Presentazione a cura dell'ADi
Sollecitati da molti colleghi, pubblichiamo la traduzione italiana del “Rapporto” stilato in Francia dalla “ Commissione di riflessione sull'applicazione del principio di laicità nella Repubblica ” (Stasi). La traduzione è stata curata per l'ADi da Angela Martini con il contributo di Silvyane Beltrame e Anna Rita Marangoni
Questo documento va a completare l' approfondimento su “Scuola e laicità”, che l'Associazione ha fatto nel gennaio 2004, comprensivo del testo francese del Rapporto, del discorso di Chirac, con l'introduzione di Mario Quaranta.
Questo Rapporto costituisce, a nostro avviso, uno dei documenti più interessanti sullo Stato moderno comparsi in questi ultimi anni in Europa. Un testo di grande spessore che va ben oltre la questione, a cui i mass media l'hanno spesso ridotto , del divieto alle ragazze musulmane di portare il velo nei luoghi pubblici.
Purtroppo anche Robert Putnam ne dà una lettura riduttiva nel suo saggio “Educazione, Diversità, Coesione sociale e “Capitale sociale””, quando alla fine del capitolo “Come l'educazione influenza il capitale e la coesione sociale” afferma :
“ Il rinsaldare i legami di coesione interna può costituire una condizione preliminare alla creazione di ponti, piuttosto che essere un ostacolo. Questa questione è d'immediata rilevanza per i problemi di politica che sono stati di recente alla ribalta del dibattito internazionale in alcuni paesi OCSE, come la questione del velo per le studentesse musulmane. Chiaramente, vi sono importanti differenze nazionali sia nella filosofia politica che nelle concezioni della cittadinanza. Parlando in generale, i Nord-Americani sono più aperti e persino entusiasti verso gli approcci multiculturali che abbracciano ed esaltano la diversità, mentre alcuni Paesi continentali sono molto più scettici, ritenendo che i “cittadini della repubblica” debbano rinunziare o porre limiti alla propria identità etnica, almeno all'interno dei cancelli della scuola. Non ho alcuna intenzione di prender posizione su tale nodo in questo contesto!”
A differenza di ciò che scrive Putnam il Rapporto ha, a nostro avviso, il pregio di riproporre in maniera chiara e rinnovata i principi della neutralità dello Stato e della libertà di coscienza. Una neutralità che però non è un alibi per non affrontare una serie di problemi presenti nella società francese, ma più in generale nelle società multiculturali. Sono problemi che, a partire dalla fine degli anni Settanta, hanno subito una profonda evoluzione e vanno pertanto riconsiderati nel nuovo contesto che si è determinato. La laicità, afferma il Rapporto “è una pratica viva”, un principio che va applicato in modo empirico, tenuto conto dell'evoluzione storica dei fenomeni e dei rapporti sociali. Ed oggi continua il Rapporto
"sono sorte difficoltà inedite e sempre più numerose. Esse testimoniano che l'esigenza della laicità, nei servizi pubblici, in particolare nella scuola, e nel mondo del lavoro, è indebolita da rivendicazioni tendenti a far prevalere convinzioni comunitaristiche sulle regole generali. Il principio della laicità è oggi compromesso in settori più numerosi di quanto non appaia. La commissione è cosciente che le difficoltà incontrate sono attualmente ancora in numero limitato. Ma esse sono obiettive, pesanti e sintomatiche di disfunzionamenti, tanto più che la recente rapida diffusione di questi fenomeni è preoccupante”.
Per tutto questo la Francia ha sentito l'esigenza di rivisitare la questione della laicità, principio fondante della Repubblica, e riaffermarla con strumenti nuovi che sappiano oggi, come in passato, contemperare l'uguaglianza dei diritti, le libertà individuali e il bene comune.