Le sessioni parallele relative all’autovalutazione, alla valutazione esterna e al Sistema Nazionale di Valutazione coordinate da Michela Freddano – che è stata anche l’organizzatrice dell’intera sezione Didattica del seminario – sono state partecipate e il percorso interno ed esterno di valutazione delle scuole è stato generalmente apprezzato. Tuttavia, nella sessione plenaria dedicata allo stesso tema si sono evidenziate tutte le difficoltà attuali relative alla prosecuzione dell’attività del SNV[4]. Con riferimento ai processi innovativi delle scuole messi in luce anche dalla rendicontazione sociale (accountability) prevista dall’ultima fase del Sistema Nazionale di Valutazione è stato presentato il volume Valutare i processi di innovazione nella scuola che presenta i risultati di uno studio condotto da ricercatrici INDIRE su un campione di scuole secondarie di secondo grado aderenti al Movimento delle Avanguardie Educative. Il libro mira a capire quali siano le caratteristiche della scuola che promuovono processi di innovazione a livello organizzativo e didattico e quali siano le ricadute percepite da docenti, dirigenti, studenti e famiglie rispetto all’attivazione di tali cambiamenti[5].

La sesta sessione ha avuto come focus la transizione digitale e la relazione tra valutazione e competenze digitali con interventi sull’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale nei processi valutativi in particolare di matematica e in generale nei processi di apprendimento. Il tema è cruciale anche in riferimento alla recente somministrazione nel maggio 2025 di una prova standardizzata sperimentale per la misurazione delle competenze digitali, compilata in prima battura solo dalle classi campione del grado 10, cioè dalle classi seconde della scuola secondaria di secondo grado (Linea di Ricerca “DIGCOMP.MIS”)[6]. INVALSI è impegnata da vari anni nella promozione e valutazione della digital literacy in particolare a partire dall’emergenza pandemica durante cui le scuole sono ricorse massicciamente alla didattica a distanza. Tale esigenza è diventata ancora più urgente di fronte all’ impetuoso sviluppo dell’intelligenza artificiale (IA) e dei chatbot che stanno trasformando profondamente l’ambito educativo, il lavoro e l’economia globale. L’ultima rilevazione internazionale sulle competenze digitali IEA-ICILS 2023 (International Computer and Information Literacy Study), presentata a novembre 2024 da INVALSI, ha mostrato tra l’altro come “al di là delle considerazioni che si possono fare basandosi sui dati medi, l’Italia abbia comunque risultati più bassi di quelli degli altri Paesi europei con un analogo livello di sviluppo”[7]. In tale contesto “senza adeguate competenze digitali le persone perderanno nei fatti la possibilità reale di esercitare i loro diritti di cittadinanza e si troveranno esposte a rischi di marginalità o di fragilità molto seri”. La citazione è tratta dal volume di Roberto Ricci Le competenze digitali nella scuola un ponte tra passato e futuro presentato e discusso durante il seminario[8]. Il volume prende in esame i documenti fondamentali prodotti dalla Commission Europea sulle competenze digitali: DigComp 2.2, DigCompEdu, DigCompOrg e offre un quadro utile e completo sul tema della transizione digitale per i cittadini, i docenti e per la scuola in generale.

Un’affollata sessione plenaria è stata dedicata alla presentazione da parte di P. Barabanti e M. Marsilli di una nuova piattaforma che accompagna la restituzione alle scuole dei dati delle prove INVALSI nell’ottica di offrire ai dirigenti e ai docenti un servizio aggiornato e più vicino alle esigenze di personalizzazione, interazione, e navigazione degli esiti analitici delle prove. Il format, elaborato in modo interdisciplinare da ricercatori e tecnici, è attivo già dall’anno scolastico 2024/25 ed è sottoposto a un iniziale monitoraggio.

La plenaria di apertura del seminario è stata dedicata, non a caso e come una sorta leitmotiv fondamentale, al tema dell’utilizzo didattico ed educativo della valutazione. Maria Teresa Siniscalco, esperta nella costruzione di prove INVALSI di italiano per la Primaria, oltre che attuale Presidente ADi, ha dedicato il suo contributo a una delle competenze trasversali per eccellenza e cioè alla comprensione della lettura e alle inferenze con riferimento ai dati delle prove nazionali. Dopo avere illustrato i Framework PISA 2018, PIRLS 2021 e gli attuali INVALSI, la relatrice ha indagato, coinvolgendo attivamente il pubblico, il significato profondo della capacità di comprendere un testo. A tale scopo puntato l’attenzione sulle richieste di inferenza che i testi comportano e le diverse tipologie di inferenza sia con riferimenti teorici, sia con esempi di domande riferite alle prove della scuola Primaria. Ne ha ricavato, quindi, indicazioni didattiche per l’insegnamento e l’apprendimento della comprensione della lettura, mostrando come i processi inferenziali implicati dalla comprensione del testo comportano un’attività costruttiva in una interazione circolare tra lettore e materiale scritto. La comprensione della lettura richiede un’immersione profonda e lenta nel testo, l’individuazione delle sue relazioni interne ed esterne, la capacità di coglierne il non detto e il senso generale. Si tratta di procedure di problem solving con molti aspetti in comune rispetto ai processi di risoluzione dei problemi di matematica e richiedono la disponibilità a impegnarsi di fronte alle difficoltà e agli ostacoli, di procedere per prove ed errori e di sviluppare un’attitudine interpretativa e metacognitiva.

In sintonia con il precedente intervento, Annamaria Ajello, già Presidente INVALSI e professoressa ordinaria di Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione presso l’Università Sapienza di Roma, ha mostrato, con esempi e riferimenti ad alcuni aspetti del dibattito sulla valutazione in Italia, nonché alle teorie dell’apprendimento più avanzante come l’apprendistato cognitivo e la teoria dell’apprendimento sociale, che la valutazione ha senso solo in stretta connessione con l’apprendimento e con la motivazione a imparare. Rendere trasparente tale legame agli insegnanti e agli studenti è di fondamentale importanza. Nel denso contributo la relatrice ha spiegato che ogni modalità di valutazione è collegata a precise concezioni dell’apprendimento. Nello specifico l’apprendimento di tipo trasmissivo basato sul circuito “lezione, ascolto, memorizzazione su richiesta” proposto ancora nelle nostre classi, fa riferimento a una concezione depotenziata dell’imparare in quanto concepito come decontestualizzato e rivolto ad alunni intesi come ricevitori a-corporei e per lo più passivi. All’opposto, un tipo di apprendimento che prospetta situazioni complesse gestite in modo relazionale e dinamico, richiede un coinvolgimento attivo degli studenti in compiti di elaborazione cognitiva e di problem solving. La concezione trasmissiva dell’apprendimento è legata a un tipo di valutazione a sua volta statica, che può portare gli alunni valutati negativamente a vivere il giudizio come fallimento personale e a provocare un rifiuto verso una disciplina o la scuola, generando un “danno di motivazione”. La seconda concezione della valutazione come percorso costruttivo e relazionale riesce a dare un senso al giudizio e a dare motivazione all’imparare, alla promozione di competenze e di processi di crescita positiva. “Imparare a valutare per continuare a imparare” è il titolo dell’intervento di A. Ajello nel senso che la valutazione è un’attività che si impara in quanto collegata a una circolarità positiva con la motivazione ad apprendere, in una prospettiva che ha valore non solo in ambito scolastico, ma in generale in un’ottica di life long learning.

La partecipazione delle scuole alla sezione dedicata alla Didattica del seminario INVALSI, accanto all’importante settore della Ricerca, sembra una possibilità promettente per insegnanti e scuole per partecipare in modo attivo, presentando i risultati dei loro percorsi di ricerca-azione basati sui dati INVALSI. Il prossimo Seminario “I dati del e per il sistema educativo: strumenti per la ricerca e la didattica” sarà il decimo e si terrà nel novembre 2025.

 

 

Riferimenti

Tutte le relazioni relative alla Didattica del IX Seminario INVALSI “I dati per il sistema educativo, strumenti per la ricerca e la didattica”, accompagnate da video e slide, si trovano al link: https://serviziostatistico.invalsi.it/wp-content/uploads/2025/03/Programma_slide-video_IX_Seminario_Didattica.pdf .

 

[1] https://www.invalsi.it/amm_trasp/documenti/attigenerali/Statuto_Invalsi_Post_Decreto_218.pdf .

[2] Significativi in questa direzione sono sia i tutorial per la lettura dei dati costantemente arricchiti e rinnovati che accompagnano la restituzione annuale alle scuole delle rilevazioni sugli apprendimenti, sia percorsi formativi per ogni grado scolastico erogati ogni anno ai docenti su “I dati INVALSI per un uso informativo, formativo e per il miglioramento”.

[3] https://serviziostatistico.invalsi.it/evento/ix-seminario-i-dati-del-e-per-il-sistema-educativo-strumenti-per-la-ricerca-e-la-didattica/#sessioni.

[4] Si veda in proposito l’articolo di T. Pedrizzi “Dal IX Seminario INVALSI – I dati per il sistema educativo: strumenti per la ricerca” in https://adiscuola.it/pubblicazioni/una-riflessione-dal-ix-seminario-invalsi-2024/.

[5] S. Mori, F. Rossi, F. Storai, V. Toci, Valutare i processi di innovazione nella scuola, 2024, F. Angeli; il volume è scaricabile dal sito https://series.francoangeli.it/index.php/oa/catalog/book/1173 .

[6] Per una sintesi del framework della prova si veda il numero 40 del marzo 2025 della Newsletter del Servizio Statistico invalsi al link https://serviziostatistico.invalsi.it/wp-content/uploads/2025/03/N-40-Newsletter-Servizio-Statistico-INVALSI.pdf .

[7] C. Tamanini, Presentati da INVALSI i risultati italiani dell’’indagine internazionale IEA-ICILS, in https://adiscuola.it/pubblicazioni/presentati-da-invalsi-i-risultati-italiani-dellindagine-internazionale-iea-icils/

[8] R. Ricci, Le competenze digitali nella scuola un ponte tra passato e futuro, Il Mulino (2024), p 332.

ADi