LA SCUOLA NELLA LEGGE DI BILANCIO 2025 E NELLE DICHIARAZIONI DEL MINISTRO VALDITARA

a cura di ADi

INTRODUZIONE

 

Il bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2025 e quello pluriennale per il triennio 2025-2027 sono stati varati con la Legge 30 dicembre 2024, n. 207, nella quale le misure specifiche per la scuola sono contenute in 13 commi consecutivi dell’art. 1, dal 565 al 578, a cui se ne aggiungono altri connessi all’istruzione sempre entro l’art.1.

Alcuni dei temi affrontati sono, a nostro avviso, significativi e ambiziosi, per quanto incerta e contraddittoria rimanga la loro realizzazione. Ci riferiamo in particolare ai campus tecnologici e professionali con la filiera 4+2, all’educazione sessuale e affettiva, alla promozione delle discipline STEM, oltre alle recenti dichiarazioni del Ministro Valditara sul miglioramento dell’iniziale riforma deldocente stabilmente incentivato’, che in qualche modo prelude a una diversificazione della carriera docente con la creazione di una leadership intermedia.

Si tratta di temi che ADi sostiene da sempre. Per questo nelle analisi e nei commenti che ci accingiamo a fare tenteremo di supportarne un’efficace prospettiva, entrando nel merito di ciascuno, avanzando proposte ed evitando, come troppo spesso avviene, di evidenziarne solo i limiti o, al contrario, di lodarne senza riserve “le magnifiche sorti e progressive”.

 

LE SINGOLE MISURE: CONTENUTO E COMMENTO

Di seguito la sintesi di tutti i commi della Legge di bilancio 2025 che riguardano la scuola e alcuni commenti dei più significativi, nonché delle recenti dichiarazioni del Ministro Valditara sulla riforma del ‘docente stabilmente incentivato’, tema su cui si ritornerà in modo più esaustivo, considerata l’importanza che ADi da sempre attribuisce a tale questione.

Fondo per il Contrasto della Povertà Alimentare nella scuola primaria (Art. 1 comma 105)

È istituito il «Fondo per il contrasto della povertà alimentare a scuola», con una dotazione di 500.000 euro per ciascuno degli anni 2025 e 2026 e di 1 milione di euro annui a decorrere dall’anno 2027, da ripartire tra i comuni, individuati con successivo decreto. Il Fondo è destinato a contributi in favore di nuclei familiari che, a causa di condizioni oggettive di impoverimento, non riescano a pagare le rette per la refezione scolastica nelle scuole primarie.

Questa misura richiama inevitabilmente il tema più generale della diffusione delle mense scolastiche sia per garantire a bambini e bambine, soprattutto a quelli in condizioni di maggior bisogno, il consumo di almeno un pasto sano ed equilibrato al giorno, sia per consentire lo sviluppo del tempo pieno in particolare nella scuola primaria. Dai dati più recenti pubblicati dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, si rileva che ha accesso al servizio mensa solo il 55,2% degli alunni e delle alunne della scuola primaria con le usuali enormi disparità fra Nord e Sud (dal 91% di Trento al 10% di Palermo di accesso alla mensa nel 1° ciclo). Il PNRR ha stanziato notevoli fondi per le mense e il tempo pieno e il 50% degli interventi in graduatoria è localizzato nel Mezzogiorno, a cui è andato il 41% circa dei quasi 455 milioni di euro stanziati per i progetti ammessi. Il superamento di tale disparità non sta, allora, nei finanziamenti per la creazione delle mense, ciò che manca è soprattutto la capacità dei Comuni di offrire un servizio efficace ed efficiente e un lavoro sinergico con l’organizzazione scolastica per promuovere il tempo pieno. A questo si somma sicuramente la questione del costo della refezione, che rende oggi più che mai indispensabile garantire la gratuità del pasto a un numero crescente di bambini/e che si trovano in condizioni socioeconomiche di grave disagio o di vera e propria povertà. In conclusione, la misura avviata dalla legge di bilancio 2025, per quanto lodevole, va inquadrata in questa prospettiva più ampia e monitorata attraverso l’adozione di LEP sulla mensa e il tempo pieno per la scuola primaria.

Fondo per la Valorizzazione del Sistema Scolastico (Art. 1, comma 565)

Nello stato di previsione del Ministero dell’istruzione e del merito viene istituito il “Fondo per la valorizzazione del sistema scolastico”, con una dotazione di € 122 milioni per il 2025, 189 milioni per il 2026 e € 75 milioni annui a decorrere dal 2027.

La gestione di tale fondo sarà di competenza del Dipartimento per le risorse, l’organizzazione e l’innovazione digitale.

Istituzione del Fondo per il sostegno alle attività educative formali e non formali (Art. 1, commi 213-216)

È istituito il Fondo per il sostegno alle attività educative formali e non formali, a cui è assegnata una dotazione pari a 3 milioni di euro per l’anno 2025, 3,5 milioni di euro per l’anno 2026 e 4 milioni di euro per l’anno 2027. Tale Fondo è destinato a finanziare iniziative dei Comuni, da realizzare anche in collaborazione con enti pubblici e privati, o con le istituzioni scolastiche.

Il Fondo intende incentivare e sostenere in tutto il Paese le attività educative e ricreative, anche non formali, che coinvolgono i bambini e gli adolescenti, con la finalità di contrastare la povertà educativa e l’esclusione sociale, nonché di favorire il protagonismo delle nuove generazioni anche con il coinvolgimento delle stesse nei processi decisionali che li riguardano.

Promozione dei Campus della filiera formativa tecnologico-professionale (Art. 1, comma 566)

Questo comma, inserito nel corso dell’esame alla Camera dei deputati, incrementa di 15 milioni di euro il Fondo per la promozione dei Campus della filiera formativa tecnologico-professionale per il 2026, prevedendo che tali risorse siano utilizzate non solo per la progettazione, ma anche per la realizzazione degli interventi infrastrutturali correlati agli accordi istitutivi dei campus. Ai fini dell’assegnazione delle risorse, le candidature devono prevedere la partecipazione degli ITS Academy, delle Università o delle AFAM e di altri soggetti privati finanziatori, e devono indicare la disponibilità dell’area in cui realizzare i medesimi interventi. La valutazione delle candidature deve essere effettuata da una commissione paritetica istituita dal MIM. Questo comma della Legge di bilancio 2025 modifica l’articolo 4 della legge n. 121 del 2024, recante misure per la promozione della filiera formativa tecnologico-professionale.

ADi considera positivamente questa misura a sostegno dello sviluppo della nuova filiera formativa tecnologico-professionale, che ritiene un settore strategico con il suo stretto collegamento fra istruzione e formazione secondaria e terziaria (ITS Academy). ADi ha inoltre sempre supportato la quadriennalizzazione dei percorsi secondari di 2° grado, nella convinzione che tutta la scolarizzazione dovrebbe concludersi alla maggiore età.                                                              Non si possono tacere però alcune questioni che collidono con la buona riuscita di questo percorso sperimentale, che qui sinteticamente si elencano:

  1. La perdurante dicotomia fra Istruzione Professionale statale e Istruzione e Formazione Professionale regionale (da anni ADi sostiene l‘unificazione fra IP e IeFP, così come è stata realizzata nella Provincia di Trento)
  2. L’invarianza delle dotazioni organiche rispetto ai corrispondenti percorsi quinquennali”. Questa misura, fatta soprattutto per non creare ostilità fra i docenti e i sindacati, è insostenibile, perché il curricolo di questa sperimentazione dovrebbe essere profondamente rivisitato, con un inevitabile cambiamento dell’organico, che porterebbe con sé anche un più razionale utilizzo delle risorse finanziarie.
  3. Il raggiungimento degli stessi obiettivi specifici di apprendimento e delle stesse competenze nonché il mantenimento delle stesse disposizioni dell’esame di Stato e rilascio dei titoli di studio finali” dei percorsi quinquennali vigenti. Tali vincoli costituiscono un pesantissimo condizionamento e limitano fortemente le indispensabili innovazioni curricolari, necessarie per superare, come invoca il disegno di legge, l’attuale mismatch tra domanda e offerta di competenze professionali.
  4. Infine, ma non per importanza, non si può tacere sulla scarsa sensibilità e competenze politiche della maggior parte delle Regioni in materia di istruzione e formazione tecnico-professionale.

Incremento dei Posti di Sostegno (Art. 1, comma 567)

Questo comma, inserito nel corso dell’esame alla Camera, incrementa la dotazione organica dell’autonomia di 1.866 posti di sostegno a decorrere dall’a.s. 2025-2026 e di 134 posti di sostegno a decorrere dall’a.s. 2026-2027.

Tale misura si prefigge lo scopo di garantire la continuità didattica per gli alunni con disabilità.

Assunzione di 101 Unità di personale per gli Uffici Scolastici Regionali (Art. 1, commi 568-569)

I commi 568 e 569, inseriti nel corso dell’esame alla Camera, autorizzano il MIM a bandire un concorso per titoli ed esami, per l’assunzione a tempo indeterminato, a decorrere dal 2025, di 101 unità di personale non dirigenziale da destinare agli USR.                         

La finalità è il supporto agli istituti scolastici nell’espletamento di tutte le attività in materia di affidamento ed esecuzione dei contratti di lavori, servizi e forniture, anche in qualità di stazioni appaltanti.

Riduzione dotazione organica del personale docente e ATA art. 1 comma 828

Questo comma prevede una riduzione del personale docente (organico dell’autonomia) e del personale ATA, secondo una diversa tempistica e nelle seguenti misure:

Personale docente:

A decorrere dall’a.s. 2025/2026 l’organico dell’autonomia è ridotto di 5.660 posti

Personale ATA:

A decorrere dall’anno scolastico 2026/2027 le dotazioni organiche del personale amministrativo, tecnico e ausiliario della scuola sono ridotte di 2.174 unità.

Questa misura ha scatenato le critiche più dure delle organizzazioni sindacali. D’altra parte, la situazione paradossale italiana che ha visto, negli anni, diminuire il numero degli alunni e aumentare quello degli insegnanti, ha reso sempre più difficile la presa di coscienza che il calo demografico comporta una riorganizzazione, anche in termini numerici, delle dotazioni organiche. Ma non solo, non si tiene mai conto, come Education at a glance 2024 ha nuovamente ribadito che “Il sistema d’istruzione italiano è caratterizzato da un rapporto numerico discente-docente inferiore alla media OCSE. Ciò premesso, è evidente che la questione richiama due problemi irrisolti: 1) la formazione e il reclutamento del personale docente;                        

2) un’efficace e non dispersiva riorganizzazione degli Istituti scolastici sul territorio con una razionale allocazione delle risorse.
Alcune considerazioni sulla prima questione su cui  ADi interviene da oltre vent’anni con analisi e proposte,   si vedano , fra i tanti, due documenti:  “Adi su formazione e reclutamento: quousque tandem? e l’illuminante analisi storica di Rosario Drago del 2012 “Gli annunci di un Ministro e le speranze infrante della scuola italiana. Sono infatti proprio le modalità di reclutamento che portano con sé l’atavica irrisolta piaga italiana del precariato, che genera la costante pressione per nuove massicce assunzioni. Tralasciando qui il tema della formazione iniziale, ci preme ribadire l’esigenza ormai ineludibile di superare i mega concorsi nazionali, con le solite inestinguibili graduatorie, per assegnare il reclutamento del personale direttamente alle Istituzioni scolastiche o a reti di istituti, e con esso   la revisione totale del sistema delle supplenze, basato sulla deleteria “raccolta punti”.

Per quanto riguarda il secondo punto, ossia la riorganizzazione degli istituti scolastici, va sottolineato che oltre al persistere della grave situazione delle reggenze, ci sono irrazionali accorpamenti di plessi, la cui responsabilità va ricercata non solo nei tagli definiti dal Ministero ma nelle aggregazioni operate dalle Regioni. In Italia pare insomma un’impresa impossibile “razionalizzare” le risorse, dove “razionalizzare” significa rendere la loro gestione più rispondente a criteri di efficienza e funzionalità.

Rinnovi Contrattuali (Art. 1 commi 128-131)

 I commi da 128 a 131 definiscono, per il triennio 2025-2027, le risorse destinate alla contrattazione collettiva nazionale del personale statale in regime di diritto pubblico. Nelle more della definizione dei CCNL è prevista l’erogazione dell’indennità di vacanza contrattuale. Vengono, inoltre, autorizzate le risorse per la contrattazione collettiva nazionale relativa al successivo triennio 2028-2030. La norma dispone anche che, nelle more della definizione dei CCNL e in deroga alle procedure previste dalle disposizioni in materia, sia erogata l’indennità di vacanza contrattuale nella misura percentuale pari allo 0,6% dal 1° aprile 2025 al 30 giugno 2025 e dell’1% a decorrere dal 1° luglio 2025.

Per quanto riguarda il rinnovo del CCNL scuola 2022 – 2024 si passa dal precedente incremento complessivo dei fondi del 5,78% al 6%. È inoltre previsto lo stanziamento di risorse per la successiva tornata contrattuale (2025/2027), garantendo un aumento stipendiale a regime del 5,4%, che si presume superiore all’inflazione programmata.

Questa è l’altra misura su cui hanno tuonato i sindacati. Ora, non vi è dubbio che gli insegnanti italiani siano ancora lontani dal percepire retribuzioni “decorose”, anche se il “taglio” del cuneo fiscale fino a 40 mila euro lordi si tradurrà in un ulteriore aumento stipendiale, pari a circa il 6/7%, ma le organizzazioni sindacali non possono limitarsi a chiedere insieme più assunzioni e più soldi. Sulla questione retributiva sarebbe opportuno mettere innanzitutto in evidenza i due aspetti più iniqui, quelli che maggiormente ci allontano dalla media retributiva europea. Si tratta da un lato dell’eccessivo numero di anni- 35- su cui si sviluppa la progressione di carriera, mentre quasi ovunque il massimo stipendiale viene raggiunto entro i 25 anni, dall’altro la lunghezza della periodicità degli scatti, ogni 6 o 7 anni contro gli 1 o 2 anni degli altri Paesi. Va ricordato che in Italia l’abbandono dei precedenti scatti biennali fu un regalo del Contratto Nazionale del 1995 che, in cambio, avrebbe dovuto stabilire 1) “anticipazioni di carriera mediante titoli di merito”, 2) “figure di sistema ovvero profili di specializzazione della professione docente”. Dopo 30 anni, le stiamo ancora aspettando!

Incremento del Fondo per il Miglioramento dell’Offerta Formativa (Art. 1 comma 123)

A decorrere dal 2025, il Fondo per il Miglioramento dell’Offerta Formativa (FMOF) è incrementato di 93,7 milioni di euro annui, al fine di aumentare i trattamenti accessori del personale docente.

Secondo la relazione tecnica, l’incremento delle risorse da destinare ai trattamenti accessori del personale docente, mediante il rifinanziamento del Fondo per il Miglioramento dell’Offerta Formativa corrisponde allo 0,22 del monte salari 2021.

Aumento delle Detrazioni e dei Fondi per le Scuole Paritarie (Art. 1, comma 13 e commi 570-571)

Ci sono 2 interventi per le scuole paritarie:

  • Il comma 13 stabilisce che il tetto delle detrazioni fiscali per le spese scolastiche nelle scuole paritarie nel 2025 sarà innalzato da 800 a 1.000 euro
  • I commi 570-571 stabiliscono che il contributo statale per le scuole paritarie che accolgono alunni con disabilità aumenterà di 50 milioni di euro nel 2025 e di 10 milioni annui dal 2026.

Estensione della Carta del Docente ai supplenti annuali (Art. 1, commi 572-574)

I commi 572, 573 e 574 estendono in via strutturale la Carta del docente ai docenti con supplenza annuale su posto vacante e disponibile, e ne rideterminano l’importo, stabilendo che, al posto dei 500 euro in somma fissa, l’ammontare della carta sarà determinato annualmente, con decreto ministeriale, fino a un tetto massimo di 500 euro, sulla base del numero dei docenti e delle risorse disponibili

L’estensione comporta maggiori spese pari a 60 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2025.

Promozione delle discipline STEM (Art. 1, commi 575-576)

I commi 575 e 576, aggiunti nel corso dell’esame presso la Camera dei deputati, incrementano di 2 milioni di euro a decorrere dall’anno 2025 il Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità, al fine di promuovere iniziative nell’ambito della Settimana nazionale delle discipline STEM (Scientifiche, Tecnologiche, Ingegneristiche e Matematiche).

Ogni iniziativa che promuova le discipline STEM va sostenuta, se si considera che tutti i rapporti, dall’Istat a Education at a Glance al Report dell’Osservatorio STEM 2024, evidenziano la situazione preoccupante delle iscrizioni universitarie in percorsi STEM, in particolare delle ragazze. Nell’anno accademico 2022-23, nonostante le donne siano state il 67,5% sul totale degli iscritti all’Università, solo il 20,3% delle immatricolate ha scelto facoltà STEM contro il 39,9 % degli immatricolati.Ora uno dei progetti per sensibilizzare e stimolare l’interesse, la scelta e l’apprendimento di tali discipline è stata l’istituzione della Settimana nazionale delle discipline STEM  (legge 187/2023), che si tiene dal 4 all’11 febbraio di ogni anno. La prima edizione  si è svolta nel febbraio 2024. Questo comma della legge di bilancio è volto a potenziare tale iniziativa, che ci si augura non si limiti a una celebrazione, ma abbia effetti più ampi e duraturi sulle modalità di apprendimento delle STEM nelle scuole.

Potenziamento dei Servizi per Studenti AFAM con disabilità (Art. 1, comma 577)

Questo comma, inserito nel corso dell’esame presso la Camera, incrementa di 500.000 euro a decorrere dal 2025 i fondi delle Istituzioni dell’Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica (AFAM) al fine di potenziare i servizi e le iniziative in favore degli studenti con disabilità, degli studenti con invalidità superiore al 66 per cento e degli studenti con certificazione di disturbo specifico dell’apprendimento.

Progetto studenti atleti di alto livello scuola secondaria 2° grado (Art. 1 commi 254 – 255 – 256 – 257 – 258)

Si prevede che la realizzazione del Progetto studenti atleti di alto livello» sia realizzato dalle Istituzioni Scolastiche, nell’ambito della propria autonomia, al fine di permettere agli studenti atleti iscritti alla scuola secondaria di 2° grado, individuati sulla base dei requisiti stabiliti dal MIM in accordo con il CONI, il CIP e la società Sport e salute spa, di conciliare l’impegno agonistico con quello scolastico.

Nell’ambito del percorso formativo personalizzato, le istituzioni scolastiche possono riconoscere allo studente atleta le competenze acquisite mediante la pratica sportiva agonistica. Le competenze sono riconosciute anche nel l’ambito del PCTO sulla base di uno specifico progetto formativo.

L’istituzione scolastica è tenuta ad adeguare il percorso formativo dello studente atleta e le verifica del suo apprendimento al calendario agonistico federale delle gare e al calendario degli allenamenti, predisposti e sottoscritti dal dirigente sportivo del centro sportivo di appartenenza dello studente atleta.

Per tale progetto è autorizzata la spesa di 2 milioni di euro a decorrere dall’anno 2025.

Promozione di interventi di Educazione Sessuale e Affettiva (Art. 1, comma 578)

Questo comma, inserito nel corso dell’esame presso la Camera, incrementa di 500.000 euro per l’anno 2025 il Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità al fine di promuovere nei PTOF interventi educativi e corsi di informazione e prevenzione sulla salute sessuale, l’educazione sessuale e affettiva.  rivolti a studenti delle scuole secondarie di 1° e 2° grado. Tale misura comporta un onere di 500.000 euro per l’anno 2025.

Quando pareva finalmente varata, dopo anni di dibattiti e controversie, l’educazione sessuale ed affettiva nelle scuole, con l’approvazione dell’emendamento di + Europa sopra riportato, si è appreso che si tratta di tutt’altro. A una domanda della Lega sull’utilizzo dei fondi destinati a questo comma, dopo le polemiche sollevate dall’organizzazione Pro Vita, il ministro per i Rapporti col Parlamento, Luca Ciriani (FdI) ha spiegato cheil fondo verrà usato prioritariamente per moduli informativi per gli insegnanti delle scuole di primo e secondo grado riguardo alle tematiche della fertilità maschile e femminile con particolare riferimento all’ambito della prevenzione all’infertilità”.A mo’ di commento a questa paradossale affermazione, ricordiamo cosa disse al seminario internazionale ADi 2024 l’ex ministro dell’istruzione del Portogallo João Costa nella sua bellissima relazione sui curricoli: “Sull’introduzione dell’educazione sessuale gli scontri sono stati violenti. Ci hanno rivolto l’accusa di indottrinamento degli studenti. È stata invece una grande occasione per loro di dibattere ed essere messi in grado di operare delle scelte. Con l’educazione sessuale nelle scuole è calato il tasso delle gravidanze indesiderate fra le adolescenti. Quindi la scuola ha partecipato alla soluzione di un grave problema sociale”. Ebbene in Italia l’obiettivo dovrebbe essere esattamente l’opposto, quello di stimolare gli adolescenti e le adolescenti a “prevenire l’infertilità”, insomma a far figli!!  Se la questione non fosse preoccupante sarebbe esilarante.

Sperimentazione presidi psicologici a supporto delle Istituzioni scolastiche (Art. 1 commi 345 e 346)

Il comma 345 prevede l’attivazione, in via sperimentale, di presìdi territoriali di esperti psicologi a supporto delle istituzioni scolastiche. A tal fine è istituito il Fondo per il servizio di sostegno psicologico in favore degli studenti, con una dotazione di 10 milioni di euro per l’anno 2025 e di 18,5 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2026, che costituisce limite di spesa.

 Il comma 346 stabilisce che  con decreto del Ministro dell’istruzione e del merito, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, sentiti il Ministro della salute e il Consiglio nazionale dell’ordine degli psicologi, sono individuate le modalità di erogazione del servizio di sostegno psicologico in raccordo con la rete dei servizi socio-sanitari e assistenziali territoriali, al fine di individuare le situazioni familiari, personali o di contesto che possono recare disagio allo studente.

Il decreto stabilirà, inoltre, i criteri di utilizzo del Fondo, finalizzati all’assistenza psicologica, psicoterapeutica e di counseling nell’ambito degli istituti scolastici di ogni ordine e grado, anche in relazione al contrasto della povertà educativa e dell’abbandono scolastico, al supporto alle attività di orientamento, alla prevenzione del disagio psicologico, alle difficoltà relazionali emergenti nonché all’avviamento di percorsi di educazione all’affettività e all’acquisizione delle competenze trasversali personali per la vita e al riconoscimento dell’attività prestata dagli esperti psicologi

Questo comma, frutto di un emendamento proposto dalle opposizioni (primo firmatario PD), ha registrato la forte preoccupazione delle principali associazioni professionali di pedagogisti ed educatori (ANPE, APP, CONPED E FEDERPED), che hanno denunciato l’esclusione dalla scuola delle professioni educativo-pedagogiche a favore di un modello esclusivamente psicologico. Secondo tali associazioni, la scuola non deve essere “sanitarizzata”, ma deve garantire un approccio educativo e formativo integrato. Senza entrare nel merito di questa diatriba, sollevata da pedagogisti ed educatori,  che hanno da poco  conquistato l’iscrizione all’Ordine delle professioni pedagogiche ed educative,  si vuole invece sottolineare l’approccio quasi salvifico attribuito allo psicologo che  con la sua assistenza psicologica, psicoterapeutica e di counseling  dovrebbe intervenire su: “contrasto della povertà educativa e dell’abbandono scolastico,  supporto alle attività di orientamento,  prevenzione del disagio psicologico e delle  difficoltà relazionali emergenti, avviamento di percorsi di educazione all’affettività e all’acquisizione delle competenze trasversali personali per la vita”.  Non esageriamo, vale qui il proverbio “Chi troppo vuole, nulla stringe”

Le dichiarazioni del Ministro sulla riforma del “docente stabilmente incentivato”

In un’intervista a Italia Oggi il ministro Valditara ha affermato che, anche in esito a un confronto con la Commissione europea e con le parti sociali, intende migliorare l’iniziale riforma deldocente stabilmente incentivato”, poiché ha riguardato una percentuale irrisoria di docenti e non è stata in grado di intervenire efficacemente sulla didattica e tanto meno sulla personalizzazione degli apprendimenti.

L’intenzione, ha continuato il ministro, è quella di valorizzare figure professionali di supporto alla didattica, quali prioritariamente i docenti tutor e gli orientatori, ovvero che svolgono ulteriori attività come collaboratori del dirigente scolastico, compresi i responsabili di plesso, i responsabili di progetto e i vicepresidi.  Si tratta di figure che svolgono attività aggiuntive e di potenziamento del Piano dell’Offerta Formativa, in una prospettiva più aderente alle finalità dello stesso PNRR.

Queste figure dovranno maturare, parole di ministro, un incremento stabile del trattamento economico – oltre a poter fruire di un ulteriore incentivo economico, in una misura percentuale del trattamento stipendiale, che andrà rimessa, per la sua definizione, alla fase negoziale. Attualmente il docente tutor percepisce circa 5000 euro l’anno.

Abbiamo in appendice alla legge di bilancio 2025 voluto riportare queste affermazioni del Ministro perché si presentano come l’avvio di quella leadership intermedia che ADI considera uno dei pilastri fondamentali dei processi di riforma e innovazione della scuola, compresi quelli qui descritti. La differenziazione della carriera docente con la creazione di nuove figure professionali è stata per decenni contrastata, in primo luogo dalle Organizzazioni sindacali, in nome dell’”unicità della funzione docente” accompagnata dalla sprezzante opposizione al così detto “caporalato”.

 Se si ha la curiosità di  vedere tutti i tentativi e i relativi fallimenti che su questo tema  si sono susseguiti in 40 anni, si legga sul sito ADi la seguente pubblicazione  “Cronistoria di un fallimento annunciato: merito e carriera dei docenti.

Ci sono almeno due motivi per cui ADi si batte da sempre per la costruzione di una leadership intermedia nella scuola, ma che dovrebbe estendersi anche al di fuori di essa (negli ambiti territoriali, negli USR fino al Ministero): 1) essa rappresenta un sostegno insostituibile all’autonomia scolastica, 2) costituisce un’indispensabile valorizzazione di una “professione piatta”, dalla quale i più bravi da tempo fuggono.

Ritorneremo su questo tema, riproponendo tutte le elaborazioni fatte da ADi, nonché importanti esempi dagli altri Paesi, primo fra tutti Singapore, nell’auspicio che si possa finalmente approdare a una soluzione sostenibile ed efficace.

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